Oltre alla mancanza di precipitazioni, all’aridità dei suoli e al deficit di portata dei fiumi arrivano anche le gelate a complicare un contesto meteoclimatico sempre meno agevole per le imprese agricole 

Quella che stiamo vivendo è una situazione meteo climatica particolarmente complessa; lo stato di perdurante stress idrico, caratterizzato dalla diffusa siccità in tutto il nord del paese a livelli record a causa delle mancate piogge nei mesi invernali (fino a -70%), rende assai poco agevole l’inizio dell’irrigazione proprio in fase di avvio della stagione agricola. E se nel centro sud italiano imperversano condizioni di esteso maltempo, con copiosa caduta di pioggia e neve, al nord è anche l’alternarsi dell’improvviso sbalzo termico a creare notevoli complicazioni alle prime fioriture stagionali. E’ soprattutto il settore dell’ortofrutta di qualità a temere il peggio dalle ormai “consuete” quanto distruttive gelate alle porte della primavera, fenomeni che portano ad una escursione giornaliera che passa dal – 3 gradi a 16-18 gradi durante il giorno. Ed è proprio il verificarsi di questa variazione che penalizza notevolmente i coltivatori che cercano in modalità resiliente di difendersi dalle avverse condizioni, sempre più frequenti, causate dai mutamenti degli equilibri climatici che la tecnologica più avanzata può limitare l’aggravarsi del danno. In questo contesto è da definirsi provvidenziale la decisione di numerosi Consorzi di bonifica dell’Emilia Romagna, associati ad ANBI regionale, di mantenere un minimo di canalizzazioni irrigue appositamente invasate al fine di attivare le adeguate pratiche irrigue antibrina. La brina infatti è la situazione metereologica nella quale la temperatura dell’aria scende sotto lo zero in periodi in cui la coltura è particolarmente suscettibile alle basse temperature. Così, potendo contare sulla quantità minima di risorsa idrica messa a disposizione dei Consorzi, gli imprenditori agricoli che si sono preventivamente dotati di queste tecniche, hanno messo al riparo dalle gelate (già per altro verificatesi in modo grave negli anni scorsi) la prima fioritura stagionale. L’irrigazione antibrina consiste nel mantenimento a cavallo dello zero termico la temperatura degli organi vegetali, ricoprendoli (come da immagini allegate) con uno strato di ghiaccio “protettivo” fino alla conclusione della “gelata”. Questa tecnica “ad hoc” si fonda sulla distribuzione costante di risorsa utile alla formazione del ghiaccio. 

Andrea Gavazzoli Ufficio Stampa/Relazioni Esterne ANBI ER

In allegato immagini di azioni contro le gelate di Marzo : attivazione di impianti antibrina in alberi di albicocco grazie all’impiego di risorsa idrica emergenziale messa a disposizione dai Consorzi di bonifica regionali (ANBI) in Emilia Romagna

 

22 Febbraio 2022 – Le dichiarazioni del Consigliere Duilio Cangiari, diffuse nei giorni scorsi a mezzo stampa, contengono alcune inesattezze che debbono necessariamente essere rettificate, con la stessa modalità, per ristabilire con trasparenza e chiarezza (caratteristiche del quotidiano operare del nostro ente) la verità dei fatti e per far comprendere ai lettori che è sì importante proporre e suggerire, ma che è altrettanto rilevante approfondire le argomentazioni ed informarsi in modo adeguato prima di scrivere per scongiurare una informazione distorta e fuorviante che può arrivare alla cittadinanza creando malcontento ed ingiustificato allarmismo. Se è vero infatti che nel territorio del Comune di Montecchio Emilia insiste il complesso delle cosiddette “ex-Cave Spalletti”, per il quale gli strumenti di pianificazione territoriale (PTCT e PTA) prevedono la possibilità, ma non l’obbligo, di una conversione in bacino irriguo, è altrettanto vero che, fin dal lontano 2003, è iniziato il riempimento delle ex-Cave, ora completato. Per cui la realizzazione di un invaso risulta ormai non più praticabile. Per contro c’è ancora una cava in produzione, che si prevede venga svuotata in non meno di 10 anni. Per cui attualmente il sito non è utilizzabile, né è ipotizzabile di avviare un’attività di progettazione stante il periodo di tempo necessario per poter disporre del terreno. Si fa inoltre presente che gli uffici tecnici del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, unitamente a quelli del Consorzio della Bonifica Parmense ed in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Autorità Distrettuale del Fiume Po-MiTE ed AIPo sono al lavoro con staff di ingegneri, progettisti e tecnici esperti per individuare tutte le misure strutturali e gestionali, senza tralasciarne alcuna, finalizzate a ridurre il pesante deficit idrico della Val d’Enza così come previsto dalla Regione nel Documento conclusivo del Tavolo Tecnico sull’Enza di giugno 2018. A questo proposito si fa presente che il recente Decreto del Ministero della Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile n. 517 del 16 dicembre 2021 ha inserito il progetto per la Rifunzionalizzazione della Traversa di Cerezzola dell’ammontare di oltre 12 milioni di euro che prevede anche la realizzazione di un piccolo invaso oltre che la messa in sicurezza del nodo idraulico e delle infrastrutture limitrofe. Rimarcato con decisione questo percorso procedurale, molto preciso e pragmatico, che non vive di proposte estemporanee, ma di strade percorribili in conformità con le norme vigenti nel nostro paese, spiace rilevare che il Consigliere Cangiari, facendo parte del Cda del Consorzio, prima di esternare sui giornali in merito alla possibilità di utilizzo ai fini irrigui dell’ex-Cava Spalletti, ad oggi inesistente, non abbia ritenuto opportuno rivolgersi alla struttura della bonifica per conoscere se e come il Consorzio abbia trattato la questione. Cogliamo l’occasione per riconfermare la disponibilità della governance e dello staff tecnico dell’Emilia Centrale a rispondere ad ogni quesito sia utile ad alimentare la conoscenza corretta dell’argomento affinché notizie inesatte e fuorvianti possano condizionare in modo errato la nostra comunità che attende risposte che il Consorzio sta individuando. Purtroppo i cambiamenti del clima stanno incidendo su una mancanza strutturale di opere in grado di incrementare la resilienza dei territori in tutto il paese e il Consorzio sta da tempo pianificando molteplici interventi che necessitano però di rispettare gli iter legislativi tutt’ora vigenti nel nostro ordinamento. E proprio in quest’ottica anche la correttezza informativa diventa elemento imprescindibile per tutti

Grazie al PSR frane della Regione ER di oltre 3 milioni di euro 14 territori reggiani e 13 modenesi hanno beneficiato di indispensabili opere di messa in sicurezza. Tra i comuni coinvolti oltre ai due capoluoghi: Baiso, Casina, Castelnovo Monti e Toano, ma anche Frassinoro, Pavullo, Palagano, Serramazzoni, Sassuolo, Polinago e Lama Mocogno. Oltre a Palanzano, nel Parmense

10 Febbraio 2022 – Prevenzione al dissesto idrogeologico, contrasto ai movimenti franosi in varie località dei comprensori montani gestiti, tutela delle aree agricole del nostro appennino e difesa delle comunità che vivono e abitano la montagna: l’Emilia Centrale ha terminato 28 interventi (su un totale di 31 finanziati: gli ultimi tre saranno completati al termine della stagione invernale) per la messa in sicurezza del territorio e la sistemazione idraulico-agraria nell’ambito del PSR, Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, strumento di governo dello sviluppo del sistema agroalimentare regionale finanziato dalla Regione Emilia-Romagna per oltre 3 milioni e mezzo di euro e che ha visto l’ente di bonifica attuare i lavori per la salvaguardia del potenziale agricolo di 45 aziende, poste in area collinare e montana, per complessivi 160 ettari suddivisi tra le province di Reggio Emilia (14 interventi su 80 ettari per oltre un milione e 800 mila euro), Modena (13 interventi su 57 ettari per un milione e 100 mila euro) e Parma (4 interventi in 23 ettari per 579 mila euro).

A sovrintendere il lungo elenco dei lavori il Settore Montagna del Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale, coordinato da Angela Tincani, le cui squadre hanno eseguito differenti tipologie di intervento: dalla realizzazione di opere drenanti e fossi a cielo aperto per le corrette regimazioni idrauliche di superficie; alla fabbricazione di opere di sostegno in cemento armato e in gabbioni; alla costruzione di canalizzazioni per le acque superficiali.  Tutte azioni più che mai strategiche e capillari, portate a termine con l’importante obiettivo di operare in prevenzione per consolidare quei movimenti franosi attualmente non silenti impedendone una possibile completa riattivazione che avrebbe certamente costituito un serio danno al potenziale agricolo locale.

Forte soddisfazione espressa dal presidente dell’ente consortile, Marcello Bonvicini: “Siamo orgogliosi dell’attuale operatività, specie in una fase così complessa come quella che attraversiamo oggi e che vede risorse ingenti, ma tempistiche strette. Il Consorzio è impegnato su più fronti, sia sotto il profilo della pianificazione che dell’emergenza e gli sforzi di tutti i membri del personale sono tesi al raggiungimento degli obiettivi prefissati: vorrei ringraziarli per i loro sforzi, così come ringrazio la Regione Emilia-Romagna che, con il suo fattivo contributo, ci consente di essere ancora più vicini ai territori collinari e montani, oltre che alle comunità che ivi conducono la loro vita”.

Questo l’elenco dei territori in cui sono stati effettuati gli interventi. In provincia di Reggio Emilia: Baiso, Casina, Castelnovo ne’ Monti, Toano; in provincia di Modena: Frassinoro, Lama Mocogno, Palagano, Pavullo nel Frignano, Polinago, Prignano, Sassuolo, Serramazzoni; in provincia di Parma: Palanzano.

Nelle foto due interventi effettuati dall’Emilia Centrale nell’ambito del PSR – Programma Sviluppo rurale finanziato dalla regione Emilia-Romagna. I lavori in un’azienda di Rola, nel territorio di Toano (RE) e l’intervento a protezione di un’area agricola di Montegibbio a Sassuolo (MO)

[LINK YOUTUBE: https://youtu.be/gfsiNC_USdE – Le suggestive immagini realizzate da drone che ritraggono uomini e mezzi a lavoro durante un momento dell’intervento di un’area agricola di Case Gatti, frazione del Comune di Toano (RE)

Uomini e mezzi dell’Emilia Centrale già operativi per liberare l’area prima dell’avvio del prelievo irriguo

1° Febbraio 2022 – Come ogni anno nei periodi di magra (invernale ed estiva) si ripresenta puntuale l’insabbiamento a ridosso degli impianti idrovori di Boretto (RE).

Complice il drastico calo di portata del Fiume Po e la scarsa piovosità (da circa due mesi), riemerge l’imponente quantità di detriti che costringono il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale ad una lotta contro il tempo per liberare l’area prima dell’avvio del prelievo irriguo più corposo a beneficio delle aree agricole produttive delle province di Reggio Emilia, Modena e parte del Mantovano. 

Ormai la criticità è manifesta da tempo, il problema ha assunto caratteri endemici causando non pochi disagi e costi ulteriori e il tutto è stato ripetutamente segnalato nel corso del tempo agli organi idraulici che hanno competenza diretta sul Grande Fiume. Lo staff tecnico dell’Emilia Centrale, per consentire il migliore esercizio per il prelievo irriguo e di quello scolante in caso di precipitazioni, sta provvedendo “in house” ad eseguire un intervento di rimodellazione di un tratto anche dell’alveo del Canale Derivatore (Parmigiana/Moglia).

L’intervento consiste nella rimozione dei materiali di sedimentato in alveo a partire proprio dal manufatto della Chiavica di derivazione dal fiume Po, fino all’ex impianto idrovoro Boretto Vecchio; il volume di materiale da esportare, a seguito di rilievo plano-altimetrico, e stato stimato in 16.000 metri cubi.

[una immagine dell’attuale situazione in cui versa l’area dell’impianto]

 

Tra i primi enti con funzione pubblica a rendere prassi consolidata la misurazione delle emissioni generate dalle proprie attività a servizio del territorio la Bonifica ha registrato confortanti performances 2020 secondo l’indagine redata sulla base degli indicatori ISPRA e Special Report on Renewable Energy Sources and Climate Change Mitigation, Intergovernmental Panel on Climate Change 2012

18 Gennaio 2022 – L’attenzione doverosa e crescente ai livelli di emissioni di anidride carbonica prodotta nello svolgimento delle proprie funzioni e rilasciate in atmosfera sono state al centro di un approfondito focus di studio che il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale ha realizzato utilizzando il sistema di rilevazione Eciweb3, una delle piattaforme di analisi più qualificate del settore. La sensibilità verso i temi ambientali e le più stringenti normative comunitarie alla costante ricerca di un antidoto maggiormente efficace per la mitigazione delle ripercussioni territoriali più negative causate dal cambiamento del clima sta conducendo molte imprese private a misurarsi periodicamente con il bilancio della Co2 e il Consorzio, tra i primissimi in Italia, ha voluto intraprendere la strada virtuosa del monitoraggio analitico delle proprie emissioni nel generale quadro dei molteplici utilizzi di energia.

Dopo una serie di iniziali progetti sperimentali, avviati dal 2013, oggi il bilancio di emissioni in atmosfera è stato redatto su base annuale ma, grazie al sistema informatico specializzato nella raccolta di questa tipologia di dati, in un futuro molto ravvicinato sarà possibile scattare la fedele fotografia di Co2 prodotta anche su base mensile inserendo e comparando le statistiche di quanto registrato in un macro-database in cloud che consentirà di poter agire operativamente per migliorare le performances aziendali.

Come comprensibile le funzioni dell’ente di bonifica annoverano una svariata serie di attività che riguardano l’impiego della risorsa idrica nell’area servita dalle canalizzazioni consortili (2500 km) e di conseguenza anche la quantità di acqua e la relativa energia impiegata ed utile per il sollevamento/ prelievo e la distribuzione alle colture tipiche può fluttuare a seconda delle necessità del territorio e dell’andamento climatico globale; nonostante queste variabili, spesso sconosciute e dunque prevedibili solo a ridosso degli accadimenti lo staff tecnico, grazie allo studio approfondito dei big data in piattaforma, è riuscito a stabilire un trend decisamente positivo che, proprio in corrispondenza di questa analisi molto più completa e strutturata rispetto alle precedenti, ha fornito risultati del tutto soddisfacenti. Come base sono state considerate le risultanze dei consumi energetici raccolti per la matrice degli impatti ambientali: energia elettrica per il funzionamento degli impianti idrovori di sollevamento per l’irrigazione e per lo scolo delle acque, i carburanti di alimentazione degli autoveicoli di sorveglianza e per i mezzi d’opera della manutenzione della rete dei canali consortili, l’energia elettrica per lo svolgimento delle attività di pianificazione di ufficio, infine l’energia per il riscaldamento dei locali consortili in tutto il comprensorio Emilia Centrale.

Ciò che emerge dai dati raccoltiha sottolineato il direttore del Consorzio Domenico Turazza è una linea di tendenza costantemente indirizzata al miglioramento dei risultati. Nel 2020 abbiamo ridotto del 50% il livello di emissioni in atmosfera rispetto al 2017, anche se naturalmente in queste analisi va considerato l’andamento altalenante degli impieghi a seconda dei bisogni delle aree gestite, aree che anche in contesti di emergenza hanno potuto contare sulla risorsa trasportata dalla nostra bonifica”.

Tecnicamente il Consorzio tiene a precisare che il calcolo dell’energia impiegata dall’ente è stato realizzato utilizzando i fattori di conversione ufficiali riportati nel Rapporto di ISPRA 317/2020 e all’interno dello Special Report on Renewable Energy Sources and Climate Change Mitigation, Intergovernmental Panel on Climate Change 2012.

La situazione climatica globale e le continue e gravi emergenzeha evidenziato il presidente dell’Emilia Centrale Marcello Bonvicini impongono a qualsiasi tipo di attività di ricercare la migliore delle prestazioni possibili per poter garantire il proprio contributo all’ambiente in cui si opera, lavora e soprattutto si vive alla ricerca di una condizione di maggiore salubrità. Il Consorzio utilizza l’energia, come detto, in relazione al bisogno del territorio e del settore agricolo in primis e credo che questo tipo di attenzione, indipendentemente dalle possibili variazioni stagionali, sia un traguardo cui tutti gli enti con funzione pubblica dovrebbero ambire quanto prima”.

 

La Bonifica dell’Emilia Centrale comunica che per il giorno Giovedì 16 Dicembre 2021 le sigle sindacali Cgil e Uil hanno proclamato una giornata di sciopero generale in opposizione alla Legge di Bilancio 2022. I consueti servizi potranno quindi essere svolti in forma ridotta anche se il Consorzio assicurerà in ogni caso, grazie alla reperibilità, tutte le funzioni volte ad arginare le eventuali conseguenze di emergenze causate dal rischio idraulico sul territorio gestito.

Relazioni Esterne-Ufficio Stampa

Il rapporto approfondito dell’Ateneo Unimore e del suo staff di studiosi conferma pienamente le positive rilevazioni che in questi anni avevano già presentato l’agenzia competente Arpae e l’istituto agrario Zanelli. Bonvicini: “Piena soddisfazione di essere indispensabili per il comparto agroalimentare con le nostre derivazioni”

13 Dicembre 2021 – Il Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha rilasciato il Rapporto sullo stato qualitativo delle acque destinate all’irrigazione del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale. Come si sa, la rete di canali ed impianti consortili preleva le acque a fini irrigui dalle tre derivazioni fluviali dal fiume Po grazie all’impianto idrovoro di Boretto (da cui viene prelevata circa il 70% della risorsa complessiva), dal fiume Secchia a Castellarano e Sassuolo (15 % circa) e dal Torrente Enza a Cerezzola (7% circa). La parte restante è prelevata da un sistema di pozzi consortili nonché dal depuratore di Mancasale, che fornisce circa 6 milioni di acqua depurata dal Gruppo IREN ed affinata, costantemente monitorata allo scopo di autorizzare la sua successiva efficace immissione nell’estesa rete irrigua del Consorzio.

Lo staff di tecnici esperti dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha operato capillarmente da ben 25 punti di prelievo ritenuti maggiormente significativi, tra cui ovviamente proprio quelli in corrispondenza delle derivazioni da Po, Secchia ed Enza e analizzando dati specifici di tre distinti prelievi. L’esito risulta più che soddisfacente e l’analisi complessiva e dettagliata contenuta nel Report dell’Università (che il Consorzio dell’Emilia Centrale, all’insegna della sua mission di totale trasparenza verso tutti i consorziati e la cittadinanza del comprensorio, pubblica come consuetudine sul portale dell’ente), si conclude con buone classificazioni e performances della risorsa idrica  analizzata secondo i descrittori LIMeco (Livello Inquinamento Macrodescrittori per lo stato ecologico) e LIM (Livello Inquinamento tramite Macrodescrittori). In entrambe le classificazioni infatti lo stato delle acque irrigue si è dimostrato in alcuni casi addirittura elevato, in altri buono e nei restanti comunque sufficiente.

Occorre dire, ad onor del vero, che questi dati positivi sono in linea con quelli rilevati ed analizzati ormai da una decina d’anni, fino al 2019, dall’Istituto Zanelli in collaborazione con l’agenzia regionale qualificata ARPAE. “Per cui si può affermare che le analisi effettuate in oltre un decennio – ha commentato il presidente del Consorzio dell’Emilia Centrale Marcello Bonvicini – ci restituiscono un quadro dello stato qualitativo delle acque immesse nella rete consortile assolutamente compatibile con l’utilizzo a cui la risorsa idrica è destinata, ovvero quella di consentire ininterrottamente la produzione agricola di eccellenza della nostra pianura”.

In conclusione, va comunque evidenziato che il Consorzio di Bonifica non ha alcuna competenza diretta sulla qualità delle acque che la rete consortile veicola per lo più a cielo aperto e pertanto, a differenza dei gestori delle reti acquedottistiche, non può direttamente rispondere della qualità stessa della risorsa idrica distribuita. Pur tuttavia gli amministratori del Consorzio hanno, da tempo, ritenuto opportuno affrontare la questione per migliorare il servizio rivolto alle imprese agricole così rilevanti per l’economia del nostro territorio. 

Il Rapporto del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Modena e Reggio Emilia sulla qualità delle acque irrigue 2021, così come quelli degli anni precedenti come anticipato (dal 2016 al 2019) sono consultabili alla pagina web https://www.emiliacentrale.it/consorzio-trasparente/informazioni-ambientali/.

[in allegato: una immagine dell’impianto idrovoro consortile di Boretto]

I dati riferiti all’anno 2020 mostrano che la quantità totale stimata di emissioni di CO2 equivalente prodotta è pari a 4.984,26 tonnellate mentre quella evitata è pari a 928,25 tonnellate.

L’anno 2020 ha evidenziato un decremento della quantità di CO2 emessa, questo risultato è probabilmente dovuto al fatto che anche se il 2020 si può inquadrare come un anno relativamente secco, l’estate è stata caratterizzata da frequenti temporali , che hanno reso le piogge totali estive generalmente superiori alle attese e hanno ridotto le richieste irrigue. Gli eventi temporaleschi estivi influenzano la gestione dell’irrigazione costringendo ad improvvise operazioni di svaso della rete per permettere lo scolo delle acque. Di fatto, questi eventi durante il periodo di irrigazione portano ad un inevitabile aumento dei kWh spesi e di conseguenza un aumento della CO2 emessa, infatti il maggior peso nel dato delle emissioni di CO2 equivalenti è tuttora rappresentato dai consumi elettrici degli impianti di sollevamento/scolo. Il 2020 ha fatto registrare una lieve flessione al rialzo dei consumi di energia elettrica rispetto alla media del periodo concertando di fatto nei mesi di fine giugno, luglio e agosto i consumi elettrici per gli impianti irrigui (6.076.241 kWh rispetto ai 5.660.118 kWh del 2019) con l’estate 2020 si è assistito a un netto cambiamento di regime, e le piogge si sono riaffacciate con regolarità sulla nostra regione sotto forma di frequenti e intensi temporali estivi associati a grandine, raffiche e precipitazioni con notevoli intensità orarie, che hanno causato locali allagamenti, fenomeni fluvio-torrentizi e danni sul territorio, ma che hanno anche ridotto significativamente le richieste irrigue del settore agricolo.

Risulta difficile intervenire sui consumi di energia elettrica per il funzionamento degli impianti idraulici, il loro andamento è legato principalmente a condizioni climatiche, per lo più esogene alle scelte tecnico-organizzative. A fronte di questa consapevolezza, l’Ente ha favorito gli investimenti per poter incentivare il risparmio energetico e ha predisposto una piattaforma (ECIWEB) nella quale già registra e gestisce tutti i consumi e la produzione da fonti rinnovabili di energia, come prospettiva futura nel prossimo anno all’interno della stessa piattaforma verranno registrati anche tutti i dati che vanno a comporre il bilancio di CO2 annuale dell’Ente.

Relazione bilancio emissioni anidride carbonica 2011-2020

Grafici CO2-R1

Allegati

Al centro dell’accordo preliminare di fattibilità il consolidamento operativo dello staff tecnico che potrà così attivarsi in tempi utili per realizzare e coordinare gli interventi concertati con gli enti sovraordinati Regione e Ministeri, essenziali per colmare le evidenti mancanze di risorsa idrica in un territorio vocato alle produzioni di eccellenza

1° Dicembre 2021 – La Val d’Enza è in attesa di azioni mirate che possano mitigare l’ingente gap idrico di fabbisogno di risorsa che la caratterizza da sempre, ma che è notevolmente peggiorato nell’ultimo decennio alla luce delle ripercussioni locali dei mutamenti del clima che, ormai quasi ogni estate, vedono manifestarsi una prolungata siccità nell’alveo del torrente Enza e aridità dei terreni nelle aree attraversate che interessano colture di pregio del nostro Made in Italy. Questo complesso scenario, peraltro confermato dai più recenti studi dell’Autorità distrettuale del Fiume Po-MiTE e analizzato approfonditamente dalla Regione Emilia-Romagna, necessita di interventi risolutivi.

Così, nell’ottica di dare concretezza alle necessità territoriali, economiche ed ambientali della vasta area che interessa le province di Reggio Emilia e Parma, nasce oggi una solida intesa tra i due consorzi di bonifica Emilia Centrale e Parmense all’insegna dell’operatività che ci si augura potrà diventare ben presto molto concreta. Già nei prossimi mesi infatti la comunione di intenti potrebbe materializzarsi nella condivisione della progettazione tecnica di un invaso (al momento ancora in attesa di complessivo finanziamento da parte degli enti sovraordinati), più volte indicato come soluzione provvidenziale (se realizzato insieme ad altre azioni virtuose) per la compensazione del fabbisogno di acqua nella valle. L’accordo ad ogni buon conto comporterà, nei fatti, un vantaggio ad entrambi i comprensori sottesi delle due province gestiti reciprocamente dai due enti: un territorio articolato che già oggi condivide la derivazione irrigua dal Torrente Enza di Cerezzola e che grazie ad un finanziamento regionale sarà notevolmente potenziata a beneficio di un areale che conta una superficie complessiva di 19.400 ettari, di cui 12.300 in sponda reggiana e 7.100 in sponda parmense.

L’accordo preliminare, raggiunto nell’ambito della progettazione, riguarderà il progetto di fattibilità tecnica economica ed è stato sancito con la firma dell’intesa e la stretta di mano nella sede del Consorzio reggiano tra il presidente dell’Emilia Centrale Marcello Bonvicini e Francesca Mantelli, presidente del Consorzio di Bonifica Parmense, insieme ai direttori generali Domenico Turazza e Fabrizio Useri.

[Foto allegata: le due delegazioni consortili in occasione della stipula dell’accordo odierno con, al centro, la stretta di mano tra il presidente dell’Emilia Centrale, Marcello Bonvicini e la presidente della Bonifica Parmense, Francesca Mantelli]

Il sindaco di Vetto è stato nominato nella più recente seduta del Cda in sostituzione di Tiziano Pattacini scomparso prematuramente alcuni giorni fa

Reggio Emilia, 30 Novembre 2021 – Nel corso dell’ultima seduta del Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale tenutasi nel pomeriggio di ieri il sindaco di Vetto d’Enza Fabio Ruffini è entrato a far parte del Comitato d’indirizzo dell’ente di Via Garibaldi ereditando, di fatto, ruolo e funzione dell’imprenditore Tiziano Pattacini, prematuramente scomparso nei giorni scorsi.

Geometra e tecnico esperto del Comune di Carpineti Ruffini ha seguito in modo approfondito –sia professionalmente che come primo cittadino di un comune importante come Vetto – il percorso delle aree interne della provincia Reggiana, conoscendo in modo dettagliato le peculiarità di ogni area e con particolare attenzione alla zona collinare e montana. Il sindaco di Vetto entra così a far parte della squadra di vertice del Consorzio, anche se in apertura di seduta sia il neo nominato che il presidente del Consorzio di bonifica Marcello Bonvicini, condividendo il pensiero di tutti i presenti membri del Cda, hanno ancora una volta espresso il loro dolore per la perdita di Pattacini, che si era distinto per competenza, abnegazione e costante impegno.

Do il benvenuto a Fabio Ruffini, il suo ingresso nel nostro Comitatoha sottolineato il presidente Bonvicinirappresenta un valore aggiunto per l’ente in termini di conoscenza del comprensorio e delle materie di pianificazione urbanistica ed edilizia oltre che delle problematiche del nostro crinale che ha sempre necessità di manutenzione mirata”.

Soddisfatto anche il diretto interessato Fabio Ruffini: “Sono onorato di questa nomina e ringrazio il consiglio dell’Emilia Centrale per la fiducia accordatami pur essendo molto rammaricato per il tragico destino dell’amico Pattacini che si è fatto molto apprezzare in questo ruolo. Cercherò quindi di fare davvero del mio meglio per onorare la sua memoria mettendo a servizio dell’ente la mia professionalità contribuendo all’importante funzione che la bonifica esercita per la difesa e lo sviluppo del territorio gestito”.

[In allegato: un  momento del CDA di ieri dell’Emilia Centrale con, da sinistra: la Vice Presidente Arianna Alberici, il Presidente Marcello Bonvicini, il Sindaco di Vetto Fabio Ruffini

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