Vertice tra i due enti che definisce il “work in progress” a beneficio dei territori gestiti. Focus sulla Val d’Enza e le strategie per compensare il deficit idrico, tra cui l’invaso

8 Aprile 2021 – Non solo rapporti di buon vicinato ma, soprattutto, condivisione operativa di strategie comuni e condivise, progetti dotati di visione di medio e lungo periodo che interessano per lo più i territori bagnati dalle medesime acque e scambio di modalità operative per far fronte ad una stagione in cui l’irrigazione con i prelievi dal fiume Po sta già mettendo sotto stress alcune fonti di approvvigionamento destinate al comparto agricolo e alle colture tipiche del territorio, tra cui spiccano i foraggi per l’alimentazione delle bovine da latte per la produzione del Parmigiano Reggiano: i vertici del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – con il presidente Matteo Catellani ed il direttore Domenico Turazza a fare gli onori di casa – hanno ospitato la neo-eletta presidente del Consorzio della Bonifica Parmense, l’imprenditrice agricola Francesca Mantelli e il direttore Fabrizio Useri.

Focus di approfondimento immediato sulle molteplici azioni che la bonifica attua quotidianamente sulle zone collinari e montane e sui numerosi progetti che entrambi gli enti stanno concretizzando grazie ad interventi capillari volti a consolidare i versanti, soprattutto in corrispondenza della rete stradale consortile, di regimazione e pulitura delle svariate canalizzazioni. Oltre a questo, un lungo spazio del summit è stato dedicato alle opere idrauliche e alle progettazioni inserite nei percorsi di finanziamento ministeriale e comunitario che avranno il compito provvidenziale di arginare il gap idrico che oggi vede chiaramente un imponente deficit in Val d’Enza, valle reggiana che condivide con la provincia parmense ben il 40% della risorsa idrica complessiva. Tra questi progetti spicca l’invaso di grandi dimensioni ad impatto sostenibile, il recupero dei laghi Balano e Verde, la traversa di Cerezzola, il recupero e impiego dei reflui depurati dal prossimo impianto di depurazione intercomunale presso Monticelli Terme, l’individuazione di aree idonee alla produzione di energie pulite idroelettriche e la realizzazione delle opere di efficientamento sul canale Spelta (canale in territorio parmense, ma che trae la risorsa idrica dalla presa di Cerezzola sul torrente Enza).

Su quest’ultimo il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, che gestisce, insieme all’Ente parmense, il tratto di canale comune fino al partitore di Fontaneto – nel comune di San Polo d’Enza – ha progettato il riordino funzionale del nodo idraulico con l’obiettivo di una gestione più moderna attraverso l’automatizzazione di diverse paratoie sia di derivazione che di scarico: alle originarie funzioni irrigue del partitore si sono aggiunte anche quelle di nodo dal quale attingere le portate destinate alla produzione di energia rinnovabili. Se sino ad oggi dunque al nodo di Fontaneto veniva convogliata una portata massima di circa 4.000-4.200 l/sec, a breve si passerà ad una nuova portata di circa 6000 l/sec grazie alla fattiva sinergia tra i due enti che presto attiveranno la nuova centrale idroelettrica nel casello idraulico di Guardasone, sulla sponda sinistra del torrente Enza, nel Comune di Traversetolo, dotata di una turbina adatta ai bassi salti della potenza nominale di 122 kw per una portata massima di 2500 l/sec e una portata media di 1470 l/sec e che produrrà energia per circa 840 Megawattora all’anno.

A questa centralina dovrebbero aggiungersene altre due nel primo tratto del Canale d’Enza – precisamente nei Comuni di Canossa e San Polo – in grado di produrre, complessivamente, 1.200 Megawattora l’anno la cui progettazione esecutiva sta per essere elaborata dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale che se ne assumerà la gestione. Si tratta di energia pulita, prodotta praticamente ad impatto “zero”, ottenuta ottimizzando un sistema irriguo già esistente: il prelievo idrico dal fiume non verrà infatti aumentato. La gestione degli impianti e le modalità di prelievo sono regolate dalle Concessioni di derivazione di acqua pubblica con finalità irrigue e idroelettriche, rilasciate da Arpae Emilia Romagna. Si è parlato inoltre della necessità di garantire il mantenimento di un flusso costante capace di assicurare la presenza di acqua anche quando il regime torrentizio non lo consentirebbe: acqua utile al mantenimento del deflusso ecologico e della biodiversità in area che sarebbe completamente arida.

Il work in progress operativo è proseguito successivamente con l’analisi della gestione idraulica degli impianti e con l’aggiornamento sui bassi livelli del Grande Fiume Po, che già in questo periodo, vista la perdurante assenza di precipitazioni, rende difficoltoso il prelievo, soprattutto presso l’impianto di Boretto (RE) e l’impianto di Foce Ongina (PR), causa il progressivo insabbiamento delle pompe cui l’Emilia Centrale, pur non avendone la diretta competenza, sta ponendo rimedio grazie all’intervento degli escavatori per dare il via definitivo all’irrigazione stagionale.

Boretto (RE), 2 Aprile 2021 – Lo snodo idraulico di Boretto, quasi 100 anni a servizio di circa 220 mila ettari di territorio coltivato attraverso le forniture garantite dalle canalizzazioni del Consorzio di Bonifica alle province di Reggio Emilia, Modena e Mantova, ha attivato in questi giorni 6 delle 28 pompe idrovore che prelevano le acque dal fiume Po per distribuirle alle colture tipiche dell’area. E proprio in queste ultime ore, in prossimità dello storico indispensabile impianto, stanno lavorando in contemporanea full time due escavatori per consentire la successiva messa in funzione di tutta l’opera a pieno regime per soddisfare in tempi adeguati la crescente richiesta irrigua.

Purtroppo, ancora una volta, per il secondo anno consecutivo, si rischia però di fare conti salati con il lascito invernale del Grande Fiume che ha trasportato proprio nell’ansa fluviale sottostante le pompe di prelievo idrico un ingente ammasso di sabbie e detriti che devono essere rimossi per permettere di pescare acqua a pieno ritmo. Fino ad alcune settimane fa infatti le quote idrometriche del Po non davano la possibilità di accesso agevole all’operazione per evidenti ragioni idrauliche ed in pochissimo tempo, come ormai accade sempre più di frequente negli ultimi anni causa anche il mutare repentino del clima, l’ammasso è aumentato notevolmente di dimensioni, accumulando quantità di materiale sabbioso superiori addirittura a quelli della scorsa stagione.

L’azione di contrasto però è già iniziata nell’immediato e in pochi giorni il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale arginerà il problema ripristinando l’utilizzo complessivo della struttura; una struttura, come anticipavamo, che serve un’area molto ampia in più province e condivisa con il Consorzio di Bonifica Terre di Gonzaga che opera prevalentemente nella zona lombarda, ma usufruisce dello stesso comune prelievo dal Po. C’è da dire, per l’esattezza, che il mantenimento e la corretta pulizia dell’alveo non competerebbe per competenza direttamente ai Consorzi, ma la Bonifica, volendo ripristinare rapidamente la funzionalità, svolge nella fattispecie un ruolo di supplenza di fatto per poter soddisfare i consorziati e tutti coloro che necessitano di risorsa idrica in questo inizio di anno particolarmente siccitoso come confermano i più recenti dati diffusi dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po. Ad oggi infatti il Po ha manifestato un calo medio di portata che in soli sette giorni è passato da quota 24% a 45% e nonostante restino a riserva ancora corpose quantità di neve sui rilievi e nei laghi Alpini non sono, per ora, previste precipitazioni abbondanti in grado di portare ristoro in breve tempo.

L’irrigazione quindi sarà sicuramente assicurata, ma va considerato con rinnovata attenzione da parte delle istituzioni competenti una criticità che con il passare degli anni peggiora visibilmente e può compromettere le produzioni locali se non si porrà congiuntamente adeguato rimedio risolutivo.

 

Nella foto l’enorme ammasso di sabbia e detriti a ridosso dell’impianto di bonifica dell’emilia centrale a Boretto, sul fiume Po. Al centro dell’immagine uno degli escavatori dell’ente consortile opera per la rimozione dell’accumulo. 

 

Finanziato dalla Regione Emilia-Romagna per 100 mila euro, l’intervento del Consorzio protegge e tutela la vasta area al confine tra Reggio Emilia e Modena

Reggio Emilia – Modena, 25 Marzo 2021 – La vasta area sottesa tra le province di Reggio Emilia e Modena – con i relativi centri abitati e i numerosi terreni agricoli ivi situati – tira oggi un sospiro di sollievo con il completamento delle operazioni di messa in sicurezza ad opera della Bonifica dell’Emilia Centrale, che ha portato a termine un lungo intervento di rialzo degli argini, adeguamento della quota massima di piena e ripresa sponda in frana alla confluenza del Cavo Tassarola con il Cavo Tresinaro – nel Comune di San Martino in Rio (RE) – due importanti cavi collettori di bonifica della rete acque Alte del Consorzio che, con le piene del novembre 2019, erano esondati causando allagamenti all’estesa area interessata e che oggi, grazie al finanziamento con fondi della Regione Emilia-Romagna per un importo di 100 mila euro e ai lavori dell’ente consortile, vedono le proprie arginature più alte e più sicure.

Precisamente, la squadra Canalizzazione Settore Pianura dell’Emilia Centrale è intervenuta nel tratto compreso tra la Gazzata – Via Erbosa e il ponte della Provinciale per Reggio, a monte del centro abitato di San Martino in Rio, per la ripresa delle frane maggiori, la livellazione di argini e cigli dei cavi Tassarola e del Tresinaro in corrispondenza della loro confluenza e per l’abbassamento della botte del canale di Prato.

Il cavo Tassarola nasce dall’unione di tre cavi: Tassarola Primo, Secondo e Terzo, tutti con origine tra i comuni di Reggio Emilia e Rubiera e interessati, oltre che da aree agricole, da rilevanti porzioni di aree urbane che si sviluppano a ridosso della via Emilia. Il carico idraulico su tali tre cavi è assai rilevante e ovviamente si somma alla confluenza nel cavo Tassarola; il cavo Tresinaro invece ha origine nel Comune di Reggio Emilia, in località Sabbione, attraversa poi il comune di San Martino in Rio e, dopo essere transitato per un breve tratto nel Comune di Correggio, costituisce il confine tra la provincia di Reggio e Modena, cosicché la sponda ovest (quella reggiana) interessa i Comuni di Correggio, Rio Saliceto, Fabbrico e Rolo, mentre la sponda est (quella modenese) i comuni di Carpi e Novi di Modena. Il Tresinaro è uno dei principali Cavi scolanti del sistema delle Acque Alte del Consorzio che, nel tratto interessato ai lavori, è in grado di portare fino a 20 metri cubi d’acqua al secondo.

Durante le piene del novembre del 2019 si sono verificati esondazioni e allagamenti con interessamento sia di terreni agricoli, sia di aree abitate: eventi di straordinaria portata che hanno fatto raggiungere all’intera rete di bonifica livelli particolarmente elevati, determinando tracimazioni in diversi punti, oltre che erosioni arginali e numerose frane delle sponde.

Nello specifico l’operatività dell’Emilia Centrale ha seguito tre fasi principali: il rifacimento della botte a sifone del canale di Prato per l’attraversamento del cavo Tresinaro, la ripresa sponde in frana e infine il rialzo degli argini per adeguamento alle quote di massima piena.

 

Ecco la pianificazione degli obiettivi del Consorzio di Bonifica fino al 2025

Reggio Emilia, 16 Marzo 2021Oltre 120 interventi e più di 100 milioni di euro di investimenti per stimolare l’avvio di un significativo processo di transizione ecologica, messa in sicurezza di ampie porzioni del territorio e incremento della disponibilità di risorsa idrica nelle aree strategiche di un comprensorio – tra cui la Val d’Enza – ricco di zone d’eccellenza per la produzione di prodotti tipici eno-gastronomici.

Sono questi i numeri del Piano di Miglioramento consortile, un articolato schema operativo avviato dall’Emilia Centrale che mette in campo nuove progettualità per il 2021, con un respiro ampio fino al 2025. Il programma quinquennale proietta l’Ente di Bonifica verso la sfida della transizione ecologica, una delle sei mission del Recovery Plan, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, i cui interventi sono stati definiti e approvati dal Governo nel gennaio del 2021.

Si tratta di una serie di indicazioni strategiche che comprendono – oltre agli interventi sul territorio – anche processi di formazione, sviluppo di tecnologie organizzative e gestionali per ottimizzare l’efficienza e l’economicità dei servizi; il programma operativo degli interventi – che comprende lavori già finanziati o in corso di finanziamento – si inserisce in un contesto di miglioramento delle condizioni del territorio, sia dal punto di vista ecologico e ambientale, che economico: una fetta significativa dei lavori, infatti, verranno presumibilmente realizzati da aziende del territorio, con ricadute positive in termini di ricchezza e occupazione.

Alcune azioni in programma sono destinate a migliorare significativamente l’assetto del sistema idraulico del comprensorio del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale. Uno dei progetti centrali del piano di lavoro è la realizzazione di un invaso sul torrente Enza: si tratta di un intervento atteso da oltre un secolo di cui auspicabilmente partirà quest’anno la stesura dello studio di fattibilità Tecnico-Economica, per il quale è stato chiesto un finanziamento di 3 milioni e mezzo di euro. L’obiettivo è fornire una risposta adeguata ai problemi di carenza idrica della Media Val d’Enza, una delle zone di eccellenza per la produzione del Parmigiano Reggiano.

Altro progetto assolutamente strategico riguarda l’ammodernamento e potenziamento dell’Idrovoro di San Siro, nel Comune di San Benedetto Po (MN) – la principale idrovora del Consorzio e una della più importanti in Italia – laddove, in analogia a quanto già eseguito nel nodo idraulico di Mondine, si sta progettando di sostituire l’impianto storico, ormai prossimo al secolo di vita, con uno più moderno, resiliente ed efficiente, aumentando in tal modo il livello di sicurezza idraulica di oltre 100 mila ettari di territorio di pianura.

La riqualificazione e la ristrutturazione della traversa di Cerezzola sul torrente Enza – nei Comuni di Canossa (RE) e Neviano degli Arduini (PR) – è un altro degli interventi fondamentali per il territorio, con un valore progettuale da oltre 12 milioni di euro.

Un ulteriore importante intervento in programma è la costruzione dell’attesa cassa sul Bondeno, nel Comune di Novellara (RE), che avrà anche funzioni di bacino idrico e per cui si prevede, inoltre, di rafforzare la produzione di energia pulita con la costruzione di due centrali idroelettriche sul Canale d’Enza.

Sono poi recentemente stati avviati nei Comuni di Poviglio, Reggio Emilia, Correggio, Carpi e Novellara i lavori, finanziati dall’Unione Europea, sul Piano di Sviluppo Rurale Nazionale per oltre 15 milioni di euro, di miglioramento e messa in sicurezza di oltre venti chilometri di canali per irrigazione che dovrebbero comportare un risparmio idrico stimato in 4 milioni di metri cubi l’anno.

Per quanto concerne invece la valorizzazione della funzione dell’agricoltura nella gestione del territorio montano verrà ulteriormente sviluppato il progetto Life AgriCOlture (1 milione e 500 mila euro) mentre stanno per iniziare i 31 interventi finanziati dalla UE sul Piano di Sviluppo Rurale in montagna, per oltre 3 milioni e mezzo di euro, finalizzati alla sistemazione di aziende agricole montane colpite da frane.

“La predisposizione del Piano di Miglioramento Integrato per il 2021 sottolinea Matteo Catellani, presidente dell’Emilia Centrale – che contiene la visione strategica dell’Ente di Bonifica per i prossimi cinque anni, ci rende orgogliosamente pronti ad accettare la grande sfida della transizione ecologica, uno dei punti centrali del Recovery Plan. Siamo sempre più orientati verso una progettazione spinta e avanzata, che ha come obiettivo principale la messa in sicurezza di vaste porzioni di territorio, la salvaguardia dell’ambiente e lo sviluppo dell’economia locale attraverso ingenti investimenti – più di 100 milioni di euro”.

“Ringrazio i tecnici consortili, dai dirigenti agli operai, perché hanno saputo tradurre le tante esigenze del territorio in così alto numero di importanti progetti. Ci attende un periodo di impegno molto intenso, ma siamo tutti consapevoli che gli interventi in programma – tra tutti l’invaso sul torrente Enza e la nuova Idrovora a San Siro – sono destinati a cambiare significativamente, in positivo, l’intero assetto del nostro sistema idraulico”, evidenzia il direttore generale dell’Emilia Centrale Domenico Turazza.

… così Aronne Ruffini, dirigente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale ha lanciato una innovativa proposta green per il mondo rurale, presentata, nell’ambito del progetto Life AgriCOlture. Un progetto promosso dai Consorzi di Bonifica dell’Emilia Centrale, Burana, Parco nazionale dell’Appennino tosco emiliano e Centro Ricerche produzioni animali. “Nel concreto proponiamo – ha spiegato Ruffini – un patto fra agricoltori e istituzioni per una gestione sostenibile del suolo agricolo nell’Appennino tosco emiliano”. 

Comunicato stampa 12/03/2021

Per 200 studenti del “Cattaneo – Dall’Aglio” e del “Mandela” collegati online Consorzio di Bonifica Emilia Centrale e ANBI ER, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e tanti altri enti e associazioni del territorio, hanno proposto un focus su valori e progetti per la tutela e lo sviluppo del comprensorio montano. Interessante il gustoso menù proposto dallo chef Fabio Lusetti coi prodotti locali

Castelnovo ne’ Monti (RE), 9 Marzo 2021 – Una mattinata online dedicata ad una vera e propria full immersion territoriale tra tematiche e valori che informano e sensibilizzano le giovani generazioni verso i traguardi universali di sostenibilità ambientale e alimentare, alla ricerca di un equilibrio virtuoso fra impiego intelligente delle risorse disponibili in natura e filiere controllate fatte da prodotti sani e gustosi. Questo l’obiettivo del progetto innovativo “Acqua da Mangiare” ideato da ANBI Emilia-Romagna e realizzato in tutti i comprensori di bonifica della nostra regione grazie alla collaborazione fattiva dei Consorzi.

Il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale per esempio, in questa specifica occasione, ha voluto interessare due istituti dell’Appennino in cui i contenuti del progetto sono presenti grazie alle attività svolte in classe e laboratori ogni giorno. Alla mattinata infatti, grazie all’impegno delle docenti, hanno partecipato ed interagito con i relatori circa 200 studenti delle classi 3e e 4e dell’Istituto CattaneoDall’Aglio e le 4e e 5e dell’Istituto Mandela ad indirizzo alberghiero. L’evento è stato aperto dall’intervento dell’Assessore all’Ambiente, Costa e Protezione Civile Irene Priolo che ha tracciato i contorni dello stato attuale della nostra regione dove purtroppo si fanno ancora conti salati con le criticità causate dagli inquinanti atmosferici, inquinanti al centro di tutte le attuali politiche regionali per l’abbattimento o limitazione degli stessi.

I Consorzi di Bonifica hanno subito dopo descritto il loro complesso ed indispensabile sistema di attività per la salvaguardia, tutela e lo sviluppo della loro area di azione con le presentazioni di Marzia Bonicelli (Emilia Centrale) e del direttore generale del Consorzio Domenico Turazza che si è soffermato proprio sulle peculiarità ambientali, idrologiche e geologiche del territorio dell’Emilia Centrale con focus mirato sulle zone montano Appenniniche.

È toccato poi all’architetto Luca Filippi il compito di approfondire le direttive del progetto LIFE comunitario AgrCOlture che vede il Consorzio Emilia Centrale e quello di Burana impegnati nella salvaguardia del suolo montano grazie a nuove tecniche e tecnologie applicate in 15 campi prova impiegati come modello replicabile di agricoltura conservativa, ma proiettata a migliorare l’ambiente mantenendo la produttività e limitando le emissioni in atmosfera; Filippi ha posto anche l’accento sui cambiamenti del paesaggio appenninico nel corso degli ultimi decenni con un approfondito excursus lungo un ampio arco temporale dalla seconda metà del Novecento sino ai giorni nostri. Il tecnico esperto di bonifica Marco Favali ha presentato successivamente la mission dell’Emilia Centrale nel territorio montano in costante e strenua lotta mediate sorveglianza, controllo e sistemazione preventiva del perdurante fenomeno di dissesto idrogeologico (difese spondali, consolidamento, sistemazione rete stradale di bonifica, ingegneria naturalistica, strade interpoderale per mantenere l’accesso nei terreni ecc.). Paesaggio, cultura, salubrità e considerazione per habitat e biodiversità sono stati evidenziati dal presidente del Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano MaB Unesco Fausto Giovannelli.

Nel mezzo della lezione particolarmente interessante e attrattivo si è dimostrato il sipario che ha visto protagonista lo chef Fabio Lusetti che, direttamente dalla cucina del Istituto Mandela, ha creato un menù a tema Appennino dando prova concreta di creatività, capacità di esecuzione e estrema considerazione per la materia prima locale. In conclusione Irene Lenci di Eikon Comunicazione, partner organizzativo di “Acqua da Mangiare”, ha spiegato le interazioni che gli studenti delle due scuole dovranno realizzare sui social network nelle prossime settimane sui temi trattati durante il workshop della mattinata.

 

 

Intervento di ricostruzione e consolidamento dell’argine per 120 mila euro a difesa e tutela della vasta area compresa tra Castelnovo Sotto, Poviglio, Gualtieri e Gattatico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bassa Reggiana (RE), 5 Marzo 2021L’Emilia Centrale prosegue con gli interventi nella messa in sicurezza dei comprensori intervenendo su più fronti per la capillare operatività atta a garantire il corretto funzionamento dei numerosi impianti in vista dell’imminente avvio della stagione irrigua: via dunque ai lavori per la ricostruzione e il consolidamento delle arginature del Canale Risalita, che coinvolgono un territorio vasto oltre 12 mila ettari in provincia di Reggio Emilia – tra i Comuni di Castelnovo Sotto, Poviglio, Gualtieri e Gattatico – per un importo complessivo di 120 mila euro.

Il Canale Risalita – che ha origine dall’unione del Cavo Mezzanella e del Cavo Dugara Baiocca, a nord dell’impianto di sollevamento di Case Cervi, nel Comune di Castelnovo Sotto – si sviluppa in direzione nord verso il fiume Po e scarica nel Canale Derivatore in località Bellingambo, al confine tra i Comuni di Castelnovo Sotto, Poviglio e Gualtieri. Oltre alla funzione scolante, durante il periodo estivo – dal 15 aprile al 15 settembre – svolge anche un’importante funzione irrigua: l’acqua vi transita per garantire il funzionamento degli impianti principali di Case Cervi, Valle Re ed altri dieci impianti irrigui minori per una superficie totale irrigata di 12.530 ettari; mentre, durante le piene, le maggiori quote hanno raggiunto la quota arginale con franchi di soli 40-50 cm e portate in transito dell’ordine dei 10 mc/s in quanto il bacino sotteso è piuttosto ampio.

Colpite nel novembre 2019 da importanti eventi atmosferici le arginature del canale – piuttosto strette e ripide – hanno subito numerose erosioni nella parte interna dell’argine destro, in particolare su un tratto lungo quasi tre chilometri e compreso tra via Cornetole e via Cantone, nel Comune di Poviglio: un segmento arginale – lungo 700 metri – è stato reso maggiormente vulnerabile dagli effetti erosivi delle piene. L’intervento di ripristino e messa in sicurezza – avviato dall’Ufficio Canalizzazioni Pianura del Consorzio – si concentra proprio nel punto maggiormente compromesso e consiste nel consolidare il corpo dell’argine mediante il suo ampliamento.

I lavori si sviluppano seguendo diverse fasi operative: la fornitura di terreno; la costruzione di gradoni per immorsamento del nuovo corpo arginale su quello esistente; la realizzazione di un argine mediante costipamento per strati di terreno – con utilizzo sia del terreno in posto che di quello fornito in opera – e, infine, la realizzazione della difesa spondale interna con massi da scogliera a faccia piana. Al piede d’argine verrà realizzata una opera di sostegno e difesa in pietrame e la sponda verrà rivestita con massi antierosione.

Con un lungo e complesso intervento da 192 mila euro l’ente consortile pone in sicurezza l’intero sistema elettrico incrementando la funzionalità delle cabine

San Benedetto Po (MN), 26 febbraio 2021Oltre due anni di lavori per un lungo e complesso intervento da 192 mila euro che restituisce adesso un impianto migliorato sotto gli aspetti della funzionalità delle cabine elettriche di consegna e trasformazione energia: il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale ha terminato l’intervento di messa in sicurezza dell’impianto idrovoro di San Siro, nel Comune di San Benedetto Po, in provincia di Mantova dopo che, nel dicembre del 2017, un fulmine lo aveva pesantemente danneggiato – provocando un cortocircuito ed un principio di incendio –mettendo fuori uso l’intero sistema di energia.

L’impegno e gli sforzi della Squadra Elettricisti dell’Emilia Centrale si sono concentrati su un piano di lavoro suddiviso in quattro fasi operative: questo per poter garantire il costante funzionamento dell’impianto; progettazione, installazione e direzione lavori curate dal personale tecnico e operativo dell’ente supportato – nella fase di realizzazione e di posa in opera del quadro sinottico – dalla ditta Vela Impianti di Novellara (RE).

Con la sua portata scolante di 80 mc/sec l’impianto idrovoro di San Siro – uno dei più grandi impianti idrovori in Italia è il più importante tra quelli con funzionalità scolante dell’Emilia Centrale, poiché sottende la sicurezza idraulica e la difesa di un territorio vasto tra il reggiano, il modenese e il mantovano: costruito nel Comune di San Benedetto Po (MN) nella prima metà degli anni ’20 del secolo scorso consente, in caso di piena, di scaricare direttamente in Secchia le acque di scolo provenienti dalla rete acque basse reggiane e modenesi, oltre alla possibilità di ricevere portate consistenti –  mediante travasi nella rete acque basse – dal Cavo Lama e dalla Parmigiana Moglia.

Costituito da otto gruppi di pompaggio sincroni di tipo centrifugo ad asse verticale, complete di tubazione e installate all’interno di un edificio realizzato a contenimento delle apparecchiature caratterizzato da ampie vetrate è stato colpito, nel dicembre 2017, da un fulmine che ne ha danneggiato le cabine elettriche: una sovratensione diretta sulla linea e-Distribuzione, infatti, si è propagata sulle apparecchiature dell’impianto producendo un guasto sul sezionatore di ingresso linea generale della sezione ricevente, innescando un cortocircuito verso terra della linea da 15kV. In seguito al cortocircuito si è verificato un principio di incendio, che ha messo fuori uso l’impianto.

Il giorno dopo il team tecnico dell’Emilia Centrale ha ripristinato la cabina elettrica e predisposto un progetto di manutenzione straordinaria preventiva di tutte le apparecchiature. Nel corso dell’intervento di messa in sicurezza delle cabine è stato realizzato anche un ammodernamento complessivo e la sostituzione di tutte le apparecchiature di cabina: è stato così possibile creare una doppia sorgente di alimentazione in media tensione, dalla cabina ricevente alla cabina interna all’impianto, per migliorare la funzionalità elettrica sotto i profili della sicurezza operativa e del coordinamento delle protezioni. Grazie a questi interventi è stato introdotto un sensibile rafforzamento delle vulnerabilità sismiche utilizzando tecniche costruttive che consentono una migliore continuità del servizio – ad esempio, limitando i fuori-servizio dell’impianto in caso di eventuali guasti.

Gli interventi hanno riguardato: la cabina ricevente esterna, il locale utente sul punto di consegna con il distributore locale, la cabina di trasformazione da 15kV e la cabina di trasformazione lato 6kV, dove sono state sostituite tutte le apparecchiature di media tensione. Il quadro elettrico sinottico a completamento dei lavori è stato inserito allo scopo di centralizzare comando e controllo di tutte le apparecchiature.  Tramite una linea in fibra ottica è stata inoltre realizzata l’interfaccia con il sistema di telecontrollo: l’operatore, utilizzando un pannello operativo, può controllare allarmi e segnali della cabina migliorando l’operatività in caso di eventuali interventi emergenziali.

Nelle foto: Un elettricista della squadra consortile durante le fasi di lavoro all’interno di una delle cabine e una immagine del gruppo di nuove cabine dell’impianto

Intervento da 60 mila euro sulla Cervarezza-Talada a Busana per il mantenimento della sicurezza sulla carreggiata

 

Ventasso (RE), 22 Febbraio 2021 – Miglioramento della regimazione delle acque e del loro corretto deflusso, efficientamento dei manufatti di smaltimento e un attento monitoraggio dei comprensori per la conservazione della sicurezza della viabilità sulle strade di riferimento: sono le tre azioni necessarie all’incremento della prevenzione nella lotta alle criticità idrogeologiche che il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, in accordo con le amministrazioni locali, sta eseguendo sulle aree sottese per il buon funzionamento dei rii minori e della rete di scoli superficiali, come nel Comune di Ventasso (RE) dove sono in fase di esecuzione i lavori di manutenzione sulla strada pubblica Cervarezza-Talada, in località Busana.

Escavatore consortile durante lavori sulla strada Cervarezza-Talada

L’importante intervento per il mantenimento delle condizioni di sicurezza, dall’importo di 60 mila euro, vede le squadre consortili del Settore Montagna impegnate sul territorio del comune più grande per superficie della provincia di Reggio Emilia con l’esecuzione della rimessa in pristino dei manufatti idraulici e la pulizia dei fossi che attraversano la carreggiata.

La vecchia struttura in mattoni ora completamente ricostruita in cemento armato, scongiurate eventuali criticità per la circolazione stradale

Poviglio (RE), 2 Febbraio 2021 – L’attività di tutela e salvaguardia del territorio da parte del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale prosegue nei comprensori di riferimento gestiti con l’importante intervento che ha visto la messa in sicurezza del Collettore Impero, condotto di terra dalla capillare funzione di scolo per le acque consortili, sito all’interno di un’area demaniale nel Comune di Poviglio (RE).

I lavori hanno riguardato il muro di contenimento, in corrispondenza dell’attuale botte sottopassante via Arginelli. La struttura esistente – costruita in mattoni, larga 50 centimetri, lunga 7 metri e alta 2 metri – presentava un cedimento nella parte centrale. Il crollo aveva causato profonde fessurazioni che rischiavano di comprometterne la tenuta statica provocando una pericolosa inclinazione a monte della botte.

L’intervento – effettuato con fondi del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – si è reso dunque necessario anche per scongiurare eventuali ulteriori cedimenti potenzialmente pericolosi per la circolazione stradale.

La nuova struttura, completamente ricostruita in cemento e dalle medesime dimensioni della precedente (fatta eccezione per la larghezza, che ora è di 30 centimetri) è stata già correttamente armata e ancorata a platea di fondazione.

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