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Nello svolgere le proprie attività il Consorzio fa uso di risorse naturali, per esempio consumando energia e utilizzando acqua. Ma contribuisce anche in maniera rilevante alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente e del territorio tramite la difesa dagli allagamenti, la fornitura dell’acqua per l’irrigazione, il contenimento del dissesto idrogeologico, la tutela della flora e della fauna, in particolare nelle zone umide delle casse di espansione, la sorveglianza sull’inquinamento del suolo e delle acque di propria pertinenza e il controllo degli eventi incidentali, laddove questo accadono.

Si può parlare, quindi, di una vera e propria funzione di tutela ambientale svolta dal Consorzio. Inoltre, non va dimenticata l’attività di valorizzazione degli aspetti storici e architettonici dei manufatti idraulici risalenti ai primi decenni del secolo scorso, con esempi di stile liberty patrimonio nazionale, oppure ritrovamenti delle età antiche rinvenuti eccezionalmente durante la realizzazione delle diverse opere.

Tecnicamente, è soprattutto l’apporto idrico derivato dal Po a Boretto (120-200 milioni di mc/anno), dal Secchia a Castellarano-S.Michele (30 milioni di mc/anno) e dall’Enza a Cerezzola (12 milioni di mc/anno) a determinare, in relazione all’imponenza di tale volume e all’entità della rete idraulica e del territorio interessato, una pluralità di benefici di grande rilievo. Il fitto reticolo di canali, concepito negli anni Trenta del Novecento, aveva da subito una precisa connotazione ambientale: il mantenimento dell’invaso estivo nei canali avrebbe comportato un ampio ristoro delle falde superficiali, utile per evitare nel corso dei periodi di siccità, fenomeni di inaridimento dei terreni, fortemente argillosi.

L’elevato grado di promiscuità delle canalizzazioni, utilizzate sia per lo scolo che per l’irrigazione, ha inoltre una notevole rilevanza, oltre che da un punto di vista strettamente gestionale, di regolazione quantitativa delle acque, anche dal punto di vista qualitativo, in quanto le acque derivate per l’irrigazione si miscelano con quelle di scolo che, nel periodo estivo risultano notevolmente diluite.

La Bonifica Emilia Centrale, infine, è impegnata fortemente per aumentare la quantità d’acqua che effettivamente viene utilizzata sui campi. Attualmente si tratta del 50÷60% dell’imponente volume idrico movimentato da Po e Secchia, mentre il restante 40÷50% di acqua che non giunge direttamente alle coltivazioni, apporta importanti benefici igienici e ambientali di cui si avvantaggiano l’intero territorio e la comunità che su di esso vive e opera. Tali “perdite”, infatti, per metà vanno ad alimentare le falde acquifere superficiali direttamente dai canali principali e distributori, e per la restante metà vengono allontanate attraverso gli scarichi delle reti di scolo dei territori altimetricamente più depressi (acque basse) determinando i cosiddetti “rilasci ambientali”.