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Realizzare la riqualificazione idraulico – ambientale di alcuni canali di bonifica emiliani, in collaborazione con tutti gli enti e in maniera partecipata. Accade tra Reggio e Modena. Sullo sfondo la presentazione il convegno internazionale dell’8 aprile a Bologna

 

 

CONSORZIO DI BONIFICA DELL’EMILIA CENTRALE (31 marzo 2015) – Riqualificare in modo innovativo e condiviso i canali di Cavata Orientale (Carpi), Diversivo Fossa Nuova Cavata (Carpi), Collettore Acque Basse Modenesi (Carpi e Novi di Modena), Collettore Alfiere (Gualtieri). Creando golene e aumentando la sezione idraulica degli stessi, in maniera condivisa tra le popolazioni. Obiettivi miglioramento della sicurezza idraulica e la qualità ambientale.

Life Rinasce è un progetto del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale e che coinvolge i rispettivi Comuni e che ha come partener la Regione Emilia-Romagna. Un progetto avviato da luglio 2014 e che si concluderà a dicembre 2018, prevede un importo totale di oltre 2.000.000 di euro, finanziati dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, Regione Emilia Romagna e cofinanziato dall’Unione Europea.

Di recente a Reggio Emilia si è svolto l’incontro del Gruppo tecnico di lavoro relativo al progetto medesimo, a loro il compito di definire le migliori scelte: è composto dai tecnici del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, Servizio difesa del Suolo, della Costa e Bonifica e il Servizio tutela e risanamento della risorsa idrica, Servizio beni architettonici e ambientali, Servizio comunicazione, educazione alla sostenibilità e strumenti di partecipazione della Regione Emilia-Romagna, delle Provincie di Reggio Emilia e Modena, del Servizio Tecnico di Bacino degli affluenti del Po, dei Comuni di Gualtieri, Carpi, Novi di Modena, dall’Ente di gestione dei Parchi e della biodiversità dell’Emilia Centrale.

“Life Rinasce è un progetto approvato dalla Commissione Europea nel luglio del 2014, si propone di realizzare a scopo dimostrativo la riqualificazione idraulico-ambientale di alcuni canali di bonifica emiliani – spiega Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale –. A Bologna con un convegno internazionale di apertura del progetto in calendario per l’8 aprile, presso la sede della Regione Emilia Romagna, sarà presentato alla comunità scientifica e al pubblico questa innovativa forma di progettazione partecipata che, appunto, coinvolge le persone in maniera forte: ci rivolgiamo sia agli enti che hai privati”.

“Il progetto – aggiunge Aronne Ruffini, dirigente del Consorzio di Bonifica con sede a Reggio Emilia e project manager dello stesso -, scaturisce in applicazione di due importanti direttive europee, la Direttiva Alluvioni 2007/60/CE e la Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE, con l’obiettivo di dimostrare che i concetti di diminuire il rischio di inondazioni migliorando contemporaneamente lo stato ecologico dei corsi d’acqua, possono essere applicati anche sul reticolo idrico artificiale”.

Spiega Aronne Ruffini: “Nel dettaglio sui canali citati verranno sperimentate tipologie d’intervento adeguate alla condizione dei canali prescelti che soffrono di problematiche idrauliche e ambientali –,andamento rettilineo e sezione geometrica trapezoidale, non sono dotati di aree inondabili connesse e le portate in eccesso, determinate dall’intenso incremento delle aree urbanizzate, possono essere smaltite solamente tramite impianti idrovori: una situazione a elevato rischio di esondazione. A questo si aggiunge il problema degli scarichi di depuratori e scolmatori fognari di piena che riversano grandi quantità di sostanze inquinanti, peggiorando la qualità dell’acqua”.

“Gli interventi – prosegue il project manager – prevedono la riqualificazione di sette chilometri di canali con la creazione di tre ettari di golene naturalistiche allagabili lungo i canali (spazio al fiume), la forestazione di due chilometri di sponde e la creazione di una cassa di espansione destinata a diventare una zona umida naturalistica per l’accumulo delle piene e la fitodepurazione delle acque, per un’estensione di circa tre ettari”.

“Il progetto si propone, inoltre – spiega Ruffini –, di mettere a punto e applicare modalità di gestione ‘gentile’ della vegetazione acquatica e riparia dei canali, confrontando diverse modalità di taglio in relazione agli effetti ecologici, idraulici ed economici”.

“Il carattere innovativo del progetto – prosegue – è dato non solo dalle tipologie d’intervento ideate per risolvere problemi idraulici e ambientali, ma anche dall’intero percorso di progettazione che vede interessati un gruppo tecnico di lavoro multidisciplinare e gli attori locali coinvolti attraverso un ‘processo partecipato’. Particolare attenzione verrà prestata alla possibilità di diffondere le tecniche testate con il progetto. Si prevede quindi l’organizzazione di corsi di formazione per tecnici e giornate dimostrative nei siti oggetto d’intervento”.

 

 

 

Il consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale comunica di non essere soggetto alla normativa sulla fatturazione elettronica, non essendo compreso nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni.
Pur essendo soggetto obbligato ad applicare lo split payment, non è tenuto alla fattura elettronica, per ora riservata alla PA.

Dal 1/1/2019 il Consorzio rientrerà nella fatturazione elettronica obbligatoria per tutti i privati.

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Grande pioggia in montagna, ma disagi a sud est di Reggio

REGGIO EMILIA (26 marzo 2015) – Nella giornata di ieri, mercoledì 25 marzo, si sono abbattute piogge piuttosto intense nella parte collinare e montana del comprensorio di bonifica, con precipitazioni nell’ordine dei 45 mml di pioggia, che, causa anche la saturazione del terreno, hanno causato un’ondata eccezionale di piena dei Torrenti e dei Rii collinari. Per contro le piogge in pianura sono state mediamente meno intense, circa 20 mml e tali da non causare uno stato di piena eccezionale dei canali consortili.

Le situazioni di maggior allarme si sono registrate, per quanto riguarda la rete in gestione al Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, nella zona a sud est di Reggio Emilia. In particolare, all’intersezione tra il Rio Acque Chiare ed il Canale Reggiano di Secchia nella zona di Due Maestà, i livelli eccezionalmente alti del Rio ne hanno causato lo sfioro delle acque all’interno del canale, che è stato pertanto investito da una piena piuttosto importante, alleggerendo allo stesso tempo lo stato di eccezionale piena del Rio Acque Chiare. Il Consorzio ha eseguito le manovre idrauliche necessarie a garantire lo scarico del canale Reggiano di Secchio entro il Torrente Crostolo, anche con il supporto di Iren, ed è intervenuto con un proprio escavatore per abbassare l’alveo del canale e facilitare il deflusso delle acque. Per effetto di queste manovre il canale non ha fatto registrare tracimazioni anche se alcuni condomini di Via Davoli sono stati allagati nelle parti più basse per cause indipendenti dalla corretta regimazione delle acque.

“Chi vive attorno al fiume decide di sè” un progetto innovativo in Emilia
Due incontri parti di un percorso già attivo a livello nazionale che mettono a confronto i cittadini con ingegneri idraulici, bonifica ed esperti del territorio. Si parte dai contratti di fiume. Dopo il primo teorico in sede, il secondo riguarderà la geoesplorazione di Boretto
REGGIO EMILIA (26 marzo 2015) – Vale di più la salvaguardia dell’ambiente o la fruizione dell’ambiente di un ambito fluviale? I contratti di fiume possono essere la risposta? E’ l’affascinante percorso – in due tappe, venerdì 27 e sabato 28 marzo – che propone un ente intermedio ad ambiente, acque e sviluppo umano come il Consorzio di Bonifica dell’Emila Centrale. “Un fatto che sta prendendo piede a livello nazionale, all’avanguardia in Veneto – spiega Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica – e che ora proponiamo anche in Emilia mettendo a confronto i cittadini (che invitiamo) assieme a ingegneri idraulici, bonifica, esperti del territorio. Sullo sfondo l’esempio di Venezia Mestre e, anche, le associazioni che hanno dato vita a un percorso partecipato per stabilire le priorità da gestire in ambito fluviale: cosa salvaguardare, cosa rendere più fruibile, cosa è sostenibile, cosa è meno sostenibile”.
Che cosa è il Contratto di Fiume?
“È la sottoscrizione di un accordo – spiega Antonio Canovi, geostorico – che permette di ‘adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale’ (definizione del 2° World Water Forum). Le risorse paesistico-ambientali sono valorizzate da molteplici settori. In questo modo possiamo costruire ‘dal basso’ il passaggio da politiche settoriali di mitigazione del pericolo idraulico e inquinologico a politiche integrate di rigenerazione ecologica, di fruizione sociale e paesistica del sistema fluviale. I Contratti di Fiume consentono di attivare positivamente gli attori locali”.
Ed ecco che venerdì 27 marzo, alle ore 17.00, presso la sede del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, corso Garibaldi, 42, a Reggio Emilia si terrà l’incontro “Paesaggi delle acque interne – I Contratti di Fiume e l’esperienza del Marzenego”.
Dopo i saluti di Marino Zani, presidente Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, si terrà l’introduzione di Antonio Canovi, Geostorico, Atelier del Paesaggio della Bonifica. Seguiranno quindi gli interventi di: Alessandro Pattaro, ingegnere idraulico, coordinatore tecnico del Contratto di Fiume Meolo Vallio Musestre – Metodologia e storia dei Contratti di Fiume; Mario Tonello, storiAmestre – Fare ricerca su un piccolo fiume, il Marzenego; Carlo Bendoricchio, direttore del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive – L’esperienza del Contratto di Fiume Marzenego. Le conclusioni saranno affidate a Domenico Turazza, direttore del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale.
Seguirà l’inaugurazione dell’esposizione documentare “Il Marzenego oggi”, a cura di Mario Tonello e Giorgio Sarto.
Per sabato 28 marzo, alle ore 10.00 è in programma la geoesplorazione a Boretto, nel Paesaggio della Bonifica, con gli accompagnatori Zelindo Catellani, tecnico del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale e Antonio Canovi, geostorico, Atelier del Paesaggio della Bonifica
Appuntamento quindi alle ore 10.00 per il ritrovo presso il nodo idraulico di Boretto, in via Argine Cisa, 65 per visitare il museo multimediale della Bonifica, il museo del Po e della navigazione interna (via Argine Cisa, 11, sul Po) e, della Sala consiliare di Boretto realizzata dal designer Marcello Nizzoli. È inoltre prevista la possibilità di navigazione sul Po con la motonave Padus (con ticket individuale).
Per ulteriori informazioni e prenotazioni è possibile rivolgersi ad Antonio Canovi al numero 339 3399916 oppure all’indirizzo e-mail antonio.geostorico@gmail.com

IN PILLOLE

Come nasce e si sviluppa il Contratto Fiume

Il ‘contrat de riviere’ è stato istituito per la prima volta in Francia nel 1981. L’obiettivo iniziale dell’istituzione dei contratti è quello di lottare contro il degrado della qualità delle acque e, al tempo stesso, di trovare un rimedio all’incuria dei proprietari rivieraschi che avevano smesso di mantenere le rive. Dal primo contratto di fiume sottoscritto nel 1983 (La Thur) sono poi stati promossi circa 15 contratti, che coprono più del 10% del territorio nazionale. In Lombardia la L.R. 26/2003 prevede espressamente il Contratto di Fiume e il Contratto di Lago come strumenti di programmazione negoziata per la promozione della ‘concertazione e l’integrazione delle politiche a livello di bacino e sottobacino idrografico, con la partecipazione dei soggetti pubblici e privati, per la tutela e la valorizzazione delle risorse idriche e degli ambienti connessi e la salvaguardia del rischio idraulico.

 

 

 

Fruibilità migliorata con aggiornamento e incremento della segnaletica turistica e la messa in sicurezza del percorso attraverso la sistemazione dei manufatti esistenti nei territori che furono della Grancontessa

APPENNINO REGGIANO (13 marzo 2015) – Grazie al Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale è stata migliorata la fruibilità del “Sentiero Matilde”, che fa parte dei percorsi turistico culturali valorizzati dal progetto di cooperazione “Cammini d’Europa”, rete culturale di storia, cultura e turismo.

Il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, in convenzione con il Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano, ha progettato e realizzato interventi di messa in sicurezza e sistemazione di questo importante percorso in terra reggiana, utilizzando risorse dell’Asse 4 del Piano Regionale di Sviluppo Rurale.

“Un sentiero che attraversa la provincia reggiana da Nord a Sud nei territori che furono della Contessa Matilde, – spiega Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – percorso che coniuga le ricchezze ambientali e le testimonianze storiche”.

“Stiamo parlando di un vero ‘Cammino d’Europa’ – dichiara Luciano Correggi, presidente del Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano – perché il Sentiero Matilde segue in territorio reggiano l’antico percorso alto medievale, che dallo sbocco dell’Enza, portava nel cuore del dominio dei Canossa, ai castelli di Rossena, Canossa, Sarzano, Carpineti, fino a Toano e si dirigeva verso il crinale al Passo di San Pellegrino in Alpe, attraverso la turrita ‘via delle Scalelle’, per poi scendere verso i possedimenti toscani, verso la via del Volto Santo, verso Lucca e poi a Roma. L’itinerario permette di scoprire sia l’antico sistema di comunicazione, che quello difensivo, basato su castelli e case torri (Cavandola, Monchio, Sorchio e Riana sono tutte inserite nel percorso), ma anche le suggestioni di un territorio limitrofo (e collegato dalla sentieristica Cai) ancora integro, come le antiche sorgenti solforose di Quara, il ponte a schiena d’asino di Cadignano e i gessi del Secchia”.

“La messa in sicurezza e il miglioramento dell’antico ‘Sentiero Matilde’ che la bonifica ha realizzato con imprenditoria locale – aggiunge Zani – ha consentito al sentiero di entrare a far parte di ‘Cammini d’Europa’, il circuito internazionale di valorizzazione turistica integrata di itinerari culturali e di pellegrinaggio”.

“Gli interventi – spiega Angela Tincani, direttore dei lavori per il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – hanno riguardato l’aggiornamento e l’incremento della segnaletica turistica attraverso la sostituzione delle tabelle informative lungo il percorso. Si è proceduto quindi alla tabellazione di nuovi percorsi che si integrano al ‘Sentiero Matilde’, come, ad esempio la variante di Marola. È stata inoltre assicurata la messa in sicurezza e il miglioramento del percorso attraverso la sistemazione di manufatti esistenti. Sono state quindi riaperte le parti di sentiero abbandonate grazie alle opere di miglioramento della percorribilità dello stesso”.

“Per conseguire gli obiettivi di sicurezza – prosegue la Tincani – sono stati adottati accorgimenti tecnici che vanno dall’allargamento del sentiero in punti particolarmente pericolosi come nei pressi della Torre dell’Amorotto a Civago, alla realizzazione di scalinate in legno in tratti molto ripidi e scivolosi come a Cavola e Castel Pizigolo, sino alla dotazione di dispositivi antiscivolamento nelle passerelle lungo il Torrente Tresinaro. Le opere, svolte in aree disagiate e molto distanti tra loro, hanno contribuito al miglioramento della fruibilità dell’intero percorso”.

I lavori sono terminati nel 2014 e sono stati finanziati utilizzando risorse comunitarie dell’Asse 4 del Piano Regionale di Sviluppo Rurale. La realizzazione del progetto è stata possibile anche grazie alla collaborazione con il Settore Turismo della Provincia di Reggio Emilia e i comuni interessati.

 

 

APPUNTAMENTO A MERCOLEDI’ 11 MARZO
Tutti i dati della stagione irrigua 2014
In collaborazione con l’istituto Zanelli, Arpa e Urber, saranno resi noti i dati del progetto “Monitoraggio della qualità delle acque irrigue”

REGGIO EMILIA (9 marzo 2015) – Stagione irrigua 2014: si presentano i dati da parte del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale. Appuntamento a mercoledì 11 marzo alle ore 10.30 presso la sede del Consorzio, Corso Garibaldi, 42, a Reggio Emilia.
L’evento è organizzato in collaborazione con l’Istituto di istruzione superiore Antonio Zanelli, Arpa (Agenzia regionale prevenzione e ambiente regione Emilia Romagna) e Urber (Unione regionale delle bonifiche Emilia Romagna).
“Dal 2010  – spiega Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale svolge, in convenzione con l’Istituto Zanelli di Reggio Emilia e Arpa Emilia Romagna-sezione di Reggio Emilia, un’intensa attività di monitoraggio della qualità delle acque irrigue”.
“Il progetto di monitoraggio – specifica Aronne Ruffini, dirigente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – prevede l’esecuzione di campionamenti mensili, svolti durante l’intera stagione irrigua, su di un elevato numero di canali. L’attività di prelievo e sorveglianza si svolge su ventuno stazioni distribuite nei tre distretti irrigui, dall’alta alla bassa pianura reggiana e modenese”.
“Le acque irrigue prelevate – prosegue il dirigente – sono sottoposte ad analisi fisiche, chimico-fisiche, chimiche e microbiologiche. Questa attività permette al Consorzio di ottenere informazioni dettagliate, relative alle acque irrigue transitanti all’interno del reticolo idrografico artificiale di pianura, indispensabili per valutare e classificare le stesse sotto il profilo qualitativo, sia agronomico sia ambientale, al fine di tutelare e valorizzare le risorse idriche e le produzioni agricole. Consente, inoltre, di fornire gratuitamente i dati relativi alla qualità delle acque, con finalità certificatorie, alle aziende agricole richiedenti”.
Dopo i saluti di Rossella Crisafi, dirigente dell’Istituto Zanelli, di Fabrizia Capuano, dirigente responsabile della sezione provinciale Arpa di Reggio Emilia, Antonio Sangiorgi, coordinatore Urber, inizierà il convegno.
Ad aprirlo Domenico Turazza, direttore del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, con “La convenzione tra Consorzio, Arpa e Zanelli”.
Seguirà quindi l’intervento di Aronne Ruffini, dirigente Ufficio ambiente agroforestale del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, inerente il sistema irriguo del Consorzio.
Verranno quindi illustrati i risultati del progetto “Monitoraggio della qualità delle acque irrigue – dati stagione 2014”, da Daniele Galli, docente dello Zanelli, Silvia Franceschini, referente regionale monitoraggio stato ambientale acque superficiali, Arpa Emilia Romagna, Alex Magnanini e Greta Catellani, studenti dello Zanelli.
I lavori si chiuderanno con gli interventi di Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale e di Raffaella Curioni, assessore educazione e conoscenza, Comune di Reggio Emilia.
Seguirà, alle ore 12, un rinfresco per tutti i partecipanti.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare la pagina Facebook “emiliacentrale”, oppure inviare una mail all’indirizzo ufficiocomunicazione@emiliacentrale.it.

 

Palanzano3PALANZANO (Parma, 10 marzo 2015) – Frane consolidate, isola ecologica salvaguardata e strade ripristinate. Accade a Palanzano (Parma) grazie all’intervento del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale.

“A Palanzano – dichiara Lino Franzini, primo cittadino – possiamo dire: meno male che abbiamo il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale: un ente che opera con impegno e serietà sui territori dell’Appennino Parmense e Reggiano”.

“Sul nostro suolo – prosegue il sindaco – sono stati effettuati alcuni interventi di notevole importanza per il comprensorio montano. Interventi che hanno portato apprezzabili benefici ai pendii interessati, alla viabilità locale e al mantenimento del valore del patrimonio immobiliare su cui si è intervenuti”.

“I movimenti franosi e le successive infiltrazioni di acque segnalatici – spiega Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – hanno consentito di attivare la convenzione già in essere con il Comune di Palanzano e, quindi, di impegnare i nostri tecnici per il progetto attuato nel palanzanese”.

“L’isola ecologica di Palanzano – dichiara Pietro Torri, dirigente Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – è posizionata su una sommità adiacente la strada provinciale. A valle vi sono prati che presentavano avvallamenti causati dalla presenza di acque profonde che emergevano in superficie e che provocavano ristagni d’acqua nelle parti più pianeggianti. Considerata le pendenza del terreno si è reso necessario realizzare opere di consolidamento del movimento franoso per bonificare il dissesto in corso. I drenaggi eseguiti lungo il pendio, mirati alla regimentazione delle acque presenti in superficie e in profondità e la sistemazione generale del versante hanno messo in sicurezza l’intera area e conseguentemente anche la viabilità intorno all’isola ecologica”.

“A Pratopiano – prosegue il dirigente –, a monte e a valle della strada comunale era presente un movimento franoso causato dall’infiltrazione di acque superficiali. Sono quindi stati consolidati i versanti attraverso la costruzione di fosse drenanti, la regimazione delle acque superficiali e la sistemazione morfologica superficiale del terreno”.

L’importo totale dei lavori ammonta a 39.000 euro, finanziati con fondi consortili.

OPERE DEL CONSORZIO DI BONIFICA DELL’EMILIA CENTRALE

Strade e fossi più sicuri a Polinago e Serramazzoni

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MODENA (3 marzo 2015) – Strade pubbliche ripristinate, fossi che attraversano paesi messi in sicurezza, scarpate consolidate. Un esempio dell’attività di bonifica nell’Appennino modenese con interventi puntuali del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale.
“Sia a Polinago che a Serramazzoni – spiega Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – abbiamo provveduto alla sistemazione di strade e fossi resesi inagibili a causa delle abbondanti precipitazioni atmosferiche e della mancata manutenzione. Un fatto resosi possibile grazie alla collaborazione e alle convenzioni in essere con i Comuni del comprensorio”.
“Ogni anno – aggiunge Pietro Torri, dirigente dell’ente consortile – il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale svolge interventi di bonifica montana che,OLYMPUS DIGITAL CAMERA nel rispetto dell’ambiente, cercano di offrire soluzioni compatibili alla permanenza dell’uomo sul territorio, a fronte di pendii idrogeologicamente instabili. A disposizione mettiamo le nostre competenze tecniche e un lavoro di squadra anche con i singoli Comuni che quotidianamente lavorano con noi”.
“Un lavoro svolto a regola d’arte che ha consentito il recupero di un muro in sasso – afferma il sindaco di Polinago, Gian Domenico Tomei –: è quello di via del Veneziano nel nostro comune, a monte della strada, che consideriamo come un primo stralcio. Così come in via Cuccorosso la Bonifica è intervenuta per il completamento di una strada bianca, concludendo quanto già avviato negli anni passati”.
“Segnalo – prosegue il primo cittadino –, in particolare, l’intervento realizzato per la pulizia del fosso d’Erbaia, a monte e a valle dell’abitato di Talbignano che, appunto, è attraversato dallo stesso corso d’acqua. In sintesi, si rischiava l’esondazione all’interno dell’abitato in caso di piena: un lavoro strategico nella sua semplicità. Ha un valore enorme per la comunità che, in caso di allagamento, avrebbe comportato gravi danni agli edifici”.
“Questi interventi – aggiunge il primo cittadino Tomei – sono sempre più strategici per il territorio e richiederebbero ulteriori impegni finanziari”.
A Serramazzoni, invece, alcuni chilometri dopo il capoluogo in direzione località Pompeano in via Roncovecchio era presente un evidente cedimento di parte della banchina stradale dovuto ad uno smottamento verso valle del terreno. Un fatto dovuto alle intense precipitazioni invernali “che – ricorda l’assessore all’ambiente Simone G. Gianaroli – aggravarono le situazioni critiche già esistenti sul territorio, peggiorando il quadro complessivo ed esponendo a rischi anche i mezzi circolanti lungo la via interessata dalla frana”.

“Solo grazie al tempestivo intervento del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – aggiunge l’assessore Gianaroli – , e l’esecuzione tramite i mezzi e le imprese affidatarie, si è potuto superare l’emergenza, mediante interventi sul versante idonei a ripristinare lo stato dei luoghi antecedente la frana. La nostra amministrazione ringrazia formalmente  tutti i tecnici del Consorzio nonché gli operatori e le imprese affidatarie incaricate per eliminare le criticità”.

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Polignago, via Cuccorosso, via del Veneziano, fosso D’Erbaia in prossimità di Talbigiano, strada pubblica di via Roncovecchio a Serramazzoni. Il sindaco Tomei: “Opere di valore per la comunità”. L’assessore Gianaroli: “Interventi in situazioni critiche”

 

 

MODENA (3 marzo 2015) – Strade pubbliche ripristinate, fossi che attraversano paesi messi in sicurezza, scarpate consolidate. Un esempio dell’attività di bonifica nell’Appennino modenese con interventi puntuali del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale.

“Sia a Polinago che a Serramazzoni – spiega Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – abbiamo provveduto alla sistemazione di strade e fossi resesi inagibili a causa delle abbondanti precipitazioni atmosferiche e della mancata manutenzione. Un fatto resosi possibile grazie alla collaborazione e alle convenzioni in essere con i Comuni del comprensorio”.

“Ogni anno – aggiunge Pietro Torri, dirigente dell’ente consortile – il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale svolge interventi di bonifica montana che, nel rispetto dell’ambiente, cercano di offrire soluzioni compatibili alla permanenza dell’uomo sul territorio, a fronte di pendii idrogeologicamente instabili. A disposizione mettiamo le nostre competenze tecniche e un lavoro di squadra anche con i singoli Comuni che quotidianamente lavorano con noi”.

“Un lavoro svolto a regola d’arte che ha consentito il recupero di un muro in sasso – afferma il sindaco di Polinago, Gian Domenico Tomei –: è quello di via del Veneziano nel nostro comune, a monte della strada, che consideriamo come un primo stralcio. Così come in via Cuccorosso la Bonifica è intervenuta per il completamento di una strada bianca, concludendo quanto già avviato negli anni passati”.

“Segnalo – prosegue il primo cittadino –, in particolare, l’intervento realizzato per la pulizia del fosso d’Erbaia, a monte e a valle dell’abitato di Talbignano che, appunto, è attraversato dallo stesso corso d’acqua. In sintesi, si rischiava l’esondazione all’interno dell’abitato in caso di piena: un lavoro strategico nella sua semplicità. Ha un valore enorme per la comunità che, in caso di allagamento, avrebbe comportato gravi danni agli edifici”.

“Questi interventi – aggiunge il primo cittadino Tomei – sono sempre più strategici per il territorio e richiederebbero ulteriori impegni finanziari”.

A Serramazzoni, invece, alcuni chilometri dopo il capoluogo in direzione località Pompeano in via Roncovecchio era presente un evidente cedimento di parte della banchina stradale dovuto ad uno smottamento verso valle del terreno. Un fatto dovuto alle intense precipitazioni invernali “che – ricorda l’assessore all’ambiente Simone G. Gianaroli – aggravarono le situazioni critiche già esistenti sul territorio, peggiorando il quadro complessivo ed esponendo a rischi anche i mezzi circolanti lungo la via interessata dalla frana”.

“Solo grazie al tempestivo intervento del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – aggiunge l’assessore Gianaroli – , e l’esecuzione tramite i mezzi e le imprese affidatarie, si è potuto superare l’emergenza, mediante interventi sul versante idonei a ripristinare lo stato dei luoghi antecedente la frana. La nostra amministrazione ringrazia formalmente  tutti i tecnici del Consorzio nonché gli operatori e le imprese affidatarie incaricate per eliminare le criticità”.

 

 

Quando l’acqua non conosce confini. Un esempio di collaborazione tra consorzi. A distanza di pochi giorni è piovuto ancora… sul bagnato: e dal Modenese e Reggiano le acque sono transitate dal mantovano a San Benedetto Po

Collettore acque basse modenesi

Come si presentava stamane, mercolì 25 febbraio 2015, il Collettore acque basse modenesi

Botte San Prospero, a Monte

La Botte San Prospero a Moglia: è un manufatto tuttora utilizzato, realizzato durante la Bonificazione Parmigiana-Moglia (1920-1926), che consente al Cavo emissario delle acque basse reggiane e modenesi di sottopassare il Cavo Parmigiana Moglia per recapitare le proprie acque all’impianto idrovoro di San Siro che si trova 11 chilometri più a nord

Chiavica del Bondanello a Moglia, punto più basso del Comprensorio

Ed ecco come si presentava la Chiavica del Bondanello, in quello che è di fatto il punto più basso del comprensorio

CONSORZIO DI BONIFICA DELL’EMILIA CENTRALE (25 febbraio 2015) – “Se piove troppo da una parte, con un buon sistema di sincronismo ed energia l’acqua la si può indirizzare dall’altra, anche in un’altra regione”. E’ quanto afferma Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, che, a fronte di una piovosità inaspettata, e allerta della Protezione Civile, sul proprio comprensorio interno, tra Modena e Reggio, ha potuto indirizzare le acque di scolo a Chiavica della Spinelli (San Benedetto Po), nel cavo del limitrofo Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po, dove, invece, i livelli delle acque erano assai più bassi. “Nel ringraziare i colleghi Mantovani, guidati dalla presidente Ada Giorgi – aggiunge Zani – rilevo che quanto attuato è la concreta attivazione del Piano interregionale di protezione civile per far fronte al rischio idraulico adottato dalle Protezioni civili emiliano lombarde e promosso dall’Autorità di bacino, con l’intervento di Consorzi di Bonifica, le Regioni, l’Aipo, l’Arpa, l’Autorità di Bacino del Reno, il Servizio Tecnico di Bacino degli affluenti del Po, quello del Po di Volano e della Costa, quello del Bacino Reno”.

“30 persone sono al lavoro, già dalla notte – afferma il direttore Domenico Turazza – . Tutto questo perché, come di recente, è piovuto su terreni già saturi d’acqua. La perturbazione di ieri, martedì 24 febbraio, e della nottata trascorsa ci sta impegnando a regime. Sono caduti circa 40 – 45 mml di pioggia su tutto il comprensorio di pianura. che potremmo paragonare a un catino chiuso, circondato da argini, dal quale è possibile evacuare le acque con le idrovore, quando i livelli attorno sono elevati. La situazione di piena che si è generata nella nostra rete è davvero molto importante, proprio in relazione al fatto che lo stato del terreno era già molto imbibito dalle nevicate e dalle piogge dei giorni passati”.

“Nella notte i tecnici consortili – aggiunge Paola Zanetti, dirigente del settore piene del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – hanno attivato le idrovore di Boretto, del Torrione è di Mondine , mentre quella di San Siro è stata attivata nella prima mattinata di mercoledì. Singolare: tutte le casse di espansione (Ca’ de Frati, Novellara e Lanterna a Correggio) e sono state invasate e sono stati attivati pure gli impianti irrigui per lo stoccaggio della acque di scolo nella rete irrigua”.

“In sostanza sono state tempestivamente messe in campo tutte le manovre che si possono eseguire per consentire lo sgrondo delle acque – conclude la dirigente – . Allo stato si è registrata qualche esondazione nella zona di alta pianura e nella campagna in sinistra Crostolo. Il colmo della piena è transitato così senza gravi danni, mentre il personale di bonifica ha presidiato i principali nodi nevralgici”.

 

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