L’Osservatorio Falde Acqua Campus ANBI-CER (Canale Emiliano Romagnolo) conferma che le piogge hanno consentito la complessiva ricarica delle falde e il deficit accumulato rispetto al 2022, l’anno più siccitoso di sempre, viene finalmente compensato in quasi tutte le province regionali, anche se in Romagna si registrano ancora evidenti anomalie in alcune aree

10 Giugno 2024 – Dati aggiornati e dati storici sulle condizioni della falda ipodermica, ovvero quella parte di falda più superficiale (detta anche “freatica”) che si conferma come essenziale per le attività produttive delle imprese agricole del territorio e per la gestione complessiva degli equilibri idrologici utili per l’irrigazione gestiti dai Consorzi di bonifica associati ad ANBI Emilia Romagna.

La drastica inversione di tendenza, soprattutto rispetto al 2022 (vedi grafico allegato), “annus horribilis”, caratterizzato da prolungata siccità in tutto il paese, ma in particolar modo proprio nella pianura padana (area ad alta vocazione e produttività per il settore primario) ha lasciato il posto ad una rilevante “ricarica” delle falde stesse in virtù delle precipitazioni abbondanti cadute in un maggio atipico, decisamente più piovoso rispetto alla media storica anche se tra i più caldi dal 1950 ad oggi. La comparazione analitica tra le singole province della regione Emilia-Romagna mostra chiaramente la tendenza che però presenta una evidente anomalia in territorio romagnolo, nella fattispecie in provincia di Forli-Cesena, dove i livelli di scarsità idrica registrati oggi sono addirittura più bassi rispetto all’anno più siccitoso di sempre ( -2,47 metri nel 2024 contro i -2,28 metri del 2022). Nel dettaglio:

  • PIACENZA | Profondità falda freatica 2022: -224 cm; Profondità falda freatica 2024: -159 cm;
  • PARMA | Profondità falda freatica 2022: -268 cm; Profondità falda freatica 2024: -166 cm;
  • REGGIO EMILIA | Profondità falda freatica 2022: -210 cm; Profondità falda freatica 2024: -132 cm;
  • MODENA | Profondità falda freatica 2022: -211 cm; Profondità falda freatica 2024: -88 cm;
  • BOLOGNA | Profondità falda freatica 2022: -255 cm; Profondità falda freatica 2024: -247 cm;
  • FERRARA | Profondità falda freatica 2022: -191 cm; Profondità falda freatica 2024: -156 cm;
  • RAVENNA | Profondità falda freatica 2022: -224 cm; Profondità falda freatica 2024: -202 cm;
  • FORLÌ CESENA | Profondità falda freatica 2022: -228 cm; Profondità falda freatica 2024: -247 cm;
  • RIMINI | N.A.

Venendo poi all’analisi dei dati emersi recentemente, non si evidenziano variazioni eccessive rispetto a due settimane fa. Sostanzialmente, le quote di falda ipodermica sono allineate o superiori a quelle dello storico nella parte occidentale della pianura, mentre risultano inferiori in quella orientale. La linea di separazione fra questi due differenti andamenti è da collocarsi fra le province di Modena e Bologna.

Andando in dettaglio, tutte le province occidentali, assieme a Ferrara, hanno quote medie che si assestano al di sopra dei -170 cm dal p.c. (a Modena addirittura -88 cm dal p.c.). La parte orientale continua invece a permanere sotto la soglia dei -200 cm, pur senza variazioni significative rispetto all’ultima rilevazione (da -204 cm a -202 cm dal p.c. a Ravenna; da -243 cm a -247 cm dal p.c. a Forlì-Cesena). Anche nella provincia di Bologna la quota media di falda continua a scendere, passando da -225 cm a -247 cm dal p.c.. Le tre province sopra citate sono, ovviamente, anche quelle in cui la variazione negativa di quota di falda, rispetto alla media storica, è più elevata. A Ravenna e Forlì-Cesena la variazione è rispettivamente del -27% e -28%, mentre Bologna ottiene il record negativo di -54%. Tutte le altre province presentano deficit contenuti (Parma -3% e Ferrara -11%) o un relativo surplus (Reggio Emilia +2%, Piacenza +7%, fino a Modena con il +32%).

In conclusione, le precipitazioni cadute nella pianura occidentale, fra il Piacentino e il Modenese a partire da gennaio, fanno registrare altezze complessive ormai attorno ai 500 mm, mentre in quella orientale ed in particolare in Romagna, si attesta a circa metà di questi valori (250 mm complessivi misurati nella stazione pluviometrica di Ponte Braldo – Forlì-Cesena).

Confronto delle falde tra il 2022 e il 2024

Il Consorzio di bonifica ha dato il via agli interventi urgenti finanziati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per 120 mila euro e strategici per la viabilità della Val d’Enza

30 Maggio 2024La Bonifica dell’Emilia Centrale ha dato il via agli interventi urgenti di messa in sicurezza delle scarpate di monte e di valle lungo la strada di bonifica “Spigone-Pineto”, nel territorio di Vetto (RE), finanziati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per 120 mila euro con fondi per la ricostruzione dei territori colpiti dall’alluvione verificatasi dal 1° Maggio 2023 e che vedranno il Consorzio impegnato nella direzione dei lavori di ripristino dell’importante via di collegamento per tutta la Val d’Enza.

Nello specifico, la messa in sicurezza prevista riguarderà il consolidamento delle scarpate stradali di valle grazie all’utilizzo di pali in acciaio sormontati da travi in cemento; la posa di barriere di sicurezza; e il ripristino del piano viario.

“Un intervento rilevante per la viabilità della Val d’Enza, data l’importanza del collegamento stradale per la mobilità che si sviluppa sull’intero territorio – ha commentato Lorenzo Catellani, presidente dell’Emilia Centrale – e che andrà a risolvere quelle criticità generate dagli eventi estremi della scorsa primavera, causati dalla crisi climatica in atto”.

“La serie di precipitazioni del maggio 2023, dalla forte intensità temporalesca, ha causato significativi danni ai versanti e alla viabilità di bonifica nel territorio di Vetto – ha sottolineato Domenico Turazza, direttore generale dell’Emilia Centrale –; in particolare la strada di bonifica ‘Spigone-Pineto’, lunga oltre tre chilometri, ha subito, in ben due tratti, dei significativi cedimenti al piano viabile e proprio in corrispondenza della scarpata di valle. Ma ora le situazioni di criticità stanno per essere risolte grazie all’avvio dei lavori”.

[Nella foto allegata: i primi interventi di consolidamento delle scarpate stradali sulla “Spigone-Pineto”, nel territorio del Comune di Vetto d’Enza, RE]

Le infrastrutture consortili di Torrione, Boretto, Castellarano, San Siro e Mondine fanno registrare il pieno di presenze durante la domenica della Settimana della bonifica e dell’irrigazione di ANBI

21 Maggio 2024 – Ancora una volta le “Cattedrali dell’Acqua” hanno letteralmente “stregato” cittadini, amanti della natura e amici della bicicletta: dalla pianura reggiana al basso mantovano la domenica degli Impianti aperti organizzata dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, grazie alla Responsabile Comunicazione Marzia Bonicelli nell’ambito della Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione di ANBI, è stata un vero successo, con la visita di oltre 600 persone suddivise tra gli impianti di Torrione (Comune di Gualtieri, Re), che ha visto la conclusione del progetto VOLT con una performance del Teatro Sociale di Gualtieri, un laboratorio di pittura per i più piccini e dove la dirigente consortile Paola Zanetti ha illustrato il ruolo svolto dalla Bonifica nell’ambito della difesa idraulica; Boretto (Re), lungo il fiume Po, quest’anno ricco di acqua per l’ecosistema e l’agricoltura; Castellarano, sul Fiume Secchia, nella zona pedecollinare dell’Appennino Settentrionale ubicata tra le Province di Modena e Reggio Emilia, in cui sorge l’opera idraulica della Traversa, per l’occasione presidiata dal Capo Settore Impianti Mauro Bigliardi e dal tecnico Ada Francesconi; San Siro, nel Comune di San Benedetto Po (Mn), con l’attività di orienteering e la visita all’Orto Botanico svolte grazie al tecnico Sandro Bellintani; e Mondine, nodo idraulico nel Comune di Moglia (Mn), dove si è svolta una biciclettata ambientale per appassionati e visitatori.

“« L’acqua ci nutre e dà la vita » è il tema portante di questa Settimana della Bonifica 2024 – ha sottolineato il presidente del Consorzio dell’Emilia Centrale Lorenzo Catellanie proprio perché l’acqua risulta essenziale in ogni suo impiego questi appuntamenti molto partecipati, che abbiamo organizzato grazie al nostro staff in collaborazione con ANBI, sono assai rilevanti anche per spiegare come il Consorzio opera nel quotidiano sul territorio gestito, cosa fa per salvaguardare al meglio la risorsa e come governarla quando minaccia aree abitate e coltivate. Le visite sono quindi momenti ricreativi, ma particolarmente utili per approfondire e conoscere equilibri e dinamiche dell’ambiente in cui viviamo”.

 

[Nelle foto allegate: alcuni momenti della domenica di Impianti aperti organizzata dall’Emilia Centrale nell’ambito della Settimana della Bonifica e dell’Irrigazione di ANBI: lo spettacolo teatrale al Torrione; la visita guidata a Castellarano; la biciclettata a Mondine]

 

 

 

15 Maggio 2024 – Con la seduta pubblica che si è tenuta nel pomeriggio di lunedì scorso, 13 Maggio, la Commissione Giudicatrice nominata dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, soggetto attuatore del progetto per la realizzazione di un invaso a scopi plurimi in ambito montano ed altre azioni sinergiche per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici della Val d’Enza, ha concluso i suoi lavori nell’ambito della procedura per l’affidamento del servizio di predisposizione del DOCFAP – Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali. La Commissione Giudicatrice era composta da 5 membri, di cui 3 accademici (Prof. Pierluigi Claps, Ordinario di Costruzioni Idrauliche all’Università di Torino; Prof. Paolo Salandin, Ordinario di Costruzioni Idrauliche e Marittime e Idrologia all’Università di Padova; e Prof. Guido Gottardi, Ordinario di Geotecnica Fondamenti e di Consolidamento dei terreni all’Università di Bologna), oltre che dall’Ingegner Fabrizio Useri, Direttore del Consorzio della Bonifica Parmense; e dall’ingegner Pietro Torri, dirigente del Consorzio dell’Emilia Centrale (RUP) e Presidente della Commissione. La Commissione ha valutato l’ammissibilità ed il merito tecnico delle offerte pervenute, compiendo un’analisi puntuale e approfondita delle stesse. Dopo aver ritenuto tutte le proposte idonee a soddisfare il servizio richiesto per la predisposizione dello Studio di Fattibilità delle Alternative Progettuali, che dovrà fornire le indicazioni essenziali su cui basare la progettazione del tanto atteso invaso in Val d’Enza – la Commissione ha attribuito un punteggio per ciascuno dei criteri previsti dal disciplinare di gara. Ora, come da procedura di legge, saranno effettuate le ulteriori verifiche dei requisiti e al termine verrà comunicato ufficialmente il soggetto che realizzerà lo studio di fattibilità.

 

 

Il Consorzio ha completato i lavori di somma urgenza finanziati dall’assessorato regionale all’Ambiente con 262 mila euro per la messa in sicurezza e la rifunzionalizzazione dei rii Riazzolo, Fornaci e Castello

29 Aprile 2024Battute finali per gli interventi di somma urgenza relativi alla messa in sicurezza e alla rifunzionalizzazione dei corsi d’acqua naturali Rio Riazzolo, Rio Fornaci e Rio Castello, nel territorio del Comune di Casalgrande (RE), lavori di regimazione idraulica finanziati dalla Regione Emilia-Romagna per un importo pari a 262 mila euro, della cui progettazione e direzione si è occupato il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale (attraverso il Settore Lavori Pubblici coordinato da Angela Tincani) nell’ambito della Convenzione per la gestione del reticolo interconnesso nell’area pedecollinare in provincia di Reggio Emilia: un protocollo, sottoscritto dai due enti nel 2022, che ha consentito una pronta risposta operativa sul territorio dopo che gli eventi temporaleschi di forte intensità della scorsa primavera avevano causato un ingente trasporto di sedimenti, alcune erosioni spondali, la caduta di piante lungo i sopracitati corsi d’acqua e la loro esondazione in alcuni punti del reticolo idrografico (secondo ARPAE le piogge cumulate avevano superato i 250 mm, valore corrispondente a circa un quarto della precipitazione media annua).

“Una risposta concreta che consolida ulteriormente il ruolo dei Consorzi di bonifica nell’azione di presidio del territorio e la proficua sinergia con la Regione Emilia-Romagna – ha sottolineato Lorenzo Catellani, presidente dell’Emilia Centrale –. La fascia pedecollinare rappresenta uno snodo cruciale tra le terre delle alte valli appenniniche e la zona delle aree di pianura”.

“Abbiamo riportato le sezioni d’alveo alla loro piena efficienza asportando il materiale accumulato e ampliando la loro capacità di invaso – ha spiegato Domenico Turazza, direttore generale dell’Emilia Centrale –. Inoltre abbiamo ripristinato frane ed erosioni, rafforzando quelle sponde indebolite che ora potranno contare su una difesa più performante grazie alla posa di massi ciclopici. Infine, per evitare ostruzioni dei tratti tombati, abbiamo realizzato dispositivi per il trattenimento della vegetazione secca galleggiante”.

[Nelle foto allegate: escavatori a lavoro durante l’esecuzione degli interventi su Rio Riazzolo, Rio Fornaci e Rio Castello, nel territorio del Comune di Casalgrande, RE]

Presentazione ai sindaci di sponda Reggiana dell’intervento da 12 milioni di euro che garantirà migliore approvvigionamento idrico per il mondo agricolo, maggior sicurezza idraulica dell’intera area rispetto a quella attuale e minore impatto ambientale circostante secondo un modello già convincente in Austria, Slovenia e anche in Piemonte

23 Aprile 2024 – Giornata di approfondimento per i numerosi sindaci di sponda Reggiana dell’Unione Val d’Enza che, grazie alla disponibilità del presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, Lorenzo Catellani e dello staff tecnico (coordinato nell’occasione dal direttore generale Domenico Turazza insieme all’ingegner Ada Francesconi), hanno effettuato un sopralluogo tecnico-idraulico alla Traversa di Cerezzola nel Comune di Canossa, risalente agli Anni ’50 e oggi interessata da importanti lavori a seguito del progetto di ri-funzionalizzazione del valore di 12 milioni di euro approvato da Ministero Infrastrutture e Trasporti e Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po.

Proprio il progetto di ri-funzionalizzazione del nodo idraulico di Cerezzola infatti prevede il recupero e ampliamento di capacità d’invaso per circa 100.000 metri cubi (rinnovabili più volte nei periodi di necessità) attraverso la realizzazione di uno sbarramento mobile ribaltabile (Hard Top Rubber Dam) che permetterà la regolazione dei livelli in alveo abbattendosi in condizioni di morbide del corso d’acqua. Contestualmente si raggiungeranno importanti obiettivi di efficienza di derivazioni idriche esistenti di primaria importanza.

“Non possiamo che esprimere soddisfazione e complimentarci per questo intervento di grande valore curato dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale. Come rappresentanti del territorio siamo consapevoli dell’importanza che la risorsa irrigua ha per le produzioni agricole, per la filiera del Parmigiano-Reggiano e per la tutela dell’ambiente – ha evidenziato Luca Ronzoni, presidente dell’Unione Val d’Enza –. La carenza idrica, soprattutto nel periodo estivo è da sempre un problema; oggi siamo in attesa dello studio di fattibilità sull’invaso, ma le necessità erano ben definite da tempo e ci obbligano a dare delle risposte, che dovranno essere frutto di una strategia complessiva che prevede diversi interventi e soprattutto alcuni a breve termine; l’estate è alle porte e questo intervento si pone come un miglioramento immediato per gestire da subito la risorsa idrica. I sindaci della Val d’Enza, consapevoli della gravità del problema, hanno da anni intrapreso un confronto costruttivo con tutti gli attori interessati, in particolar modo con gli agricoltori, finalizzato alla definizione di un progetto strategico che preveda molteplici azioni sia per valorizzare il corridoio verde costituito dal torrente Enza e sia per combattere la siccità e tutelare la produzione del Parmigiano-Reggiano. La traversa di Cerezzola non è ‘la’ soluzione, ma parte di un composto combinato di azioni necessarie a raggiungere l’obiettivo. Un intervento costruito con lungimiranza a metà del secolo scorso, di cui ne beneficiano due comprensori provinciali che, grazie al contributo della Bonifica ed al cofinanziamento della Regione Emilia-Romagna, guarda al futuro, avallando il concetto che ci piace sottolineare da anni che il torrente Enza non è una barriera fisica che divide, ma un’opportunità ambientale che unisce.

L’intervento si configura anche come importante opera di messa in sicurezza idraulica dell’area (caratterizzata attualmente da un potenziale rischio di esondazione con portate di piena anche dal modesto tempo di ritorno) e stabilizzazione della traversa stessa, con conseguente messa in sicurezza. I lavori, finanziati dal PNRR al Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale quale soggetto attuatore, sono partiti a gennaio 2024 e sono stati affidati ad un raggruppamento temporaneo costituito da imprese locali (Consorzio Corma e FEA Srl). L’importo dei lavori, a seguito di aggiudicazione, è di circa 12 milioni di euro. I lavori si concluderanno a fine ottobre 2025.

“La visita di oggi intende mostrare agli amministratori della Val d’Enza le funzionalità e il ruolo di un’opera strategica per l’intero territorio – ha sottolineato Lorenzo Catellani, presidente dell’Emilia Centrale –, fondamentale sia per la derivazione di acqua per uso agricolo e potabile che per la sicurezza e ritenuta dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po come sinergica alla realizzazione di un invaso volto a compensare il deficit idrico stimato. L’Emilia Centrale, con i lavori di Cerezzola e la gara per il Docfap, sta effettuando un lavoro veramente importante volto a ricercare una soluzione concreta alle criticità idriche della Val d’Enza”.

[Nelle foto allegate: un momento del summit tra i sindaci dell’Unione Val d’Enza e i vertici del Consorzio di bonifica Emilia Centrale; la collettiva della visita odierna che ritrae le due delegazioni presenti in loco; e una veduta da drone del cantiere di Cerezzola]

Presentazione ai sindaci di sponda Reggiana dell’intervento da 12 milioni di euro che garantirà migliore approvvigionamento idrico per il mondo agricolo, maggior sicurezza idraulica dell’intera area rispetto a quella attuale e minore impatto ambientale circostante secondo un modello già convincente in Austria, Slovenia e anche in Piemonte

23 Aprile 2024 – Giornata di approfondimento per i numerosi sindaci di sponda Reggiana dell’Unione Val d’Enza che, grazie alla disponibilità del presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, Lorenzo Catellani e dello staff tecnico (coordinato nell’occasione dal direttore generale Domenico Turazza insieme all’ingegner Ada Francesconi), hanno effettuato un sopralluogo tecnico-idraulico alla Traversa di Cerezzola nel Comune di Canossa, risalente agli Anni ’50 e oggi interessata da importanti lavori a seguito del progetto di ri-funzionalizzazione del valore di 12 milioni di euro approvato da Ministero Infrastrutture e Trasporti e Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po.

Proprio il progetto di ri-funzionalizzazione del nodo idraulico di Cerezzola infatti prevede il recupero e ampliamento di capacità d’invaso per circa 100.000 metri cubi (rinnovabili più volte nei periodi di necessità) attraverso la realizzazione di uno sbarramento mobile ribaltabile (Hard Top Rubber Dam) che permetterà la regolazione dei livelli in alveo abbattendosi in condizioni di morbide del corso d’acqua. Contestualmente si raggiungeranno importanti obiettivi di efficienza di derivazioni idriche esistenti di primaria importanza.

“Non possiamo che esprimere soddisfazione e complimentarci per questo intervento di grande valore curato dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale. Come rappresentanti del territorio siamo consapevoli dell’importanza che la risorsa irrigua ha per le produzioni agricole, per la filiera del Parmigiano-Reggiano e per la tutela dell’ambiente – ha evidenziato Luca Ronzoni, presidente dell’Unione Val d’Enza –. La carenza idrica, soprattutto nel periodo estivo è da sempre un problema; oggi siamo in attesa dello studio di fattibilità sull’invaso, ma le necessità erano ben definite da tempo e ci obbligano a dare delle risposte, che dovranno essere frutto di una strategia complessiva che prevede diversi interventi e soprattutto alcuni a breve termine; l’estate è alle porte e questo intervento si pone come un miglioramento immediato per gestire da subito la risorsa idrica. I sindaci della Val d’Enza, consapevoli della gravità del problema, hanno da anni intrapreso un confronto costruttivo con tutti gli attori interessati, in particolar modo con gli agricoltori, finalizzato alla definizione di un progetto strategico che preveda molteplici azioni sia per valorizzare il corridoio verde costituito dal torrente Enza e sia per combattere la siccità e tutelare la produzione del Parmigiano-Reggiano. La traversa di Cerezzola non è ‘la’ soluzione, ma parte di un composto combinato di azioni necessarie a raggiungere l’obiettivo. Un intervento costruito con lungimiranza a metà del secolo scorso, di cui ne beneficiano due comprensori provinciali che, grazie al contributo della Bonifica ed al cofinanziamento della Regione Emilia-Romagna, guarda al futuro, avallando il concetto che ci piace sottolineare da anni che il torrente Enza non è una barriera fisica che divide, ma un’opportunità ambientale che unisce.

L’intervento si configura anche come importante opera di messa in sicurezza idraulica dell’area (caratterizzata attualmente da un potenziale rischio di esondazione con portate di piena anche dal modesto tempo di ritorno) e stabilizzazione della traversa stessa, con conseguente messa in sicurezza. I lavori, finanziati dal PNRR al Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale quale soggetto attuatore, sono partiti a gennaio 2024 e sono stati affidati ad un raggruppamento temporaneo costituito da imprese locali (Consorzio Corma e FEA Srl). L’importo dei lavori, a seguito di aggiudicazione, è di circa 12 milioni di euro. I lavori si concluderanno a fine ottobre 2025.

“La visita di oggi intende mostrare agli amministratori della Val d’Enza le funzionalità e il ruolo di un’opera strategica per l’intero territorio – ha sottolineato Lorenzo Catellani, presidente dell’Emilia Centrale –, fondamentale sia per la derivazione di acqua per uso agricolo e potabile che per la sicurezza e ritenuta dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po come sinergica alla realizzazione di un invaso volto a compensare il deficit idrico stimato. L’Emilia Centrale, con i lavori di Cerezzola e la gara per il Docfap, sta effettuando un lavoro veramente importante volto a ricercare una soluzione concreta alle criticità idriche della Val d’Enza”.

[Nelle foto allegate: un momento del summit tra i sindaci dell’Unione Val d’Enza e i vertici del Consorzio di bonifica Emilia Centrale; la collettiva della visita odierna che ritrae le due delegazioni presenti in loco; e una veduta da drone del cantiere di Cerezzola]

Ragazze e ragazzi da Austria, Germania, Paesi Bassi e Finlandia per scoprire le funzionalità del nodo idraulico ed approfondire il tema della gestione delle acque. Con loro anche gli studenti dell’Istituto Formiggini di Sassuolo

18 Aprile 2024Duecento studenti, tra cui alcuni provenienti da Austria, Germania, Paesi Bassi e Finlandia, insieme alle classi quarte dell’Istituto “Angelo Fortunato Formiggini” di Sassuolo, hanno visitato l’invaso di Castellarano Grande nell’ambito del progetto Erasmus Water Management e delle iniziative per la Giornata della Terra del prossimo 22 Aprile. L’incontro è stato organizzato dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale: gli studenti del liceo hanno approfondito i temi relativi alla gestione delle acque, insieme alle scuole dei loro Paesi partner, grazie alle lezioni dei tecnici dell’Ente.

I ragazzi hanno partecipato a cinque laboratori gestiti dai tecnici del Consorzio: Mauro Bigliardi ha parlato della gestione delle acque di superficie; Stefano Denti ha tenuto un approfondimento sul fiume Secchia e la gestione della Traversa in piena; Antonio Canovi, geostorico e collaboratore dell’ente consortile, ha accompagnato i ragazzi alla stretta del Pescale; Ada Francesconi ha mostrato il progetto di costruzione della Centrale e Steven Benassi ha invece illustrato il funzionamento dell’impianto.

“È importante che un Consorzio come il nostro – sottolinea Domenico Turazza, Direttore Generale del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, che ha accolto e salutato i giovani con un intervento in lingua inglese – si interfacci con la sfera scolastica, anche internazionale, con ragazzi provenienti, come in questo caso, anche da paesi come Germania e Finlandia, per spiegare la corretta gestione dell’acqua. Il nodo di Castellarano costituisce un caso-studio interessante: l’impianto ha finalità irrigue, industriali e idroelettriche; una pluralità di usi che rappresenta un plusvalore. L’attività didattica rientra anche nell’ambito della Giornata della Terra del 22 aprile per responsabilizzare i ragazzi e le ragazze in merito ai temi del rispetto della biosfera”.

“Il nodo idraulico di Castellarano – sottolinea Marzia Bonicelli, dell’Ufficio Comunicazione del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale ha permesso ai ragazzi e agli insegnanti di conoscere un importante comparto per la gestione delle acque svolta dai Consorzi di Bonifica e visitare una centrale idroelettrica dall’interno per essere partecipi di un processo di produzione di energia rinnovabile. Ringraziamo il Comune di Castellarano che è stato molto presente e collaborativo e siamo orgogliosi di aver contributo ad un tassello nel loro bagaglio di conoscenze”.

[Nella foto allegata: la collettiva della giornata che ritrae insieme i ragazzi Erasmus, gli studenti del Liceo Formiggini, i rispettivi insegnanti e i membri dell’Emilia Centra

Il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, insieme all’Unione Montana dell’Appennino Reggiano, al Consorzio Volontario Forestale Terre Medio Appennino Reggiano e all’Associazione Amici del Castagneto Matildico di Marola – ODV sono lieti di invitarVi all’evento

“CURARE IL BOSCO, RIGENERARE L’APPENNINO”
kick-off Meeting del Progetto “Promozione e diffusione di nuove forme di associazionismo fondiario per la gestione integrata del patrimonio forestale” nell’ambito del Programma Operativo Green Community “La Montagna del Latte” – intervento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del NEXT GENERATION EU attraverso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

All’evento, che si svolgerà nella giornata di
Venerdì 19 Aprile, dalle ore 9:30 alle ore 17:30 presso il Salone dell’Albergo Ristornate Marola
Viale Bismantova, 2 Marola – Comune di Carpineti RE
le coordinate dell’esatta posizione per raggiungere il luogo dell’evento sono visualizzabili al seguente link Google Maps: https://maps.app.goo.gl/hBjsfvxNz5NbYSu67 )

interverranno:

MASSIMILIANO GIBERTINI – Presidente del Consorzio Volontario Terre Medio Appennino Reggiano
LORENZO CATELLANI – Presidente del Consorzio di Bonifica Emilia Centrale
ELIO ILVO SASSI – Presidente della Unione Montana dei Comuni dell’Appennino Reggiano
TIZIANO BORGHI – Sindaco di Carpineti
ILARIA DALL’ASTA – Unione Montana dei Comuni dell’Appennino Reggiano
DOMENICO TURAZZA – Direttore Consorzio di Bonifica Emilia Centrale
CLEMENTINA SANTI – Associazione Amici del Castagneto Matildico
ALESSANDRA STEFANI – Direttore Generale delle Foreste e della Economia Montana del Ministero per l’Agricoltura, la Sovranità Alimentare e le Foreste
MARCO MARCHETTI – Università del Molise, Presidente Fondazione Alberi Italia
FAUSTO GIOVANELLI – Presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano
VALERIO FIORAVANTI – Direttore Ente Parchi Emilia Centrale
BARBARA LORI – Assessora alla Programmazione territoriale, Edilizia, Politiche abitative, Parchi e forestazione, Pari opportunità, Cooperazione internazionale allo sviluppo della Regione Emilia-RomagnaMARCO BUSSONE – Presidente Unione Comuni, Comunità ed Enti Montani

Introduce e modera i lavori della mattina: GIAMPIERO LUPATELLI – CAIRE Consorzio.
ELVIO ROSTAGNO – Presidente del Consorzio delle Associazioni Fondiarie Piemontesi
TONINO BERNABÈ – Presidente di Romagna Acque Società delle Fonti
MARCO ALLOCCO – Presidente Seacoop
ARONNE RUFFINI – Assessore alla forestazione dell’Unione Montana Appennino Reggiano
ANTONIO BRUNORI – Segretario Generale di PEFC Italia
DAVIDE PETTENELLA – Università di Padova, Presidente del Cluster Nazionale Italia Foreste Legno

Introduce e modera i lavori della mattina: ENRICO BUSSI – Consorzio TEMAR.

La piena del Po, di media entità, ha raggiunto il massimo nella serata di ieri (mercoledì, n.d.a.) a Boretto (RE). Squadre impegnate anche per il monitoraggio dei livelli di Enza e Secchia. Impianto di San Siro attivo a San Benedetto Po

3 Aprile 2024 – Tecnici del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale attivi già da alcuni giorni a Boretto (RE), presso l’impianto consortile sul fiume Po e per gestire le paratoie sul Canale Derivatore, creando i livelli di controspinta per la sicurezza dei manufatti nella zona.

Il Personale operativo monitora i livelli dalla Sala del Telecontrollo della sede consortile di Reggio Emilia per regolare l’immissione delle acque e controbilanciare la spinta idrostatica del Grande Fiume in caso di necessità, come avvenuto nella serata di martedì.

Nel territorio di San Benedetto Po (MN) è stato attivato l’idrovoro San Siro per via dell’incremento dei livelli dei corsi d’acqua nel Mantovano; nella giornata di Pasquetta sono stati chiusi gli scarichi a gravità e da ieri (mercoledì, n.d.a.) l’impianto è in funzione per agevolare il deflusso dei livelli del canale Emissario. 

Situazione sotto osservazione anche tra il Modenese e il Reggiano dove l’ente consortile ha fatto fronte alle piene del fiume Secchia, che ha visto il colmo a Bondanello nel primo pomeriggio di ieri (mercoledì, n.d.a.) e del torrente Enza (ormai in discesa verso valle): piene che hanno costretto il Consorzio a chiudere gli scaricatori alla Scutellara, sul canalazzo di Brescello per l’Enza; e a Bondanello, scarico gravità, per il Secchia, che è stato così separato dalla rete interna consortile ponendola in sicurezza.

L’Emilia Centrale, con grande impegno, sta inoltre riuscendo a trattenere una parte della risorsa idrica, contando di adoperarla per le richieste irrigue, mantenendo i livelli grazie agli invasi dei canali principali dei giorni scorsi e fino ad esaurimento della piena, così da poter riaprire gli scarichi a gravità di San Siro una volta in sicurezza la rete delle acque alte.

[Foto allegata: un’immagine dell’impianto consortile a Boretto (RE) durante la piena del Po nel primo pomeriggio di mercoledì 3 aprile]

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