Emilia Centrale, nuova difesa antierosione per il Cavo Lama: più sicurezza e migliore irrigazione per 20 mila ettari del Modenese

Terminato l’articolato intervento all’altezza di via Tre Ponti, dall’importo di 180 mila euro, grazie alla direzione lavori della Rete Idraulica Pianura del Consorzio

Carpi (MO), 13 Aprile 2022 – Una nuova difesa antierosione a protezione degli argini: è il risultato di un lungo e articolato intervento effettuato con la direzione lavori della Rete Idraulica Pianura del Consorzio di Bonifica dell’Emilia-Centrale che, coordinata dalla Responsabile di settore Monica Vecchi, ha completato la messa in sicurezza del Cavo Lama, nella Città di Carpi: intervento finanziato per un importo di 180 mila euro dalla Regione Emilia-Romagna a seguito delle criticità (frane, cedimenti ed erosioni) verificatesi lungo alcuni punti del tracciato durante gli eventi di piena del dicembre 2020.

Il Cavo Lama, collettore di Bonifica della rete delle acque Alte del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, ha origine nel territorio del Comune di Rubiera (RE) per poi scorrere lungo il modenese, toccando i comprensori dei Comuni di Campogalliano, Carpi, Novi di Modena; infine, oltrepassa il confine regionale trovando sbocco nel fiume Secchia, all’altezza del Comune di Moglia, in località Mondine (MO): una estensione pari a oltre 13 mila ettari, quella del Cavo Lama, che svolge duplice funzione, una fondamentale scolante, per la pianura modenese in sinistra Secchia; e un’altra, altrettanto rilevante, di natura irrigua all’interno di un comprensorio di oltre 20 mila ettari.

Nel dettaglio, i lavori hanno visto uno scavo di sbancamento per il recupero del materiale scivolato in alveo, la ricostruzione dell’argine per strati successivi di terreno dello spessore massimo di 30 centimetri, la realizzazione di difesa al piede con massi di pezzatura da 1 a 3 tonnellate e la difesa antierosione con massi a faccia piana di pezzatura da 5 quintali a una tonnellata, al di sopra della difesa al piede.

“Le importanti piene del dicembre 2020 avevano sollecitato piuttosto sensibilmente la rete di bonifica determinando, in alcuni punti, livelli molto elevati le cui conseguenze sono state le erosioni degli argini e i cedimenti franosi in vari punti. Con questo intervento di sistemazione poniamo in sicurezza non solo la Città di Carpi, ma anche una parte importante del comprensorio modenese, ricca di colture tipiche del territorio e abitata da numerose comunità”: queste le parole del presidente dell’Emilia Centrale, Marcello Bonvicini, al termine dei lavori.

[Foto allegate: uomini e mezzi del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale impegnati durante la ricostruzione dell’argine sul Cavo Lama, nel territorio della Città di Carpi (MO); un’immagine della difesa arginale antierosione come appare a lavori conclusi]

I lavori – dall’importo complessivo di oltre ­­­678 mila euro – vedono il tombamento del canale Rovereto Basso e il collegamento tra le frazioni di Sant’Antonio in Mercadello e Rovereto sulla Secchia

Novi di Modena (MO), 5 Aprile 2022 – Valorizzare il territorio, incentivare la mobilità dolce, ampliare la rete degli itinerari ciclabili e dei percorsi ciclo-pedonali, sviluppare la connessione tra le frazioni del territorio comunale: la stretta sinergia tra il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale e il Comune di Novi di Modena, che ha portato alla stipula di una convenzione per la realizzazione di un collegamento ciclopedonale tra le frazioni di San Antonio in Mercadello e Rovereto sulla Secchia, vede il prosieguo del primo stralcio del progetto, avviato da alcune settimane e che prevede il tombamento del canale Rovereto Basso, migliorandone la funzionalità irrigua. L’intervento è necessario per creare il sedime del percorso ciclopedonale, oltre che per ottimizzare la distribuzione delle acque, attraverso la sostituzione del canale con uno scatolatore.

Il progetto, dall’importo complessivo di oltre 678 mila euro – di cui 269 mila per il tombamento del canale – è finanziato con fondi del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale e del Comune di Novi di Modena: in particolare l’amministrazione comunale ha stanziato oltre 173 mila euro mentre l’Ente di bonifica contribuirà per circa 95 mila euro. I lavori inerenti il primo stralcio del progetto, eseguiti dalla Squadra Rete Idraulica Pianura dell’Emilia Centrale coordinata da Monica Vecchi, si suddividono in due fasi: il tombamento di 300 metri (su una lunghezza complessiva di 600) già ultimato il mese scorso, per consentire le attività di irrigazione precoce dei terreni circostanti; e una seconda fase, nella quale saranno completati gli ultimi 300 metri di tombamento, da Via XXV Aprile a valle, che ripartirà nei primi giorni di ottobre, al termine della stagione irrigua.

Nello specifico, il collegamento ciclopedonale sarà realizzato tra le frazioni di San Antonio in Mercadello e Rovereto sulla Secchia, luogo dove avrà origine, proprio in corrispondenza dell’incrocio tra via Barbieri e via Chiesa Nord. La pista affiancherà la Sp 11 fino all’altezza di via Mazzarana, come stralcio della connessione di Rovereto fino alla frazione di San Antonio in Mercadello: circa a metà tracciato l’asse ciclopedonale incrocerà via XXV Aprile, dove sorgerà un ulteriore punto di ingresso e uscita per pedoni e ciclisti. Il tombamento del canale di Rovereto Basso è realizzato tramite riempimento con il terreno e la sostituzione della via d’acqua attraverso uno scatolare orizzontale posato al di sotto dell’argine Est del canale.

“Le interconnessioni territoriali assumono un valore strategico e importante per i comprensori, sia sotto il profilo del turismo (e, dunque, anche economico, poiché creano indotto); che sotto l’aspetto ambientale e paesaggistico, poiché la mobilità dolce rappresenta un fulgido esempio di convivialità che consente di vivere e godere delle bellezze naturali, storiche ed enogastronomiche che la nostra terra offre. Nel caso specifico, l’intervento consente la messa in sicurezza e il miglioramento della funzionalità di un importante canale irriguo e, al tempo stesso, pone le basi per la realizzazione di una nuova arteria di mobilità dolce”: così il presidente dell’Emilia Centrale, Marcello Bonvicini, in merito la realizzazione dell’intervento.

[Foto in allegato: uomini e mezzi del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale operativi per la posa in opera degli scatolari durante i lavori di realizzazione del collegamento ciclopedonale tra le frazioni di San Antonio in Mercadello e Rovereto sulla Secchia, nel territorio del Comune di Novi di Modena]

Una stagione irrigua mai iniziata con così tanto anticipo. Bonvicini: “Per ora riusciamo a soddisfare il fabbisogno, ma se la siccità perdurasse potrebbero esserci criticità”

21 Marzo 2022Sono già 200 le domande pervenute al Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale nei primissimi giorni d’avvio della stagione irrigua: un numero che, se paragonato alle complessive 20 mila richieste che l’ente consortile soddisfa annualmente, appare piuttosto basso. Eppure, non era mai accaduto che l’irrigazione partisse così presto nei comprensori gestiti: un territorio di 120 mila ettari nel quale scorre una rete di canali lunga 3500 km e dove non si registrano significative precipitazioni dalla fine di novembre, con le uniche piogge degne di nota risalenti allo scorso febbraio, quando si sono registrate due limitate perturbazioni dai quantitativi pluviometrici dell’ordine di 10 mml e che, per questa ragione, non hanno inciso significativamente.

Fortunatamente le temperature notturne continuano ad essere piuttosto rigide e questo limita il fabbisogno irriguo delle colture; fabbisogno che però sta progressivamente aumentando, tant’è che nel giro di pochi giorni l’Emilia Centrale ha raggiunto, come detto, 200 richieste di irrigazione su tutto il comprensorio, a fronte delle iniziali 80 da cui si era partiti.

“Per ora, lo stato dei fiumi da cui noi deriviamo la risorsa idrica (Po, Enza e Secchia) ci consente di poter soddisfare il limitato fabbisogno irriguo, nonostante i quantitativi di acqua eccezionalmente bassi per questa stagionerileva il presidente dell’Emilia Centrale, Marcello Bonvicinima se dovessero perdurare l’assenza di piogge ed il corrispondente calo delle portate dei fiumi, a causa del naturale rialzo delle temperature, nel giro di qualche settimana, potremmo trovarci nella necessità di non riuscire a soddisfare il fabbisogno irriguo di tutte le colture, soprattutto nelle zone di alta pianura, servite dai torrenti appenninici che sono maggiormente in crisi idrica”.

Le richieste irrigue possono essere effettuate tramite: web, call center, numero verde gratuito 800501999 dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 14. Info e regolamento irriguo sulla pagina web dedicata del sito dell’ente: https://www.emiliacentrale.it/cosa-facciamo/statuto/.

Foto in allegato: le pompe idrovore dell’impianto consortile di Boretto (RE) in azione

 

Oltre alla mancanza di precipitazioni, all’aridità dei suoli e al deficit di portata dei fiumi arrivano anche le gelate a complicare un contesto meteoclimatico sempre meno agevole per le imprese agricole 

Quella che stiamo vivendo è una situazione meteo climatica particolarmente complessa; lo stato di perdurante stress idrico, caratterizzato dalla diffusa siccità in tutto il nord del paese a livelli record a causa delle mancate piogge nei mesi invernali (fino a -70%), rende assai poco agevole l’inizio dell’irrigazione proprio in fase di avvio della stagione agricola. E se nel centro sud italiano imperversano condizioni di esteso maltempo, con copiosa caduta di pioggia e neve, al nord è anche l’alternarsi dell’improvviso sbalzo termico a creare notevoli complicazioni alle prime fioriture stagionali. E’ soprattutto il settore dell’ortofrutta di qualità a temere il peggio dalle ormai “consuete” quanto distruttive gelate alle porte della primavera, fenomeni che portano ad una escursione giornaliera che passa dal – 3 gradi a 16-18 gradi durante il giorno. Ed è proprio il verificarsi di questa variazione che penalizza notevolmente i coltivatori che cercano in modalità resiliente di difendersi dalle avverse condizioni, sempre più frequenti, causate dai mutamenti degli equilibri climatici che la tecnologica più avanzata può limitare l’aggravarsi del danno. In questo contesto è da definirsi provvidenziale la decisione di numerosi Consorzi di bonifica dell’Emilia Romagna, associati ad ANBI regionale, di mantenere un minimo di canalizzazioni irrigue appositamente invasate al fine di attivare le adeguate pratiche irrigue antibrina. La brina infatti è la situazione metereologica nella quale la temperatura dell’aria scende sotto lo zero in periodi in cui la coltura è particolarmente suscettibile alle basse temperature. Così, potendo contare sulla quantità minima di risorsa idrica messa a disposizione dei Consorzi, gli imprenditori agricoli che si sono preventivamente dotati di queste tecniche, hanno messo al riparo dalle gelate (già per altro verificatesi in modo grave negli anni scorsi) la prima fioritura stagionale. L’irrigazione antibrina consiste nel mantenimento a cavallo dello zero termico la temperatura degli organi vegetali, ricoprendoli (come da immagini allegate) con uno strato di ghiaccio “protettivo” fino alla conclusione della “gelata”. Questa tecnica “ad hoc” si fonda sulla distribuzione costante di risorsa utile alla formazione del ghiaccio. 

Andrea Gavazzoli Ufficio Stampa/Relazioni Esterne ANBI ER

In allegato immagini di azioni contro le gelate di Marzo : attivazione di impianti antibrina in alberi di albicocco grazie all’impiego di risorsa idrica emergenziale messa a disposizione dai Consorzi di bonifica regionali (ANBI) in Emilia Romagna

 

22 Febbraio 2022 – Le dichiarazioni del Consigliere Duilio Cangiari, diffuse nei giorni scorsi a mezzo stampa, contengono alcune inesattezze che debbono necessariamente essere rettificate, con la stessa modalità, per ristabilire con trasparenza e chiarezza (caratteristiche del quotidiano operare del nostro ente) la verità dei fatti e per far comprendere ai lettori che è sì importante proporre e suggerire, ma che è altrettanto rilevante approfondire le argomentazioni ed informarsi in modo adeguato prima di scrivere per scongiurare una informazione distorta e fuorviante che può arrivare alla cittadinanza creando malcontento ed ingiustificato allarmismo. Se è vero infatti che nel territorio del Comune di Montecchio Emilia insiste il complesso delle cosiddette “ex-Cave Spalletti”, per il quale gli strumenti di pianificazione territoriale (PTCT e PTA) prevedono la possibilità, ma non l’obbligo, di una conversione in bacino irriguo, è altrettanto vero che, fin dal lontano 2003, è iniziato il riempimento delle ex-Cave, ora completato. Per cui la realizzazione di un invaso risulta ormai non più praticabile. Per contro c’è ancora una cava in produzione, che si prevede venga svuotata in non meno di 10 anni. Per cui attualmente il sito non è utilizzabile, né è ipotizzabile di avviare un’attività di progettazione stante il periodo di tempo necessario per poter disporre del terreno. Si fa inoltre presente che gli uffici tecnici del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, unitamente a quelli del Consorzio della Bonifica Parmense ed in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Autorità Distrettuale del Fiume Po-MiTE ed AIPo sono al lavoro con staff di ingegneri, progettisti e tecnici esperti per individuare tutte le misure strutturali e gestionali, senza tralasciarne alcuna, finalizzate a ridurre il pesante deficit idrico della Val d’Enza così come previsto dalla Regione nel Documento conclusivo del Tavolo Tecnico sull’Enza di giugno 2018. A questo proposito si fa presente che il recente Decreto del Ministero della Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile n. 517 del 16 dicembre 2021 ha inserito il progetto per la Rifunzionalizzazione della Traversa di Cerezzola dell’ammontare di oltre 12 milioni di euro che prevede anche la realizzazione di un piccolo invaso oltre che la messa in sicurezza del nodo idraulico e delle infrastrutture limitrofe. Rimarcato con decisione questo percorso procedurale, molto preciso e pragmatico, che non vive di proposte estemporanee, ma di strade percorribili in conformità con le norme vigenti nel nostro paese, spiace rilevare che il Consigliere Cangiari, facendo parte del Cda del Consorzio, prima di esternare sui giornali in merito alla possibilità di utilizzo ai fini irrigui dell’ex-Cava Spalletti, ad oggi inesistente, non abbia ritenuto opportuno rivolgersi alla struttura della bonifica per conoscere se e come il Consorzio abbia trattato la questione. Cogliamo l’occasione per riconfermare la disponibilità della governance e dello staff tecnico dell’Emilia Centrale a rispondere ad ogni quesito sia utile ad alimentare la conoscenza corretta dell’argomento affinché notizie inesatte e fuorvianti possano condizionare in modo errato la nostra comunità che attende risposte che il Consorzio sta individuando. Purtroppo i cambiamenti del clima stanno incidendo su una mancanza strutturale di opere in grado di incrementare la resilienza dei territori in tutto il paese e il Consorzio sta da tempo pianificando molteplici interventi che necessitano però di rispettare gli iter legislativi tutt’ora vigenti nel nostro ordinamento. E proprio in quest’ottica anche la correttezza informativa diventa elemento imprescindibile per tutti

Grazie al PSR frane della Regione ER di oltre 3 milioni di euro 14 territori reggiani e 13 modenesi hanno beneficiato di indispensabili opere di messa in sicurezza. Tra i comuni coinvolti oltre ai due capoluoghi: Baiso, Casina, Castelnovo Monti e Toano, ma anche Frassinoro, Pavullo, Palagano, Serramazzoni, Sassuolo, Polinago e Lama Mocogno. Oltre a Palanzano, nel Parmense

10 Febbraio 2022 – Prevenzione al dissesto idrogeologico, contrasto ai movimenti franosi in varie località dei comprensori montani gestiti, tutela delle aree agricole del nostro appennino e difesa delle comunità che vivono e abitano la montagna: l’Emilia Centrale ha terminato 28 interventi (su un totale di 31 finanziati: gli ultimi tre saranno completati al termine della stagione invernale) per la messa in sicurezza del territorio e la sistemazione idraulico-agraria nell’ambito del PSR, Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, strumento di governo dello sviluppo del sistema agroalimentare regionale finanziato dalla Regione Emilia-Romagna per oltre 3 milioni e mezzo di euro e che ha visto l’ente di bonifica attuare i lavori per la salvaguardia del potenziale agricolo di 45 aziende, poste in area collinare e montana, per complessivi 160 ettari suddivisi tra le province di Reggio Emilia (14 interventi su 80 ettari per oltre un milione e 800 mila euro), Modena (13 interventi su 57 ettari per un milione e 100 mila euro) e Parma (4 interventi in 23 ettari per 579 mila euro).

A sovrintendere il lungo elenco dei lavori il Settore Montagna del Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale, coordinato da Angela Tincani, le cui squadre hanno eseguito differenti tipologie di intervento: dalla realizzazione di opere drenanti e fossi a cielo aperto per le corrette regimazioni idrauliche di superficie; alla fabbricazione di opere di sostegno in cemento armato e in gabbioni; alla costruzione di canalizzazioni per le acque superficiali.  Tutte azioni più che mai strategiche e capillari, portate a termine con l’importante obiettivo di operare in prevenzione per consolidare quei movimenti franosi attualmente non silenti impedendone una possibile completa riattivazione che avrebbe certamente costituito un serio danno al potenziale agricolo locale.

Forte soddisfazione espressa dal presidente dell’ente consortile, Marcello Bonvicini: “Siamo orgogliosi dell’attuale operatività, specie in una fase così complessa come quella che attraversiamo oggi e che vede risorse ingenti, ma tempistiche strette. Il Consorzio è impegnato su più fronti, sia sotto il profilo della pianificazione che dell’emergenza e gli sforzi di tutti i membri del personale sono tesi al raggiungimento degli obiettivi prefissati: vorrei ringraziarli per i loro sforzi, così come ringrazio la Regione Emilia-Romagna che, con il suo fattivo contributo, ci consente di essere ancora più vicini ai territori collinari e montani, oltre che alle comunità che ivi conducono la loro vita”.

Questo l’elenco dei territori in cui sono stati effettuati gli interventi. In provincia di Reggio Emilia: Baiso, Casina, Castelnovo ne’ Monti, Toano; in provincia di Modena: Frassinoro, Lama Mocogno, Palagano, Pavullo nel Frignano, Polinago, Prignano, Sassuolo, Serramazzoni; in provincia di Parma: Palanzano.

Nelle foto due interventi effettuati dall’Emilia Centrale nell’ambito del PSR – Programma Sviluppo rurale finanziato dalla regione Emilia-Romagna. I lavori in un’azienda di Rola, nel territorio di Toano (RE) e l’intervento a protezione di un’area agricola di Montegibbio a Sassuolo (MO)

[LINK YOUTUBE: https://youtu.be/gfsiNC_USdE – Le suggestive immagini realizzate da drone che ritraggono uomini e mezzi a lavoro durante un momento dell’intervento di un’area agricola di Case Gatti, frazione del Comune di Toano (RE)

Uomini e mezzi dell’Emilia Centrale già operativi per liberare l’area prima dell’avvio del prelievo irriguo

1° Febbraio 2022 – Come ogni anno nei periodi di magra (invernale ed estiva) si ripresenta puntuale l’insabbiamento a ridosso degli impianti idrovori di Boretto (RE).

Complice il drastico calo di portata del Fiume Po e la scarsa piovosità (da circa due mesi), riemerge l’imponente quantità di detriti che costringono il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale ad una lotta contro il tempo per liberare l’area prima dell’avvio del prelievo irriguo più corposo a beneficio delle aree agricole produttive delle province di Reggio Emilia, Modena e parte del Mantovano. 

Ormai la criticità è manifesta da tempo, il problema ha assunto caratteri endemici causando non pochi disagi e costi ulteriori e il tutto è stato ripetutamente segnalato nel corso del tempo agli organi idraulici che hanno competenza diretta sul Grande Fiume. Lo staff tecnico dell’Emilia Centrale, per consentire il migliore esercizio per il prelievo irriguo e di quello scolante in caso di precipitazioni, sta provvedendo “in house” ad eseguire un intervento di rimodellazione di un tratto anche dell’alveo del Canale Derivatore (Parmigiana/Moglia).

L’intervento consiste nella rimozione dei materiali di sedimentato in alveo a partire proprio dal manufatto della Chiavica di derivazione dal fiume Po, fino all’ex impianto idrovoro Boretto Vecchio; il volume di materiale da esportare, a seguito di rilievo plano-altimetrico, e stato stimato in 16.000 metri cubi.

[una immagine dell’attuale situazione in cui versa l’area dell’impianto]

 

Tra i primi enti con funzione pubblica a rendere prassi consolidata la misurazione delle emissioni generate dalle proprie attività a servizio del territorio la Bonifica ha registrato confortanti performances 2020 secondo l’indagine redata sulla base degli indicatori ISPRA e Special Report on Renewable Energy Sources and Climate Change Mitigation, Intergovernmental Panel on Climate Change 2012

18 Gennaio 2022 – L’attenzione doverosa e crescente ai livelli di emissioni di anidride carbonica prodotta nello svolgimento delle proprie funzioni e rilasciate in atmosfera sono state al centro di un approfondito focus di studio che il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale ha realizzato utilizzando il sistema di rilevazione Eciweb3, una delle piattaforme di analisi più qualificate del settore. La sensibilità verso i temi ambientali e le più stringenti normative comunitarie alla costante ricerca di un antidoto maggiormente efficace per la mitigazione delle ripercussioni territoriali più negative causate dal cambiamento del clima sta conducendo molte imprese private a misurarsi periodicamente con il bilancio della Co2 e il Consorzio, tra i primissimi in Italia, ha voluto intraprendere la strada virtuosa del monitoraggio analitico delle proprie emissioni nel generale quadro dei molteplici utilizzi di energia.

Dopo una serie di iniziali progetti sperimentali, avviati dal 2013, oggi il bilancio di emissioni in atmosfera è stato redatto su base annuale ma, grazie al sistema informatico specializzato nella raccolta di questa tipologia di dati, in un futuro molto ravvicinato sarà possibile scattare la fedele fotografia di Co2 prodotta anche su base mensile inserendo e comparando le statistiche di quanto registrato in un macro-database in cloud che consentirà di poter agire operativamente per migliorare le performances aziendali.

Come comprensibile le funzioni dell’ente di bonifica annoverano una svariata serie di attività che riguardano l’impiego della risorsa idrica nell’area servita dalle canalizzazioni consortili (2500 km) e di conseguenza anche la quantità di acqua e la relativa energia impiegata ed utile per il sollevamento/ prelievo e la distribuzione alle colture tipiche può fluttuare a seconda delle necessità del territorio e dell’andamento climatico globale; nonostante queste variabili, spesso sconosciute e dunque prevedibili solo a ridosso degli accadimenti lo staff tecnico, grazie allo studio approfondito dei big data in piattaforma, è riuscito a stabilire un trend decisamente positivo che, proprio in corrispondenza di questa analisi molto più completa e strutturata rispetto alle precedenti, ha fornito risultati del tutto soddisfacenti. Come base sono state considerate le risultanze dei consumi energetici raccolti per la matrice degli impatti ambientali: energia elettrica per il funzionamento degli impianti idrovori di sollevamento per l’irrigazione e per lo scolo delle acque, i carburanti di alimentazione degli autoveicoli di sorveglianza e per i mezzi d’opera della manutenzione della rete dei canali consortili, l’energia elettrica per lo svolgimento delle attività di pianificazione di ufficio, infine l’energia per il riscaldamento dei locali consortili in tutto il comprensorio Emilia Centrale.

Ciò che emerge dai dati raccoltiha sottolineato il direttore del Consorzio Domenico Turazza è una linea di tendenza costantemente indirizzata al miglioramento dei risultati. Nel 2020 abbiamo ridotto del 50% il livello di emissioni in atmosfera rispetto al 2017, anche se naturalmente in queste analisi va considerato l’andamento altalenante degli impieghi a seconda dei bisogni delle aree gestite, aree che anche in contesti di emergenza hanno potuto contare sulla risorsa trasportata dalla nostra bonifica”.

Tecnicamente il Consorzio tiene a precisare che il calcolo dell’energia impiegata dall’ente è stato realizzato utilizzando i fattori di conversione ufficiali riportati nel Rapporto di ISPRA 317/2020 e all’interno dello Special Report on Renewable Energy Sources and Climate Change Mitigation, Intergovernmental Panel on Climate Change 2012.

La situazione climatica globale e le continue e gravi emergenzeha evidenziato il presidente dell’Emilia Centrale Marcello Bonvicini impongono a qualsiasi tipo di attività di ricercare la migliore delle prestazioni possibili per poter garantire il proprio contributo all’ambiente in cui si opera, lavora e soprattutto si vive alla ricerca di una condizione di maggiore salubrità. Il Consorzio utilizza l’energia, come detto, in relazione al bisogno del territorio e del settore agricolo in primis e credo che questo tipo di attenzione, indipendentemente dalle possibili variazioni stagionali, sia un traguardo cui tutti gli enti con funzione pubblica dovrebbero ambire quanto prima”.

 

La Bonifica dell’Emilia Centrale comunica che per il giorno Giovedì 16 Dicembre 2021 le sigle sindacali Cgil e Uil hanno proclamato una giornata di sciopero generale in opposizione alla Legge di Bilancio 2022. I consueti servizi potranno quindi essere svolti in forma ridotta anche se il Consorzio assicurerà in ogni caso, grazie alla reperibilità, tutte le funzioni volte ad arginare le eventuali conseguenze di emergenze causate dal rischio idraulico sul territorio gestito.

Relazioni Esterne-Ufficio Stampa

Il rapporto approfondito dell’Ateneo Unimore e del suo staff di studiosi conferma pienamente le positive rilevazioni che in questi anni avevano già presentato l’agenzia competente Arpae e l’istituto agrario Zanelli. Bonvicini: “Piena soddisfazione di essere indispensabili per il comparto agroalimentare con le nostre derivazioni”

13 Dicembre 2021 – Il Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha rilasciato il Rapporto sullo stato qualitativo delle acque destinate all’irrigazione del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale. Come si sa, la rete di canali ed impianti consortili preleva le acque a fini irrigui dalle tre derivazioni fluviali dal fiume Po grazie all’impianto idrovoro di Boretto (da cui viene prelevata circa il 70% della risorsa complessiva), dal fiume Secchia a Castellarano e Sassuolo (15 % circa) e dal Torrente Enza a Cerezzola (7% circa). La parte restante è prelevata da un sistema di pozzi consortili nonché dal depuratore di Mancasale, che fornisce circa 6 milioni di acqua depurata dal Gruppo IREN ed affinata, costantemente monitorata allo scopo di autorizzare la sua successiva efficace immissione nell’estesa rete irrigua del Consorzio.

Lo staff di tecnici esperti dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha operato capillarmente da ben 25 punti di prelievo ritenuti maggiormente significativi, tra cui ovviamente proprio quelli in corrispondenza delle derivazioni da Po, Secchia ed Enza e analizzando dati specifici di tre distinti prelievi. L’esito risulta più che soddisfacente e l’analisi complessiva e dettagliata contenuta nel Report dell’Università (che il Consorzio dell’Emilia Centrale, all’insegna della sua mission di totale trasparenza verso tutti i consorziati e la cittadinanza del comprensorio, pubblica come consuetudine sul portale dell’ente), si conclude con buone classificazioni e performances della risorsa idrica  analizzata secondo i descrittori LIMeco (Livello Inquinamento Macrodescrittori per lo stato ecologico) e LIM (Livello Inquinamento tramite Macrodescrittori). In entrambe le classificazioni infatti lo stato delle acque irrigue si è dimostrato in alcuni casi addirittura elevato, in altri buono e nei restanti comunque sufficiente.

Occorre dire, ad onor del vero, che questi dati positivi sono in linea con quelli rilevati ed analizzati ormai da una decina d’anni, fino al 2019, dall’Istituto Zanelli in collaborazione con l’agenzia regionale qualificata ARPAE. “Per cui si può affermare che le analisi effettuate in oltre un decennio – ha commentato il presidente del Consorzio dell’Emilia Centrale Marcello Bonvicini – ci restituiscono un quadro dello stato qualitativo delle acque immesse nella rete consortile assolutamente compatibile con l’utilizzo a cui la risorsa idrica è destinata, ovvero quella di consentire ininterrottamente la produzione agricola di eccellenza della nostra pianura”.

In conclusione, va comunque evidenziato che il Consorzio di Bonifica non ha alcuna competenza diretta sulla qualità delle acque che la rete consortile veicola per lo più a cielo aperto e pertanto, a differenza dei gestori delle reti acquedottistiche, non può direttamente rispondere della qualità stessa della risorsa idrica distribuita. Pur tuttavia gli amministratori del Consorzio hanno, da tempo, ritenuto opportuno affrontare la questione per migliorare il servizio rivolto alle imprese agricole così rilevanti per l’economia del nostro territorio. 

Il Rapporto del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Modena e Reggio Emilia sulla qualità delle acque irrigue 2021, così come quelli degli anni precedenti come anticipato (dal 2016 al 2019) sono consultabili alla pagina web https://www.emiliacentrale.it/consorzio-trasparente/informazioni-ambientali/.

[in allegato: una immagine dell’impianto idrovoro consortile di Boretto]

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