Il Consorzio ha effettuato inoltre ben 500 interventi d’emergenza in tempo-record per la ripresa di perforazioni arginali causati dall’attività di animali fossori

25 Luglio 2024 – Con l’incremento delle temperature dell’ultima settimana entra nel vivo la stagione irrigua 2024, che vede il personale dell’Emilia Centrale impegnato a soddisfare le richieste di fabbisogno idrico per le colture della pianura, un areale esteso per circa 134 mila ettari tra il Reggiano, il Modenese e il Mantovano. Il Consorzio gestisce a fini irrigui un complesso sistema di opere idrauliche che consente di distribuire le acque grazie ad un rinnovato servizio, orientato verso i principi del risparmio e dell’efficientamento, con un miglioramento nell’utilizzo e una sensibile riduzione dei consumi di risorse idriche ed energetiche. Le richieste irrigue possono essere effettuate tramite call center al numero verde gratuito 800501999, attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 14 e, solo nei periodi di alta richiesta irrigua, anche il sabato dalle ore 8 alle ore 12:30.

“La rete consortile è costituita da oltre 3.500 km di canali – evidenzia Lorenzo Catellani, presidente dell’Emilia Centrale – e quest’anno viviamo una stagione irrigua anomala, poiché le prime richieste sono pervenute a fine febbraio per antibrina; successivamente abbiamo avuto molte richieste annullate a causa della pioggia che si è alternata (anche in modo significativo) nel periodo marzo-giugno; adesso, con l’incremento delle temperature degli ultimi giorni, entriamo nel vivo e, proprio grazie alle piogge primaverili ed estive, riteniamo di poter soddisfare in tranquillità il fabbisogno d’acqua dell’agricoltura”.

Ad oggi le richieste irrigue soddisfatte dal Consorzio sono oltre 3 mila, in leggero calo rispetto agli ultimi due anni, molto più siccitosi del 2024. Attualmente i prati stabili e i vigneti sono le colture dalle quali provengono le maggiori domande, ma c’è richiesta anche da parte delle coltivazioni di pomodoro, dai frutteti (pere, mele, ciliegie) e, in misura minore, dalle orticole. Un quadro tutto sommato positivo, in cui le colture non sono in stress come accaduto nel 2022 e nel 2023.

Le principali fonti di approvvigionamento per l’irrigazione grazie alle quali l’Emilia Centrale fornisce il servizio di irrigazione sono: la derivazione di Boretto dal Fiume Po; le derivazioni in corrispondenza della Traversa Fluviale S. Michele-Castellarano, sul Fiume Secchia; la derivazione dal torrente Enza, in località Cerezzola (Canossa), mediante una traversa di sbarramento; i 10 pozzi consortili, in particolare nell’area a sud della via Emilia, con cui il Consorzio integra la risorsa irrigua con acqua di falda e che sono posti a: Cavriago, Gaida (Montecchio), Codemondo (Reggio Emilia), Taneto (S. Ilario), S. Ilario, Ponte Enza (S. Ilario), Borrasca (Gattatico), Salvaterra (Casalgrande), Bagno (Reggio Emilia), Arceto (Scandiano).

Un servizio irriguo efficace che passa anche attraverso una capillare manutenzione e un attento monitoraggio del territorio: nella rete di pianura le squadre consortili sono a lavoro e hanno già effettuato ben 500 interventi d’emergenza per la ripresa di perforazioni arginali (i così detti “fontanazzi”) sui canali già invasati per la distribuzione irrigua: “Le perforazioni arginali spesso sono ‘occulte’, quasi microscopiche vie d’acqua che però, col tempo, acquisiscono maggiori dimensioni – sottolinea Monica Vecchi, Capo Settore Rete Idraulica Pianura dell’Emilia Centrale – e il personale del Consorzio può venirne a conoscenza solo quando l’acqua inizia a fuoriuscire dagli argini: da quel momento possiamo intervenire, ma dobbiamo farlo in tempi-record per evitare la dispersione della risorsa”.

“Questi fenomeni sono spesso innescati dalla tane che alcuni animali fossori costruiscono nel corpo arginale durante l’inverno – dichiara Domenico Turazza, direttore generale dell’Emilia Centrale – costringendoci ad interventi di ripresa e chiusura della falla tempestivi, sia per non creare maggiori danni all’arginatura e ai terreni limitrofi, sia per il contenimento della risorsa idrica, essendo operazioni che normalmente si fanno a canale pieno e abbassando solamente un po’ la quota”.

[Nelle foto allegate: l’impianto consortile di Santa Maria (RE); il Canale di Reggio – Canale 3 (RE) invasato durante l’attività di irrigazione; e il personale del Settore Rete Idraulica Pianura dell’Emilia Centrale a lavoro sul Cavo Naviglio I (RE) durante uno dei 500 interventi effettuati per la ripresa dei “fontanazzi”]

 

L’imbarcazione di AIPo operativa sul fiume per liberare parte dell’alveo dalle sabbie e garantire il prelievo dal Po all’impianto irriguo che domina un areale agricolo di 150 mila ettari in gestione ai consorzi di bonifica Emilia Centrale e Terre dei Gonzaga in destra Po

19 Luglio 2024 – Lo scenario non è più quello “apocalittico” del 2022, annus horribilis della siccità, ma i sedimenti e i detriti del Grande Fiume, trasportati a valle lungo l’asta del Po a seguito delle abbondanti piogge cadute negli ultimi mesi in Pianura Padana, creano ancora criticità evidenti anche in condizioni di abbondanza idrica all’impianto idrovoro di presa di Boretto (RE) gestito dall’Emilia Centrale in convenzione con il Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po, infrastruttura che ha sempre e costantemente garantito all’agricoltura fiorente del territorio un continuo ed essenziale approvvigionamento di acqua a beneficio delle produzioni locali – serve infatti 150 mila ettari di coltivazioni nei territori del Reggiano, del Modenese e del Mantovano (in quest’ultimo la quasi totalità è in capo al Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po) – e che vive spesso situazioni di difficoltà proprio per il suo posizionamento lungo l’alveo e per il lento, ma progressivo, movimento del corso del fiume.

Quest’anno però, oltre alla movimentazione di inerti con escavatori davanti all’impianto stesso, caratteristica delle annate di maggiore stress idro-meteo-climatico – un’attività che sovente vede impegnati i due Consorzi di bonifica – si sta rilevando molto utile, anche a dimostrazione di un rinnovato rapporto di collaborazione tra enti, l’intervento effettuato da una delle motodraghe di AIPo, l’Agenzia Interregionale per il Fiume Po che ha competenza sulla gestione dei sedimenti lungo l’asta navigabile ma che, in questi giorni, nel caso specifico, sta lavorando anche per liberare dai recenti accumuli di sabbia la presa a fiume dei due Consorzi di Bonifica e rendere pienamente operativo l’esistente impianto che alimenta la rete irrigua consortile: un’opera indispensabile che AIPo sta svolgendo grazie all’intervento delle proprie squadre e che, di fatto, consente il prelievo di acqua per le campagne, evitando la formazione di quell’estensione sabbiosa che ne impedirebbe il pompaggio. Sono infatti sessanta i metri cubi al secondo che l’impianto di Boretto è autorizzato a prelevare, in virtù delle concessioni di derivazione in essere; di questi, quaranta metri cubi sono destinati all’Emilia Centrale e venti metri cubi alle Terre dei Gonzaga in destra Po.

“Se anche quest’anno, che è comunque anomalo nel trend dei livelli estivi del Po dell’ultima decade, si è verificata la necessità di effettuare l’operazione di rimozione delle sabbie, riteniamo che la collaborazione di AIPo nei confronti dei Consorzi nei loro punti di prelievo da Po possa diventare sempre più decisiva nel combattere gli effetti del cambiamento climatico sul comparto agricolo Emiliano e ‘OltrePo-mantovano’, che da tali derivazioni traggono sostentamento”, ha sottolineato il direttore di AIPo Gianluca Zanichelli, accompagnato dal dirigente Filippo Cambareri e da alcuni membri dello staff tecnico dell’Agenzia, nell’effettuare un sopralluogo durante le operazioni di dragaggio a Boretto, davanti alle prese del canale di bonifica, accolti dal personale di bordo della motodraga impegnato nelle operazioni.

E un ulteriore sopralluogo in loco è stato effettuato congiuntamente dai vertici dei due Consorzi di bonifica, con i presidenti Lorenzo Catellani (Emilia Centrale) e Simone Minelli (Terre dei Gonzaga in destra Po) accompagnati dai rispettivi direttori, Domenico Turazza e Raffaele Monica. “Quest’anno il Po ci offre portate importanti e cospicue rispetto a quelle del 2022 – ha evidenziato Catellani, ma il problema delle sabbie permane. La sinergia tra enti potrà consentirci, tutti insieme, di affrontare le criticità per pervenire ad una soluzione in via definitiva”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Minelli: “La collaborazione tra enti è fondamentale, accogliamo con favore l’apertura che la nuova direzione di Aipo ha mostrato nei confronti delle periodiche criticità causate dalle sabbie qui a Boretto in una zona strategica per l’agricoltura, la zootecnia e l’habitat”.

La draga – di proprietà della Regione Emilia-Romagna e concessa in uso ad AIPo per la gestione della via navigabile di Po – completerà a breve le operazioni di scavo e poi stazionerà a Boretto fino alla fine di luglio per effettuare eventuali ed ulteriori interventi qualora se ne presenti la necessità. L’attività in corso di svolgimento è sperimentale ma, vista l’estrema importanza dell’opera di presa, AIPo e i Consorzi di bonifica stanno valutando la possibilità di formalizzare un accordo per intervenire congiuntamente anche negli anni futuri.

 

Foto allegate:
–     una fase dell’intervento di AIPo effettuato dalla motodraga lungo il Po;
–     il direttore di AIPo Gianluca Zanichelli (terzo da sinistra) e, alla sua destra, il dirigente Filippo Cambareri insieme ai  tecnici, dragatori e meatori dell’Agenzia al lavoro a Boretto in questi giorni;
–     un momento del sopralluogo dei vertici dei due Consorzi di bonifica all’impianto di Boretto (RE) con, da sinistra, i vertici dell’Emilia Centrale – il presidente Lorenzo Catellani e il direttore generale Domenico Turazza – e della Bonifica Terre dei Gonzaga, il presidente Simone Minelli e il direttore Raffaele Monica

Nel Parco del Delta del Po l’iniziativa organizzata da Legambiente ER, ANBI ER, CER-Canale Emiliano Romagnolo e Regione ER nell’ambito del macro-progetto europeo Life Climax Po

10 Luglio 2024 – Nell’ambito di Life Climax Po, che vede l’unione di 21 partners uniti nel macro-progetto europeo per l’adattamento al cambiamento climatico nel distretto del fiume Po si terrà domenica prossima, 14 luglio, alle ore 17:30 ad Acqua Campus Natura (in via Gattolo Inferiore 25, Mandriole di Sant’Alberto, RA) all’interno dell’Oasi di Volta Scirocco, nel Parco regionale del Delta del Po, l’evento “BIG JUMP… TARTA”, una speciale edizione della nota campagna ambientale “Big Jump” volta a far ritrovare un luogo autentico in natura alle tartarughe palustri.

La manifestazione, ospitata dal Parco regionale del Delta del Po, sarà gratuita ed è organizzata da Legambiente Emilia Romagna, ANBI Emilia Romagna, CER-Canale Emiliano Romagnolo e Regione Emilia-Romagna in collaborazione con CESTHA-Centro Sperimentale Per La Tutela Degli Habitat, la Terapia e la Riabilitazione delle Tartarughe.
programma iniziativa

 

È l’esito della riunione del CdA consortile svolta nel Modenese, area in cui il Consorzio gestisce oltre 81 mila ettari, 30 mila dei quali in pianura e dove il risparmio idrico complessivo generato grazie agli interventi effettuati è di 6 milioni di metri cubi d’acqua l’anno

2 Luglio 2024Quaranta milioni di euro di risorse e 20 milioni di euro (di cui 10 milioni derivati da progetti realizzati con fondi regionali e del Pnrr) da reinvestire per opere a favore del territorio: è il positivo dato che emerge dal Bilancio 2023 del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, approvato nel corso dell’ultima seduta del Consiglio di Amministrazione tenutasi nel territorio di Campogalliano (Mo) presso la sede di Fruit Modena Group, dopo i saluti istituzionali della sindaca Daniela Tebasti, e il benvenuto di Adriano Aldrovandi, presidente dell’azienda e del Consorzio UNAPera.

“Grazie al lavoro e all’impegno degli amministratori e dei revisori – ha sottolineato Lorenzo Catellani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale che hanno dato il massimo per riuscire ad ottenere questo risultato, l’Ente è in grado di progettare opere resilienti allo scopo di incrementare i livelli di sicurezza idraulica del territorio. Importante che, nell’ambito del Bilancio 2023, il Consorzio abbia investito una cifra rilevante a favore di un fondo per l’energia elettrica”.

Nel comprensorio gestito dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale una porzione molto significativa del territorio è proprio quella appartenente alla Provincia di Modena: oltre 81 mila ettari, di cui una parte in montagna e alta pianura e la parte restante, di circa 30 mila ettari, in pianura. In questa zona insiste un reticolo di canali di capillare importanza, tra cui alcuni fondamentali per la sicurezza idraulica come il Cavo Lama, le parti terminali di Fossa Raso e Cavo Naviglio, il Collettore Acque Basse Modenesi. Sono presenti, inoltre, ben tre casse di espansione per la sicurezza delle aree: due a Carpi e una a Soliera.

Tra i maggiori interventi effettuati nel corso del 2023 in favore del territorio modenese i lavori di adeguamento e automazione del canale di Ganaceto a Panzano, che, a regime, comporteranno risparmi per un milione e mezzo di metri cubi d’acqua; considerando anche i 4 milioni di metri cubi d’acqua a disposizione grazie agli altri interventi effettuati dall’Emilia Centrale nel comprensorio gestito, il risparmio idrico complessivo è pari a 6 milioni di metri cubi d’acqua all’anno.

Il complesso di opere di bonifica e irrigazione comprende sei impianti di sollevamento irrigui lungo l’asta del Canale Quinto, oltre ad un impianto idrovoro a Carpi (Scolo Gargallo Inferiore). Inoltre, in prossimità di Novi di Modena, vi è il nodo idraulico di Mondine che, pur se risultante collocato all’interno del territorio di Moglia (Mn), è strategico anche per il Modenese, con uno dei principali impianti di sollevamento acque del reticolo di bonifica in gestione all’Emilia Centrale che, rinnovato dopo il terremoto del 2012, è oggi in grado di sollevare 50 metri cubi al secondo d’acqua in caso di piene.

Negli ultimi anni, inoltre la Bonifica dell’Emilia Centrale ha portato a termine nel Modenese lavori di manutenzione straordinaria per un valore complessivo di 16 milioni e 500 mila euro e, annualmente, il Consorzio esegue interventi di manutenzione ordinaria del reticolo di canali (sfalcio, trincia, ricostruzione arginature) per un importo di 400 mila euro.

A margine dell’approvazione del Bilancio 2023 il Cda ha riconfermato il direttore generale Domenico Turazza fino al 30 settembre del 2025. “L’approvazione del Bilancio 2023 – ha evidenziato Turazza rappresenta un passaggio fondamentale per l’Ente. I risparmi di gestione hanno consentito, anche quest’anno, di investire una cifra considerevole in favore di interventi per la messa in sicurezza idraulica del territorio ed orientati al risparmio idrico”.

[Nella foto allegata: un momento del CdA del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale in occasione della presentazione del bilancio con, da sinistra: la neo-dirigente amministrativa dell’Emilia Centrale Federica Rinaldi, il dirigente operativo Gestione Entrate e Territorio dell’Emilia Centrale Nico Alberti, il presidente dell’Emilia Centrale Lorenzo Catellani, il presidente di Fruit Modena Group e Consorzio UNAPera Adriano Aldrovandi, il direttore generale dell’Emilia Centrale Domenico Turazza, la sindaca di Campogalliano Daniela Tebasti]

Reggiana, 49 anni, laureata in Economia e Commercio e di robusta esperienza professionale

27 Giugno 2024La Bonifica dell’Emilia Centrale ha una nuova dirigente amministrativa: è Federica Rinaldi, che il presidente Lorenzo Catellani e il direttore generale Domenico Turazza hanno ufficialmente presentato in occasione dell’ultimo recente Consiglio d’Amministrazione dell’ente.

Reggiana, 49 anni, laureata in Economia e Commercio all’Università di Parma Rinaldi, prima d’approdare all’Emilia Centrale, ha maturato solide e robuste esperienze professionali: per dieci anni, presso Unieco Soc.Coop all’interno dell’Ufficio partecipate, in qualità di Responsabile amministrativa di diverse società del Gruppo, Consortili, Consorzi e società Immobiliari aventi soci gruppi bancari e altre Soc. Cooperative in ambito costruzioni. Successivamente, nel triennio 2017-2020, ha ricoperto l’incarico di Direttore Amministrativo e del personale della Gema Magazzini Generali – BSGSPV – Spa di Castelnovo Sotto (RE), magazzino per la stagionatura del Parmigiano Reggiano. Da marzo 2020 a settembre 2022 si sposta a Milano presso la Nadella Spa di proprietà del Fondo d’Investimento anglosassone ICG, in qualità di Direttore Amministrativo del gruppo e del personale. Rientra in Emilia negli ultimi anni, selezionata dal Fondo d’Investimento 4R (fondo d’investimento italiano, inizialmente partecipato da Cassa depositi e prestiti) per seguire il bilancio civilistico e del gruppo Fagioli spa di Calerno (RE).

A Federica Rinaldi è andato il benvenuto e l’augurio di buon lavoro da parte di tutto il CdA della Bonifica dell’Emilia Centrale.

[Nella foto allegata: il benvenuto porto a Federica Rinaldi, neo dirigente amministrativa dell’Emilia Centrale, da parte del presidente dell’ente Lorenzo Catellani]

24 Giugno 2024Nella seduta del 24 giugno 2024 il Comitato Amministrativo del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale ha disposto l’aggiudicazione definitiva ed efficace del servizio di redazione del Documento di Fattibilità delle alternative Progettuali (DOC.F.A.P.) per il progetto che prevede la “Realizzazione di un invaso a scopi plurimi in ambito montano e altre azioni sinergiche per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici della Val d’Enza, nella Provincia di Reggio Emilia e Parma”. La valutazione tecnica della Commissione Giudicatrice ha stabilito che l’offerta migliore fosse quella del raggruppamento il cui capofila è la Società C. & S. Di Giuseppe Ingegneri Associati Srl di Chieti, di cui fanno parte la HMR Srl, la Società Cooperativa Politecnica Ingegneria e Architettura, la AIG Ingegneria Srl, la Studio Silva Ingegneria Srl, Paolo Turin e Quanat Engineering Srl, che ha ottenuto il punteggio più alto, di 94,44 punti su 100. Ora, secondo i termini di legge vigenti, il contratto d’appalto dovrà essere sottoscritto dal raggruppamento vincitore entro due mesi; successivamente lo stesso avrà 10 mesi di tempo per la predisposizione del Documento di Fattibilità.

La “Realizzazione di un invaso a scopi plurimi in ambito montano e altre azioni sinergiche per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici della Val d’Enza, nella Provincia di Reggio Emilia e Parma” è un progetto previsto da un apposito Gruppo di Lavoro, a cui hanno partecipato i principali portatori di interesse pubblici e privati, promosso dalla Regione Emilia-Romagna nel 2017 e che ha prodotto un Documento finale in data 5 giugno 2018 nel quale si prevede la realizzazione di un invaso,  oltre ad una serie di azioni di tipo sinergiche finalizzate a ridurre il deficit idrico della Val d’Enza.

A questo fondamentale documento ha fatto seguito un primo approfondimento tecnico da parte dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po e, successivamente, il finanziamento del MIT-Ministero delle Infrastrutture e Trasporti alla stessa Autorità Distrettuale del Po per la predisposizione del Progetto di Fattibilità Tecnico Economica dell’invaso. L’Autorità Distrettuale, d’intesa con Regione Emilia-Romagna e ATERSIR ha conferito, nella seconda parte dello scorso anno, al Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale la funzione di Ente attuatore del progetto (coadiuvato dal Consorzio della Bonifica Parmense attraverso uno specifico accordo tra le parti).

Prima di dare il via alla progettazione vera e propria la normativa di legge prevede che venga predisposto un apposito documento, detto DOC.F.A.P. per analizzare, sotto il profilo della loro compatibilità ambientale ed economica, le varie alternative progettuali che si prospettano e definire, in base alle condizioni oggettive, l’ubicazione dell’invaso montano nel Bacino dell’Enza e le principali caratteristiche dell’opera da realizzare.

Le offerte dei raggruppamenti sono state esaminate da un’apposita Commissione giudicatrice composta in maggioranza – tre componenti su cinque – da professori universitari di chiara fama (Prof. Pierluigi Claps, Ordinario di Costruzioni Idrauliche all’Università di Torino; Prof. Paolo Salandin, Ordinario di Costruzioni Idrauliche e Marittime e Idrologia all’Università di Padova; e Prof. Guido Gottardi, Ordinario di Geotecnica Fondamenti e di Consolidamento dei terreni all’Università di Bologna) e, per la parte restante, da rappresentanti dei due Consorzi di Bonifica, l’Ingegner Pietro Torri, dirigente del Consorzio dell’Emilia Centrale (RUP) e Presidente della Commissione; e l’Ingegner Fabrizio Useri, Direttore Generale del Consorzio della Bonifica Parmense.

[Foto allegata: un’immagine della Val d’Enza]

L’Osservatorio Falde Acqua Campus ANBI-CER (Canale Emiliano Romagnolo) conferma che le piogge hanno consentito la complessiva ricarica delle falde e il deficit accumulato rispetto al 2022, l’anno più siccitoso di sempre, viene finalmente compensato in quasi tutte le province regionali, anche se in Romagna si registrano ancora evidenti anomalie in alcune aree

10 Giugno 2024 – Dati aggiornati e dati storici sulle condizioni della falda ipodermica, ovvero quella parte di falda più superficiale (detta anche “freatica”) che si conferma come essenziale per le attività produttive delle imprese agricole del territorio e per la gestione complessiva degli equilibri idrologici utili per l’irrigazione gestiti dai Consorzi di bonifica associati ad ANBI Emilia Romagna.

La drastica inversione di tendenza, soprattutto rispetto al 2022 (vedi grafico allegato), “annus horribilis”, caratterizzato da prolungata siccità in tutto il paese, ma in particolar modo proprio nella pianura padana (area ad alta vocazione e produttività per il settore primario) ha lasciato il posto ad una rilevante “ricarica” delle falde stesse in virtù delle precipitazioni abbondanti cadute in un maggio atipico, decisamente più piovoso rispetto alla media storica anche se tra i più caldi dal 1950 ad oggi. La comparazione analitica tra le singole province della regione Emilia-Romagna mostra chiaramente la tendenza che però presenta una evidente anomalia in territorio romagnolo, nella fattispecie in provincia di Forli-Cesena, dove i livelli di scarsità idrica registrati oggi sono addirittura più bassi rispetto all’anno più siccitoso di sempre ( -2,47 metri nel 2024 contro i -2,28 metri del 2022). Nel dettaglio:

  • PIACENZA | Profondità falda freatica 2022: -224 cm; Profondità falda freatica 2024: -159 cm;
  • PARMA | Profondità falda freatica 2022: -268 cm; Profondità falda freatica 2024: -166 cm;
  • REGGIO EMILIA | Profondità falda freatica 2022: -210 cm; Profondità falda freatica 2024: -132 cm;
  • MODENA | Profondità falda freatica 2022: -211 cm; Profondità falda freatica 2024: -88 cm;
  • BOLOGNA | Profondità falda freatica 2022: -255 cm; Profondità falda freatica 2024: -247 cm;
  • FERRARA | Profondità falda freatica 2022: -191 cm; Profondità falda freatica 2024: -156 cm;
  • RAVENNA | Profondità falda freatica 2022: -224 cm; Profondità falda freatica 2024: -202 cm;
  • FORLÌ CESENA | Profondità falda freatica 2022: -228 cm; Profondità falda freatica 2024: -247 cm;
  • RIMINI | N.A.

Venendo poi all’analisi dei dati emersi recentemente, non si evidenziano variazioni eccessive rispetto a due settimane fa. Sostanzialmente, le quote di falda ipodermica sono allineate o superiori a quelle dello storico nella parte occidentale della pianura, mentre risultano inferiori in quella orientale. La linea di separazione fra questi due differenti andamenti è da collocarsi fra le province di Modena e Bologna.

Andando in dettaglio, tutte le province occidentali, assieme a Ferrara, hanno quote medie che si assestano al di sopra dei -170 cm dal p.c. (a Modena addirittura -88 cm dal p.c.). La parte orientale continua invece a permanere sotto la soglia dei -200 cm, pur senza variazioni significative rispetto all’ultima rilevazione (da -204 cm a -202 cm dal p.c. a Ravenna; da -243 cm a -247 cm dal p.c. a Forlì-Cesena). Anche nella provincia di Bologna la quota media di falda continua a scendere, passando da -225 cm a -247 cm dal p.c.. Le tre province sopra citate sono, ovviamente, anche quelle in cui la variazione negativa di quota di falda, rispetto alla media storica, è più elevata. A Ravenna e Forlì-Cesena la variazione è rispettivamente del -27% e -28%, mentre Bologna ottiene il record negativo di -54%. Tutte le altre province presentano deficit contenuti (Parma -3% e Ferrara -11%) o un relativo surplus (Reggio Emilia +2%, Piacenza +7%, fino a Modena con il +32%).

In conclusione, le precipitazioni cadute nella pianura occidentale, fra il Piacentino e il Modenese a partire da gennaio, fanno registrare altezze complessive ormai attorno ai 500 mm, mentre in quella orientale ed in particolare in Romagna, si attesta a circa metà di questi valori (250 mm complessivi misurati nella stazione pluviometrica di Ponte Braldo – Forlì-Cesena).

Confronto delle falde tra il 2022 e il 2024

Il Consorzio di bonifica ha dato il via agli interventi urgenti finanziati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per 120 mila euro e strategici per la viabilità della Val d’Enza

30 Maggio 2024La Bonifica dell’Emilia Centrale ha dato il via agli interventi urgenti di messa in sicurezza delle scarpate di monte e di valle lungo la strada di bonifica “Spigone-Pineto”, nel territorio di Vetto (RE), finanziati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per 120 mila euro con fondi per la ricostruzione dei territori colpiti dall’alluvione verificatasi dal 1° Maggio 2023 e che vedranno il Consorzio impegnato nella direzione dei lavori di ripristino dell’importante via di collegamento per tutta la Val d’Enza.

Nello specifico, la messa in sicurezza prevista riguarderà il consolidamento delle scarpate stradali di valle grazie all’utilizzo di pali in acciaio sormontati da travi in cemento; la posa di barriere di sicurezza; e il ripristino del piano viario.

“Un intervento rilevante per la viabilità della Val d’Enza, data l’importanza del collegamento stradale per la mobilità che si sviluppa sull’intero territorio – ha commentato Lorenzo Catellani, presidente dell’Emilia Centrale – e che andrà a risolvere quelle criticità generate dagli eventi estremi della scorsa primavera, causati dalla crisi climatica in atto”.

“La serie di precipitazioni del maggio 2023, dalla forte intensità temporalesca, ha causato significativi danni ai versanti e alla viabilità di bonifica nel territorio di Vetto – ha sottolineato Domenico Turazza, direttore generale dell’Emilia Centrale –; in particolare la strada di bonifica ‘Spigone-Pineto’, lunga oltre tre chilometri, ha subito, in ben due tratti, dei significativi cedimenti al piano viabile e proprio in corrispondenza della scarpata di valle. Ma ora le situazioni di criticità stanno per essere risolte grazie all’avvio dei lavori”.

[Nella foto allegata: i primi interventi di consolidamento delle scarpate stradali sulla “Spigone-Pineto”, nel territorio del Comune di Vetto d’Enza, RE]

Le infrastrutture consortili di Torrione, Boretto, Castellarano, San Siro e Mondine fanno registrare il pieno di presenze durante la domenica della Settimana della bonifica e dell’irrigazione di ANBI

21 Maggio 2024 – Ancora una volta le “Cattedrali dell’Acqua” hanno letteralmente “stregato” cittadini, amanti della natura e amici della bicicletta: dalla pianura reggiana al basso mantovano la domenica degli Impianti aperti organizzata dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, grazie alla Responsabile Comunicazione Marzia Bonicelli nell’ambito della Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione di ANBI, è stata un vero successo, con la visita di oltre 600 persone suddivise tra gli impianti di Torrione (Comune di Gualtieri, Re), che ha visto la conclusione del progetto VOLT con una performance del Teatro Sociale di Gualtieri, un laboratorio di pittura per i più piccini e dove la dirigente consortile Paola Zanetti ha illustrato il ruolo svolto dalla Bonifica nell’ambito della difesa idraulica; Boretto (Re), lungo il fiume Po, quest’anno ricco di acqua per l’ecosistema e l’agricoltura; Castellarano, sul Fiume Secchia, nella zona pedecollinare dell’Appennino Settentrionale ubicata tra le Province di Modena e Reggio Emilia, in cui sorge l’opera idraulica della Traversa, per l’occasione presidiata dal Capo Settore Impianti Mauro Bigliardi e dal tecnico Ada Francesconi; San Siro, nel Comune di San Benedetto Po (Mn), con l’attività di orienteering e la visita all’Orto Botanico svolte grazie al tecnico Sandro Bellintani; e Mondine, nodo idraulico nel Comune di Moglia (Mn), dove si è svolta una biciclettata ambientale per appassionati e visitatori.

“« L’acqua ci nutre e dà la vita » è il tema portante di questa Settimana della Bonifica 2024 – ha sottolineato il presidente del Consorzio dell’Emilia Centrale Lorenzo Catellanie proprio perché l’acqua risulta essenziale in ogni suo impiego questi appuntamenti molto partecipati, che abbiamo organizzato grazie al nostro staff in collaborazione con ANBI, sono assai rilevanti anche per spiegare come il Consorzio opera nel quotidiano sul territorio gestito, cosa fa per salvaguardare al meglio la risorsa e come governarla quando minaccia aree abitate e coltivate. Le visite sono quindi momenti ricreativi, ma particolarmente utili per approfondire e conoscere equilibri e dinamiche dell’ambiente in cui viviamo”.

 

[Nelle foto allegate: alcuni momenti della domenica di Impianti aperti organizzata dall’Emilia Centrale nell’ambito della Settimana della Bonifica e dell’Irrigazione di ANBI: lo spettacolo teatrale al Torrione; la visita guidata a Castellarano; la biciclettata a Mondine]

 

 

 

15 Maggio 2024 – Con la seduta pubblica che si è tenuta nel pomeriggio di lunedì scorso, 13 Maggio, la Commissione Giudicatrice nominata dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, soggetto attuatore del progetto per la realizzazione di un invaso a scopi plurimi in ambito montano ed altre azioni sinergiche per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici della Val d’Enza, ha concluso i suoi lavori nell’ambito della procedura per l’affidamento del servizio di predisposizione del DOCFAP – Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali. La Commissione Giudicatrice era composta da 5 membri, di cui 3 accademici (Prof. Pierluigi Claps, Ordinario di Costruzioni Idrauliche all’Università di Torino; Prof. Paolo Salandin, Ordinario di Costruzioni Idrauliche e Marittime e Idrologia all’Università di Padova; e Prof. Guido Gottardi, Ordinario di Geotecnica Fondamenti e di Consolidamento dei terreni all’Università di Bologna), oltre che dall’Ingegner Fabrizio Useri, Direttore del Consorzio della Bonifica Parmense; e dall’ingegner Pietro Torri, dirigente del Consorzio dell’Emilia Centrale (RUP) e Presidente della Commissione. La Commissione ha valutato l’ammissibilità ed il merito tecnico delle offerte pervenute, compiendo un’analisi puntuale e approfondita delle stesse. Dopo aver ritenuto tutte le proposte idonee a soddisfare il servizio richiesto per la predisposizione dello Studio di Fattibilità delle Alternative Progettuali, che dovrà fornire le indicazioni essenziali su cui basare la progettazione del tanto atteso invaso in Val d’Enza – la Commissione ha attribuito un punteggio per ciascuno dei criteri previsti dal disciplinare di gara. Ora, come da procedura di legge, saranno effettuate le ulteriori verifiche dei requisiti e al termine verrà comunicato ufficialmente il soggetto che realizzerà lo studio di fattibilità.

 

 

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