A Mondine scongiurato il crollo dell’impianto monumentale. Stanno nascendo i due nuovi impianti di scolo. Presto anche il nuovo impianto irriguo e la controchiavica. Opere ingegnose e spettacolari per la messa in sicurezza e ripristino della funzionalità antisismica a San Siro e alla Botte San Prospero. Un secolo dopo il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale ripensa alla sicurezza idraulica. Con fondi post terremoto della Regione Emilia Romagna e dalla Regione Lombardia

REGGIO EMILIA, MANTOVA, MODENA (5 febbraio 2015) – Nuovi impianti, ricostruzione e… sicurezza idraulica tra Reggio, Modena e Mantova. Accade dopo che il sisma aveva sconvolto un triangolo che ha per vertice Bondanello di Moglia (Mantova), il punto altimetricamente più basso dell’intero comprensorio del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, dove, da sempre, confluiscono le acque cadute in oltre 78.000 ettari della pianura reggiana, modenese e mantovana tra Enza e Secchia. E il tema è stato presentato giovedì 5 febbraio 2015 a Roma nell’ambito di “Manutenzione Italia: Consorzi di Bonifica in azione per #ItaliaSicura”, mediante il piano 2015 per la riduzione del rischio idrogeologico.
“Alla base di questo “triangolo” – spiega Marino Zani, presidente Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – si trovano l’idrovora di Mondine e la Botte San Prospero che guarda a nord verso il monumentale impianto di San Siro, l’ultimo punto di recapito delle acque di bonifica nel Fiume Secchia. Una zona fondamentale per l’equilibrio idraulico del nord della Via Emilia, devastato dal sisma del 2012, che ora vive dopo la calamità”.
“Dopo il sisma del 2012 – dichiara il presidente – la difficoltà più grande è stata quella di rendere nota a persone ed enti la natura del rischio idrogeologico che si era creata col danneggiamento agli impianti posti a tutela di un comprensorio vastissimo tra Emilia e Lombardia”.
“Grazie ai progetti presentati – interviene Domenico Turazza, direttore Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – si è potuti giungere a 26 milioni di euro di risorse dedicate. Di questi: 13 milioni per le opere provvisionali urgenti finanziate dalla Regione Emilia Romagna con fondi comunitari (già spese al 60% a un anno e mezzo dal sisma), 12 milioni stanziati per la ricostruzione dall’Emilia Romagna e 1,2 da parte della Lombardia (si è nella fase di progettazione)”.
“Sono ora in corso – prosegue il direttore – i grandi cantieri attivi negli impianti che scolano le acque reggiane e modenesi: San Siro, Botte San Prospero e Mondine. Ed è proprio in quest’ultimo (una delle immagini simbolo del sisma 2012, per i gravi danni riportati) che si è ripensato completamente il tema della sicurezza idraulica con la totale rifunzionalizzazione del nodo idraulico, composto dalla nuova idrovora di Mondine (in costruzione), dalla nuova chiavica e dal nuovo impianto irriguo, con progetto complessivo già finanziato”.
“Nel caso di Mondine – spiega Turazza – il sisma ha consentito, paradossalmente, di ripensare al tema della sicurezza idraulica dopo quasi un secolo dalla sua originaria concezione. Il vecchio impianto di sollevamento, con utilizzo irriguo e di scolo, costituisce il terminale del Cavo Lama e dello Scaricatore del Cavo Parmigiana – Moglia, nel mantovano. È dotato di cinque pompe centrifughe a “conchiglia”, quattro paratoie, una pompa ad elica ad asse orizzontale. Il sisma aveva causato il crollo dell’imponente torretta sugli impianti elettrici. La Regione Lombardia ha deciso di finanziare un progetto di 900.000 euro per il recupero del valore storico dell’edificio quale elemento di architettura industriale e, per la sistemazione della torre crollata”.
Il manufatto ancora parzialmente in funzione sarà in futuro destinato a divenire una struttura di interesse museale. Grazie alla Regione Emilia Romagna, inoltre, con i primi 600.000 euro di finanziamento si è potuto mantenere l’impianto storico che è ancora attivo e parzialmente agibile: garantisce la sicurezza del comprensorio.
Per il futuro, al posto dell’antico impianto ne sorgeranno due nuovi per lo scolo, entrambi del valore di 6.000.000 euro, finanziati dalla Regione Emilia Romagna. Sono in corso anche le opere per la messa in sicurezza della chiavica emissaria, per un importo di 200.000 euro. Sono inoltre stati finanziati i progetti per la nuova contro chiavica e il nuovo impianto irriguo di 3.000.000 euro ciascuno”.
L’impianto di sollevamento di San Siro, situato a San Benedetto Po (Mantova), in prossimità del fiume Secchia, costituisce il terminale della rete di scolo delle acque basse al servizio di 33.000 ettari e, talvolta, anche delle acque alte di 54.000 ettari, per un totale di oltre 80 mila ettari. L’edificio, risalente al 1925, si trovava in buono stato fino all’arrivo del grave sisma del maggio 2012.
“Gli interventi stanziati dalla Regione Emilia Romagna (finanziamenti post terremoto) – precisa Turazza – consistono nella messa in sicurezza, nella riparazione dei danni e nel miglioramento sismico, il tutto nel rispetto del luogo. In particolare, sono in corso le opere per l’interno dell’impianto, per un totale di 2.050.000 euro. Gli interventi, iniziati nel 2013, coinvolgono oltre cinquanta persone e quattro ditte. I lavori riguardanti il magazzino (150.000 euro), la casa del guardiano (90.000 euro) e la chiavica (250.000 euro) sono conclusi”.
Spettacolare l’intervento alla Botte San Prospero, a Moglia (Mantova), dove letteralmente sono stati “chiusi i muri” dopo la sventratura del sisma. Un impianto che si trova all’incrocio dei corsi d’acqua Parmigiana Moglia ed Emissario. Composta da sei paratoie, è utilizzata attualmente sia per scolo che per irrigazione.
“Fondamentale l’importanza idraulica del nodo: consente al principale Collettore di Acque Basse (il canale Emissario che drena un bacino di 33.000 ettari) di sotto passare il principale cavo delle acque alte (il Collettore Parmigiana Moglia che drena un bacino di 42.000 ettari). Qui si sono alternate quattro ditte e oltre venti persone. Gli interventi in corso ammontano a 600.000 euro per opere varie e 120.000 euro per la realizzazione del terzo sifone, finanziati dalla Regione Emilia Romagna”. Conclude il direttore Turazza.