Bonvicini: “Nell’annus horribilis della siccità epocale il patto tra imprese agricole e bonifica ha evitato il peggio, ma occorre una strategia di area più vasta e convinta per il futuro di questo territorio, soprattutto in Val d’Enza”. Turazza: “Ben venga anche il raddoppio delle acque depurate da Mancasale”

31 Agosto 2022 – L’anno 2022 si è manifestato come il più siccitoso da almeno 70 a questa parte e la pianura Padana ha gravemente sofferto la carenza idrica causata dalla mancanza costante di riserve nevose contemporaneamente alle alte temperature; questo scenario, iniziato già nei mesi invernali, poverissimi di precipitazioni, ha giocoforza costretto il Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale ad anticipare il consueto servizio di irrigazione a beneficio delle imprese agricole del comprensorio servito tanto che l’attività ha preso il via già dalla prima metà del mese di Marzo, cosa mai avvenuta nei 12 anni precedenti.

I numeri 

I prelievi di risorsa idrica – mediante l’ausilio degli impianti idrovori consortili in prossimità delle derivazioni da corsi d’acqua naturali, fiumi e torrenti – hanno consentito al Consorzio di derivare complessivamente oltre 160 milioni di metri cubi: il 79% direttamente dal fiume Po a Boretto, alla presa di Boretto; per il 12% dal fiume Secchia, alla Traversa di Castellarano; per il 5% dall’Enza, a Cerezzola; per il 3% dal depuratore di Mancasale, a Reggio Emilia, che consente di recuperare e depurare oltre 5 milioni di mc di risorsa proveniente da reflui; e per il restante 1% dalla falda attraverso il prelievo da pozzo.

Le richieste di irrigazione per coltura

Ad oggi risultano essere state completate circa 16.400 irrigazioni complessive ad approvvigionamento di una superficie irrigata almeno una volta somma di 25.500 ettari. La coltura prevalentemente irrigata è stata il vigneto (7.352 ettari), seguito dal mais (5.138 ettari), dal medicaio (4.292) e dal prato stabile (3.166). Seguono il pomodoro, le pere, la soia e la barbabietola.

La crisi idrica epocale

Questi numeri, di per sé importanti, ma non straordinari per le performances che il Consorzio dell’Emilia Centrale ha ottimizzato progressivamente nel tempo, non forniscono comunque il quadro reale e tangibile delle indubbie e ingenti difficoltà che lo staff consortile e tutti i suoi operatori che capillarmente hanno presidiato il territorio hanno dovuto affrontare per poter garantire con continuità la regolarità del servizio di irrigazione nell’area gestita. Infatti, se i prelievi da Enza e Secchia si sono tutto sommato dimostrati abbastanza in linea con le più recenti annate siccitose (2012 e 2017) questa stagione irrigua passerà alla storia per la gravissima crisi idrica che ha interessato il Grande Fiume, fonte di prelievo indispensabile e prioritaria, che, soprattutto nel mese di Luglio ha toccato livelli minimi di portata che non si ricordavano a memoria d’uomo.

La strategia del Consorzio

Per fronteggiare adeguatamente questo eccezionale stato di crisi l’Emilia Centrale ha aggiornato fin dalla metà del mese di Giugno il proprio “Piano di Conservazione della risorsa idrica e di Gestione delle Siccità” disponendo una sorta di razionamento calcolato della risorsa, preventivamente coordinato e concertato con i rappresentanti delle associazioni agricole. Grazie a queste misure e grazie anche agli investimenti effettuati nel corso tempo per assicurare il regolare funzionamento dell’impianto di Boretto (divenuto universalmente nell’immaginario collettivo il simbolo di questa crisi storica nel nostro paese) il Consorzio è riuscito a servire tutte le aziende agricole che ne hanno fatto richiesta senza lasciare a secco nessuno. Si tratta di un risultato di sistema assai di rilievo e soprattutto non scontato che mostra chiaramente lo sforzo collettivo dell’ente che si è prodigato con impegno ed abnegazione per soddisfare la complessità variegata delle richieste dell’utenza di un’area così estesa che si estende nella Bassa sulle province di Reggio Emilia, Modena e Mantova. Un risultato di eccellenza in un momento così difficile che va considerato in comunione con la componente agricola senza la quale questi traguardi di certo non sarebbero stati centrati; “La disponibilità con cui si è fatta di necessità virtù – hanno sottolineato il presidente del Consorzio dell’Emilia Centrale Marcello Bonvicini e il direttore generale Domenico Turazza in collaborazione disciplinata con le imprese agricole è stata esemplare. L’adeguamento al Piano di razionamento della risorsa idrica delle aziende in stretta collaborazione con il Consorzio ha contribuito notevolmente a sterili dispersioni e mettendo a profitto ogni singola goccia disponibile in modo consapevole e proficuo”.

Unica nota dolente viene dalla Val d’Enza

Purtroppohanno sottolineato Presidente e Direttorecome ormai avviene da qualche anno, per la mancanza di acqua nel Torrente Enza verso la metà del mese di Luglio il Consorzio ha dovuto sospendere il servizio irriguo che è proseguito solo in ambiti molto localizzati grazie agli emungimenti dai pozzi. Questo è uno scenario che sicuramente non ci piace e che ci auguriamo possa mutare in fretta grazie a tutte le progettualità che si potranno mettere in campo ed in grado di alleviare queste incognite nel futuro per un’area così importante per economia e occupazione”.

Meglio il Secchia

Diversamente è andata invece nella zona di alta pianura servita dal Secchia che è stato nelle condizioni di consentire un, seppur limitato, apporto della risorsa per tutta la stagione irrigua. Inoltre, questa zona ha potuto disporre anche dell’acqua derivata dal fiume Po.

Riutilizzo delle acque depurate della città di Reggio dall’impianto di Mancasale

Anche il contributo delle acque provenienti dall’impianto di depurazione e affinamento del Gruppo IREN situato a Mancasale si sono dimostrate quanto mai provvidenziali; il loro contributo, in piena crisi idrica, è stato più che prezioso. Citato come esempio virtuoso su scala nazionale e preso ad esempio pragmatico anche da molti altri operatori dei servizi idrici integrati che si stanno velocemente muovendo in questa direzione, il recupero di risorsa si è quantificato in 5 milioni di metri cubi d’acqua praticamente consegnata direttamente “al campo”, acqua che altrimenti sarebbe andata a mare Adriatico.

Per questa ragione il Consorzio saluta con soddisfazione la notizia del possibile raddoppio dell’impianto.

[Nella foto allegata la chiusa sita presso un canale irriguo consortile]

18 luglio 2022 – Un accordo strategico e quanto mai attuale quello siglato oggi tra Carla Di Francesco, presidente del FAI Emilia-Romagna, e Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione dei Consorzi di Bonifica regionali: viene esplicitata la volontà congiunta di far conoscere e valorizzare l’imponente patrimonio architettonico ed ambientale che i Consorzi custodiscono e gestiscono nel territorio delimitato tra il fiume Po’, la dorsale appenninica e l’Adriatico.

Un patrimonio che comprende le principali ‘cattedrali dell’acqua’ che punteggiano l’ambiente emiliano-romagnolo, laddove canali, fiumi e terre si incontrano; capolavori di archeologia industriale dedicata alla gestione delle acque di superficie, realizzati tra la metà dell’800 e la metà del ‘900.

Strutture eleganti e manutenute con cura, spesso inserite in contesti paesaggistici di rara bellezza, dove emerge la maestria secolare con cui gli uomini e la tecnica hanno governato il delicato rapporto tra le acque e i suoli.

Basti pensare agli impianti di inizio ‘900 di Codigoro (protagonista dei quadri di De Chirico), Marozzo, Bondeno, Pilastresi, Saiarino, Vallesanta e Beccara Nuova in provincia di Ferrara; la Chiusa sul Sillaro e l’impianto di Bagnetto, nel bolognese; Boretto e Torrione nel reggiano; Fosso Ghiaia e Madonna del Pino nel ravennate e tanti altri.

Il Presidente di ANBI Francesco Vincenzi: “Nel mezzo di un’emergenza idrica come quella odierna, appare la necessità di far conoscere a tutti i cittadini, e soprattutto a quelli maggiormente consapevoli, la complessità e la ricchezza di esperienza tecnica che la gestione delle acque di superficie ha maturato questa regione nel corso dei secoli. Esperienza che ci consente di guardare al futuro elaborando nuove strategie di resilienza e di governo della risorsa idrica”.

La Presidente regionale FAI Carla Di Francesco: “Le affascinanti strutture idrovore ed i diversi manufatti connessi assumono un particolare significato a maggior ragione in questi difficili tempi di crisi climatica ed idrica: sono state parte essenziale della trasformazione di molta parte del paesaggio padano da palude a campi fertili, e consentono oggi l’uso oculato delle acque per l’agricoltura, nello stesso tempo mantenendo il territorio in sicurezza. Il FAI regionale e le Delegazioni dell’Emilia-Romagna, nell’ambito della loro missione, contribuiranno a far conoscere la storia epica delle Bonifiche, la genesi e le caratteristiche ambientali e paesaggistiche del territorio padano, la società e le storie di persone, tecnici, e famiglie che con grande perizia e fatica le hanno prodotte”.

Il Presidente dell’Emilia Centrale Marcello Bonvicini: “La bonifica nel tempo non ha solo contribuito a modellare il paesaggio in funzione delle necessità economiche, ma ha creato, grazie alla sua rete di canali, dal nulla, vere e proprie isole di biodiversità con un habitat unico. E quindi, nell’anno del Centenario, la valorizzazione e la fruibilità al grande pubblico di questi luoghi e delle opere architettoniche che hanno consentito all’acqua di raggiungere tutto il territorio altrimenti arido diventa una priorità anche per sensibilizzare la cittadinanza tutta sul valore essenziale di questa risorsa che a causa del cambiamento del clima scarseggia sempre di più soprattutto nei mesi estivi. L’accordo col FAI ci consentirà di mostrare le nostre unicità grazie alla nuova convenzione e alla provata esperienza di coinvolgimento di questo ente così attivo nella promozione e conoscenza del territorio e delle sue bellezze”.

Link alle interviste e foto impianti  https://we.tl/t-hYTBIBQF4l

Il FAI in Emilia-Romagna è rappresentato dalla Presidente Regionale, dalla Referente Regionale e da 10 Delegazioni, 10 Gruppi FAI, con oltre 15.000 aderenti e 9 Gruppi FAI Giovani con oltre 1.500 aderenti.

Il presidente Bonvicini: “Finché possibile continuiamo con grande impiego di risorse umane ed economiche a garantire l’acqua all’agricoltura in linea con i dettami regionali e distrettuali”

28 Giugno 2022 – A causa dell’emergenza idrica e vista la rilevanza rivestita dal nodo idraulico sul Po il Cda del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, in via straordinaria, ha deciso di riunirsi all’interno dell’impianto consortile di Boretto (RE) per confrontarsi sui temi all’ordine del giorno (come da foto allegata), primo tra tutti l’emergenza siccità, ormai endemica, che ha colpito il bacino Padano.

Dall’analisi dell’attuale stato dell’arte emerge come le complesse manovre – dalla natura eccezionale ed effettuate giornalmente dal Consorzio con impiego massiccio di uomini, mezzi e risorse economiche – stiano seguitando a garantire la continuità della derivazione, pur se in misura ridotta (al 50-60% della risorsa che, comunque, è un dato in linea con la stagione); ma che le condizioni del fiume, i cui afflussi sono in costante decrescita potrebbero, nel caso perdurasse l’assenza di significative precipitazioni, imporre eventuali riduzioni: per cui l’Emilia Centrale farà di tutto per garantire la risorsa idrica al comparto agricolo, ma sempre finché possibile e restando in linea con i dettami regionali e distrettuali.

Intervenuto in apertura di seduta Marcello Bonvicini, presidente dell’Emilia Centrale – che ha condotto i membri dell’intero Consiglio d’Amministrazione all’interno del greto del Po, in prossimità delle manovre straordinarie che l’ente di bonifica sta eseguendo per continuare a garantire la derivazione della risorsa idrica necessaria all’agricoltura, finché possibile – ha sottolineato: “Oggi era importante riunirsi qui: la ‘presa’ di Boretto riveste un valore fondamentale per l’intero comprensorio irriguo dell’Emilia-Romagna centrale, poiché serve 210 mila ettari di territorio a forte vocazione agricola tra le province di Reggio Emilia, Modena e anche parte della destra mantovana. Il Consorzio seguita, con notevole impiego di risorse umane ed economiche, a fare tutto il possibile per continuare a garantire l’acqua al comparto agricolo finché sarà possibile derivare”.

Alla seduta erano inoltre presenti e sono intervenuti anche Ada Giorgi, presidente del Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po; e Matteo Benassi, sindaco del Comune di Boretto.

[Nella foto allegata un momento del CdA odierno della Bonifica dell’Emilia Centrale presso l’impianto consortile di Boretto, RE; e Mauro Bigliardi, tecnico a capo della Sezione impianti del Consorzio, mentre pianifica l’operatività delle manovre straordinarie insieme agli uomini della sua squadra]

Manovre straordinarie con uomini e mezzi mai effettuate prima d’ora. Il presidente Bonvicini: “Domani incontro con associazioni agricole di Reggio e Modena”

15 Giugno 2022 – Temperature tipiche del mese di Agosto, con ondate di calore record per il periodo e medie superiori di +3/4° gradi; pesante incremento dell’evapotraspirazione dei suoli che, peraltro già pesantemente inariditi a causa dell’assenza di piogge, presentano un tenore di umidità al minimo; pericolo imminente di notti tropicali che andrebbero ulteriormente ad incrementare il fabbisogno idrico delle colture nei campi: questo contesto fortemente critico per l’agricoltura e l’habitat ha spinto l’Emilia Centrale a recarsi d’urgenza, questa mattina, a Boretto, presso l’impianto idrovoro consortile per effettuare prontamente alcune capillari manovre straordinarie atte a poter garantire la continuità dei prelievi irrigui dal Po, oggi a -4,30 metri nella sezione di riferimento reggiana (fonte: AIPo – Agenzia interregionale per il fiume Po).

“Si tratta di manovre complesse, mai effettuate prima d’ora – rileva il direttore generale dell’ente, Domenico Turazzainterventi davvero di natura eccezionale, con impiego massiccio di uomini e mezzi, ma che riteniamo possano garantire la continuità della derivazione, pur se in misura ridotta, poiché le condizioni del fiume ci impongono un regime di razionamento forzato”.

Sul posto, oltre ad Ada Giorgi e Raffaele Monica – rispettivamente presidente e direttore del Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po, il cui comprensorio è sotteso alla stessa derivazione dal Grande Fiume – anche Alessio Picarelli e Tania Ruggiero, dirigente e funzionario della Direzione navigazione di AIPo che, in qualità di ente responsabile sovraordinato alla gestione del Grande Fiume, ha autorizzato gli interventi eccezionali messi in campo dall’Emilia Centrale per poter mantenere l’esercizio della derivazione almeno al 50% del fabbisogno teorico.

Presente anche Marcello Bonvicini, presidente dell’Emilia Centrale, che ha assistito ai lavori sottolineando gli sforzi del personale consortile: “Ringrazio i dirigenti, i tecnici e gli operai per la tempestività con cui siamo intervenuti e che dovrebbe garantire, al momento, di poter proseguire l’attività irrigua anche nelle prossime settimane. Siamo consci che la situazione è critica e complessa e facciamo del nostro meglio per poterla gestire. Nella giornata di domani, giovedì 16 giugno, incontreremo i rappresentanti delle associazioni agricole di Reggio Emilia e Modena per informarli sullo stato dell’arte e sui provvedimenti che, come Consorzio, chiediamo di intraprendere per un uso più responsabile e oculato dell’acqua da parte di tutti, evitando il più possibile sprechi controproducenti di risorsa, per assicurare a tutti gli agricoltori l’acqua necessaria alle colture in atto”.

[Nella foto allegata alcuni rappresentanti degli enti presenti a Boretto, RE. Da sinistra: Ada Giorgi, presidente del Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po; Marcello Bonvicini, presidente Bonifica Emilia Centrale; Alessio Picarelli e Tania Ruggiero, rispettivamente dirigente e funzionario della Direzione navigazione di AIPo]

Dapprima il coinvolgimento degli agricoltori dell’Appennino di Reggio, Parma e Modena, ora anche l’ok dall’Europa per Life Agricolture. Si tratta di un progetto innovativo e quadriennale per lo studio, la prova e la divulgazione di pratiche di agricoltura conservativa attualmente in corso in 15 aziende sul territorio di Parma, Reggio e Modena. È promosso dal Consorzio di Bonifica Emilia Centrale e Burana, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e Crpa. Ha l’obiettivo ambizioso di fare economia e stoccare carbonio nei suoli rurali e venerdì 27 maggio a Succiso (Ventasso), ospiterà una giornata dimostrativa con giornalisti dalle regioni, scuole e tecnici.

Nei giorni scorsi è giunta da Bruxelles Claudia Guerrini, project advisor della Commissione europea per la valutazione dei progetti Life europei. La project advisor ha osservato nei campi dimostrativi di tre aziende i primi risultati del progetto, oltre a come gli agricoltori dell’Appennino curano i loro terreni: “Durante la mia vista in questi posti ho avuto modo di vedere che c’è amore nel loro lavoro. Il percorso Life Agricolture è apparso dall’inizio molto promettente e già nel primo periodo di vita e tutto questo ora è stato confermato. È uno dei progetti che sto osservando e che sta avendo più successo per il monitoraggio; tutto sta procedendo secondo programmi”.
“La visita in campo – spiega la dottoressa Guerrini – serve per avere una visione più diretta delle azioni perché il programma Life Agricolture, come tutti i programmi europei di questo tipo. Attraverso le visite di monitoraggio è possibile avere una visione diretta delle azioni, così come parlare con chi queste azioni le realizza. Ho incontrato persone motivate e pragmatiche, innamorate del loro lavoro: sono qualità indispensabili per l’attuazione del programma Life, non a caso viene chiamato anche programma delle persone, perché ha al centro le persone e anche un forte aspetto socio economico. È un progetto a tutto tondo che sta procedendo secondo i piani e sta consegnando risultati positivi. Mi aspetto che alla fine della sua durata, nel 2023, abbia portato a termine tutti gi obiettivi previsti, anzi credo possa anche produrre di più”.
Soddisfatto dell’andamento anche Carlo Ponzio, monitor di alcuni progetti Life in Italia, che ha avuto il compito di seguire il progetto sin dall’inizio. “La nostra attività – spiega riferendosi al suo lavoro – è di coach, nel senso che aiutiamo i nostri partneriati che gestiscono i progetti a comprendere le regole, soprattutto quelle finanziarie, seguiamo le attività e cerchiamo di aiutarli quando sono in difficoltà. Interveniamo soprattutto quando c’è il rischio che non riesca raggiungere i risultati prefissati. Siamo intermediari tra i proponenti di queste azioni e l’Agenzia Cinea che a Bruxelles è responsabile del finanziamento delle azioni Life. A questa Agenzia riferiamo il nostro lavoro di monitoraggio”
Quindi l’osservazione su quanto accade nell’Appennino emiliano con questa sperimentazione: “Life Agricolture è iniziato due anni, va molto bene. Abbiamo vistato alcune aziende agricole che stanno facendo delle prove di dimostrazione di tecniche di coltura sia di attività colturale che di attività di regimazione delle acque. Sono tutte attività che migliorano le attività dei campi, la vita e l’economia degli agricoltori, ma sono anche misure importanti per mitigare le emissioni di CO2, infatti aiutano a sequestrare il carbonio nei terreni. Sono misure conservative, perché conservano la fertilità dei terreni e l’obiettivo di conservare e stoccare il carbonio. I risultati li stiamo raggiungendo”.

Torna la Settimana della Bonifica e dell’Irrigazione ANBI: visite guidate, gite in bici ed eventi culturali per ritrovarsi insieme dopo la pandemia

10 Maggio 2022 – Valorizzazione culturale del territorio di bonifica, promozione della mobilità sostenibile, divulgazione delle attività consortili di difesa e tutela del territorio e dell’importanza della risorsa idrica a scopi irrigui: sono le più importanti sfide che l’Emilia Centrale porrà in evidenza all’interno degli eventi della prossima Settimana della Bonifica e dell’Irrigazione”, istituita da ANBI, l’associazione nazionale che raggruppa tutte le realtà consortili del Paese e in collaborazione con ANBI Emilia-Romagna.

E proprio nell’anno del centenario della bonifica moderna il Consorzio ha voluto ulteriormente ampliare l’offerta in calendario, sfruttando la progressiva uscita dalla situazione pandemica per riaprire le porte delle sue “cattedrali delle acque” con l’ormai tradizionale iniziativa Impianti aperti”, che offrirà al pubblico la possibilità di visitare gli storici manufatti di bonifica nelle domeniche del 15 e 22 maggio: i tecnici del consorzio attendono amanti del paesaggio e del territorio per le visite guidate a Boretto (sul fiume Po, nel Reggiano), Mondine (a Moglia, MN), San Siro (sempre nel Mantovano, dove sarà possibile visitare sia l’idrovoro che l’orto botanico grazie alla collaborazione con “Corti e Cascine”), Torrione (Gualtieri, RE) e presso la centrale idroelettrica di Sassuolo (MO).

Non solo natura, ma anche cultura Sabato 14 maggio, in collaborazione con l’Associazione Amici del Quartetto “Guido A. Borciani”, al Museo multimediale del Consorzio, a Boretto, con la proiezione dell’evento «La musica dell’illuminismo»: un ritratto tra musica, storia, tradizioni e protagonisti locali della “Bassa reggiana” registrato dal 9 all’11 luglio 2021 a Gualtieri, Luzzara, Novellara e Guastalla.

Per gli amanti della mobilità dolce Domenica 22 maggio si esploreranno le Vie d’acqua della città fino a Bagnolo in Piano con soste presso gli impianti Ariosto, Le Rotte e Mancasale, grazie alla biciclettata organizzata in collaborazione con FIAB Reggio Emilia Tuttinbici.

Soddisfatto il presidente dell’Emilia Centrale, Marcello Bonvicini, che evidenzia: “L’anno del centenario della bonifica moderna rilancia prepotentemente il valore dell’attività consortile e ci vede in prima fila tra le realtà nazionali per valore d’investimento e numero di interventi avviati. Torniamo ad avere la possibilità di avvicinarci fisicamente ai cittadini e ai consorziati, dopo un biennio difficile e buio: il momento che abbiamo davanti ci chiama a ritrovarci insieme con spirito di condivisione e senso di comunità”.

Info e prenotazioni agli eventi inviando una mail all’indirizzo mbonicelli@emiliacentrale.it o telefonando al 3484907180. Per le visite all’idrovoro e all’orto botanico di San Siro nel pomeriggio di domenica 22 maggio sarà possibile effettuare gratuitamente un’attività di orienteering dedicata alle famiglie, con tanto di mappa e bussola alla scoperta del territorio, grazie alla collaborazione con il Parco Golene Foce Secchia.

Alla fine gli agricoltori hanno accolto la sfida e ora invitano altri colleghi a seguirli. È quanto emerso dalla tavola della Mab Unesco dell’Appennino tosco-emiliano dedicata al progetto Life Agricolture e partecipata da un centinaio di portatori di interesse tra Reggio Emilia, Parma e Modena.

“Da un lato terreni che si sono costruiti in milioni di anni, dall’altro dissesto idrogeologico o arature profonde che li minacciavano.  Con questo progetto, che nelle aziende unisce difesa del suolo e agroecologia, si propone un nuovo modo di dare risposte alle esigenze degli agricoltori e al contrasto al cambiamento climatico, discutendone anche nelle scuole. Si costruisce così una green communities”, osserva Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.

Tra i casi discussi, quello di un’azienda agricola dove la sostanza organica era scesa all’1,5% del terreno, meno della metà.  Ora, col progetto finanziato dall’Unione Europea, Life Agricolture sono ben 15 le aziende che, dopo alcuni confronti serrati tra nuove generazioni e padri, si sta sperimentando e studiando un nuovo e antico modo di coltivare: in soli due anni la superficie dedicata alla sperimentazione è raddoppiata. Sul campo sono diversi i tecnici che seguono l’evoluzione del progetto per conto dei promotori Consorzi di Bonifica Emilia Centrale, Burana, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e Crpa. Nelle aziende agricole sono in corso di sperimentazione buone pratiche agronomiche selezionate tra diversi progetti europei. Esse consentono di produrre ma anche di preservare il carbonio organico nel terreno, di preservare le rese e, anche, di contenere i costi. Alcuni esempi di lavorazione: rotazioni ampie, semine dirette su terreno sodo, arature meno profonde, tagli precoci per il controllo delle infestanti, minore impiego di chimica, concimazioni invernali su prati, sistemazioni idrauliche adeguate per evitare arature frequenti, consociazioni tra leguminose e cereali con varietà adeguati per nutrire il terreno,…

“Utilizzarle è questione di apprendimento ed esperienza e grazie ad esse è possibile guadagnarci”, ha affermato Tobia Zagnoli, allevatore di 250 pecore nel crinale a Villa Minozzo.

“Questo progetto è destinato ad avere futuro considerati i risultati che sta offrendo” ha detto Dario Torri, presidente della Cooperativa Valle dei Cavalieri forte di 170 pecore in lattazione a 1000 metri a Succiso.

“Finalmente si pone attenzione sul suolo – ha dichiarato Enea Giavelli, allevatore di Viano – e auspico che le nuove generazioni possano farsi portatrici di questo nuovo percorso”.

“Dinnanzi ai cambiamenti del mondo anche l’agricoltura è chiamata a rinnovarsi” ha sostenuto Martino Dolci, allevatore di Ventasso.

Nel corso della giornata è stato anche annunciato un “Patto per il suolo”, cui si lavorerà nei prossimi mesi, “finalizzato – osservano Luca Filippi, project manager del progetto e Francesca Moretti, del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano – a sottoscrivere un accordo promosso tra i portatori di interesse coinvolti nel mondo agricolo affinché sia riconosciuto in termini economici o premiali il valore di quelle aziende che attuano queste buone pratiche e, quindi, sono fornitrici di servizi ecosistemici, come la tutela del carbonio del suolo. Questo agevolerà chi farà queste scelte, anche con accordo sul Psr”.

3 maggio 2022 – ore 18,30

Convegno “L’acqua protagonista di ieri e di oggi

Auditorium di Reggiolo, in via Regina Margherita 6

 

Grazie al finanziamento regionale di 170 mila euro completato il primo stralcio di un articolato intervento che vedrà impegnato il Consorzio anche sullo scolo Bruciate e il canale Moranella

Comunicato stampa

 

mezzo escavatore del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale impegnato durante la ricostruzione dell’argine sul Canale di Risalita, nel territorio del Comune di Campegine, RE

Emilia Centrale, nuova difesa antierosione per il Cavo Lama: più sicurezza e migliore irrigazione per 20 mila ettari del Modenese

Terminato l’articolato intervento all’altezza di via Tre Ponti, dall’importo di 180 mila euro, grazie alla direzione lavori della Rete Idraulica Pianura del Consorzio

Carpi (MO), 13 Aprile 2022 – Una nuova difesa antierosione a protezione degli argini: è il risultato di un lungo e articolato intervento effettuato con la direzione lavori della Rete Idraulica Pianura del Consorzio di Bonifica dell’Emilia-Centrale che, coordinata dalla Responsabile di settore Monica Vecchi, ha completato la messa in sicurezza del Cavo Lama, nella Città di Carpi: intervento finanziato per un importo di 180 mila euro dalla Regione Emilia-Romagna a seguito delle criticità (frane, cedimenti ed erosioni) verificatesi lungo alcuni punti del tracciato durante gli eventi di piena del dicembre 2020.

Il Cavo Lama, collettore di Bonifica della rete delle acque Alte del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, ha origine nel territorio del Comune di Rubiera (RE) per poi scorrere lungo il modenese, toccando i comprensori dei Comuni di Campogalliano, Carpi, Novi di Modena; infine, oltrepassa il confine regionale trovando sbocco nel fiume Secchia, all’altezza del Comune di Moglia, in località Mondine (MO): una estensione pari a oltre 13 mila ettari, quella del Cavo Lama, che svolge duplice funzione, una fondamentale scolante, per la pianura modenese in sinistra Secchia; e un’altra, altrettanto rilevante, di natura irrigua all’interno di un comprensorio di oltre 20 mila ettari.

Nel dettaglio, i lavori hanno visto uno scavo di sbancamento per il recupero del materiale scivolato in alveo, la ricostruzione dell’argine per strati successivi di terreno dello spessore massimo di 30 centimetri, la realizzazione di difesa al piede con massi di pezzatura da 1 a 3 tonnellate e la difesa antierosione con massi a faccia piana di pezzatura da 5 quintali a una tonnellata, al di sopra della difesa al piede.

“Le importanti piene del dicembre 2020 avevano sollecitato piuttosto sensibilmente la rete di bonifica determinando, in alcuni punti, livelli molto elevati le cui conseguenze sono state le erosioni degli argini e i cedimenti franosi in vari punti. Con questo intervento di sistemazione poniamo in sicurezza non solo la Città di Carpi, ma anche una parte importante del comprensorio modenese, ricca di colture tipiche del territorio e abitata da numerose comunità”: queste le parole del presidente dell’Emilia Centrale, Marcello Bonvicini, al termine dei lavori.

[Foto allegate: uomini e mezzi del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale impegnati durante la ricostruzione dell’argine sul Cavo Lama, nel territorio della Città di Carpi (MO); un’immagine della difesa arginale antierosione come appare a lavori conclusi]

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