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Crisi idrica Val d’Enza : intervento (replica) del Commissario straordinario regionale Consorzio di bonifica Emilia Centrale Franco Zambelli

Spiace constatare che il Direttore di un’importante organizzazione agricola reggiana richiami severamente il Consorzio di bonifica per la gestione irrigua nell’area servita dal Torrente Enza.
E’ noto da sempre che, in situazioni di limitate precipitazioni invernali e primaverili, quest’area soffre una grave carenza idrica dovuta alla mancanza di invasi sull’asta del Torrente. Si ricorda che il Consorzio ha più volte segnalato, in particolare dopo la grave crisi idrica del 2003, alle competenti autorità la necessità di realizzare alcuni invasi adiacenti al Torrente per diversi milioni di metri cubi che avrebbero garantito acqua sia all’area reggiana che a quella parmense. La Giunta Regionale aveva recepito tali istanze nella sua programmazione. Purtroppo per motivi dovuti alla mancanza di finanziamenti pubblici tali richieste sono rimaste inattuate.
Questa situazione deve essere imputata ai portatori di interesse reggiani e parmensi più che al Consorzio di Bonifica, fino al marzo del 2016 governato dalle organizzazioni professionali locali che, si ricorda, è un ente tecnico a cui spetta solo la manutenzione delle opere pubbliche di bonifica ed irrigazione che gestisce e che comunque ha sempre fornito il suo contributo tecnico alla realizzazione di nuove opere e continuerà a farlo anche nel futuro.
A questo proposito si segnala che sono attualmente in corso le verifiche tecniche per la realizzazione di piccoli invasi (fino a 250.000 m.c.) finanziabili con risorse del Piano di Sviluppo Rurale – PSR – da parte della Regione Emilia-Romagna e che i tecnici del Consorzio hanno predisposto un piano di fattibilità per estendere la rete irrigua da Po anche a parte della zona della Val d’Enza. Tale Piano ha evidenziato costi a carico delle finanze pubbliche molto rilevanti.
Nel merito della situazione contingente si fa presente che, stante l’andamento stagionale del tutto anomalo dello scorso inverno, il Consorzio ha eccezionalmente attivato fin dal 20 marzo, con largo anticipo rispetto alle medie stagionali, la derivazione dall’Enza anche per poter rimpinguare le falde superficiali. Il recente calo della risorsa immessa nel Canale d’Enza è dovuto al fatto che fino al 28 maggio la richiesta irrigua a favore dei Canali di Bibbiano e della Spelta, al servizio dei territori del parmense, era piuttosto limitata. Successivamente i fabbisogni dei Canali della Spelta e di Bibbiano hanno comportato una suddivisione in parti eguali della risorsa, con conseguente riduzione della portata media nel Canale d’Enza, che si attesta attualmente a 1.100 litri al secondo. Nel mese di aprile è stato inoltre attivato il pozzo di Gaida.
Pur tuttavia le attuali portate del Canale d’Enza, inferiori a quelle delle annate precedenti, consentono al Consorzio di servire regolarmente tutti gli appezzamenti che ne hanno fatto richiesta. Per cui, allo stato, non risulta una situazione di emergenza. Tant’è che, a tutt’oggi sono state effettuate oltre 200 irrigazioni che hanno comportato la distribuzione al campo di 828.000 metri cubi d’acqua, contro le 35 dello scorso anno per 230.000 metri cubi. Ciò nonostante, l’assenza di neve sul crinale appenninico e le scarse precipitazioni invernali e primaverili destano non poche preoccupazioni per il futuro.
Si precisa inoltre che nello scorso mese di aprile il Commissario Straordinario del Consorzio, facendo seguito a precedenti contatti tra i tecnici, ha incontrato il responsabile degli invasi gestiti dall’ENEL in Emilia-Romagna per verificare la possibilità di utilizzare l’invaso del Lagastrello e degli altri invasi gestiti dall’ENEL nel bacino dell’Enza. In tale circostanza si è appreso che il Lagastrello, tuttora in gestione all’ENEL, disponeva di soli 300.000 metri cubi d’acqua che costituisce un quantitativo del tutto irrilevante.

 

Il Commissario Straordinario Regionale al Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale
FRANCO ZAMBELLI