Con le opere di difesa delle sponde del Rio Bellano in comune di Scandiano si sono conclusi i lavori di manutenzione in Comune di Scandiano finanziati con fondi consortili per l’anno 2016. Gli interventi effettuati hanno riguardato esclusivamente opere di manutenzione lungo il reticolo idrografico minore, per il miglioramento del deflusso delle acque meteoriche e il controllo dell’erosione delle sponde in prossimità di centri abitati.
I lavori di manutenzione straordinaria sono stati eseguiti lungo il Rio Brolo in loc. Chiozza, lungo il Rio di acque pubbliche a monte di Via Ubersetto in loc. Cà de Caroli, nella testata del Rio Braglia in loc. Monte Evangelo e nel Rio Bellano in loc. Ventoso.
L’obiettivo che ha accomunato la scelta degli interventi è stato quello di creare situazioni migliorative dell’esistente a difesa dei centri abitati e della viabilità. La costante collaborazione con l’Ufficio Tecnico Comunale e con l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile (ex STB) della sede di Reggio Emilia consentono un costante monitoraggi del territorio e la creazione delle migliori condizioni per il controllo delle situazioni di rischio.

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Emilia Centrale e AIPO hanno collaborato per liberare gli impianti idrovori del Consorzio da una vera e propria penisola di 200 mt di sabbie e fanghi che impedivano il completo sollevamento delle acque per la distribuzione irrigua

Boretto (Re)  – 4 – 4 – 2017- Il caldo da record del mese di Marzo e dei primi giorni di Aprile, secondo soltanto a quello del 2012 con punte di 26 gradi e 13-15 millimetri di pioggia caduta rappresenta un fatto eccezionale che ha significato quasi l’80% di precipitazioni in meno rispetto alla media del periodo. Un dato assolutamente non sottovalutabile soprattutto per le nostre colture in cui la siccità potrebbe diventare preoccupante se la tendenza non s’invertirà a stretto giro di posta fra la fine del mese in corso e quello di Maggio. Per queste ragioni la richiesta irrigua da parte delle imprese agricole reggiane è diventata sempre più crescente e il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale si è reso subito interprete delle necessità manifestata con un’utile operazione straordinaria, anche spettacolare nella forma, per incrementare in modo rapido e proficuo la quantità di acqua disponibile per le nostre colture tipiche. In stretta sinergia e sotto alta sorveglianza di AIPO si è provveduto, mediante l’impiego di un’imponente draga, a spostare fisicamente una ingente quantità di  sabbie dall’alveo del fiume Po che avevano creato una caratteristica penisola di quasi 200 metri di lunghezza. Questo corposo tratto di fanghiglia limacciosa impedivano che i due impianti idrovori di sollevamento dell’Emilia Centrale a Boretto potessero derivare i flussi per poi, attraverso la fitta rete di bonifica in gestione ai due Consorzi dell’Emilia Centrale e di Terre di Gonzaga, consegnarli alle aziende agricole reggiane, modenesi e mantovane che ne avevano e ne hanno tutt’ora necessità. L’operazione è durata circa tre giorni e ora il punto di insabbiamento e deposito che ostruiva la derivazione è stato completamente liberato a beneficio delle pompe idrovore che hanno ripreso a pieno ritmo la loro funzione garantendola fornitura della risorsa idrica in un comprensorio di circa 140mila ettari vocato a produzioni di pregio (Parmigiano Reggiano, vino, pere ecc.) .

 

 

 

 

 

 

 

In queste settimane si sta svolgendo la seconda sessione del corso di formazione ai lavori in sicurezza, relativi alle attività svolte all’interno degli Spazi Confinati.
La prima sessione di prove pratiche ha visto la partecipazione di circa cinquanta tecnici del consorzio.
Il personale ha avuto la possibilità di studiare e verificare con mano le problematiche, presenti negli Impianti, nelle attività di ispezione e manutenzione all’interno dei motori nell’alloggiamento dei rotori e all’interno delle tubazioni in ferro di mandata.
Inoltre sono state eseguite esercitazioni e prove per il recupero in sicurezza di un lavoratore infortunato all’interno di questi spazi angusti.
Le attività sono state svolte presso i locali dell’impianto di scolo di San Siro in comune di San Benedetto Po’.

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Stanno proseguendo i lavori di adeguamento della tubazione del Cavo Bagnoletto sottopassante il canale irriguo dei Ronchi ,in Via Bigi a Massenzatico di Reggio Emilia . Il Consorzio ,in economia con proprio personale e mezzi meccanici , realizza un nuovo manufatto , di dimensioni maggiori , per migliorare lo scolo della zona a sud di Massenzatico .L’opera prevede la rimozione di una parte vecchia , la posa del tubo nuovo in polipropilene , e raccordi murari in opera . Nelle foto si possono vedere le varie fasi di cantiere .

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Bonifica: scatti in mostra sulle ferrovie storiche per aiutare la ricerca e diagnostica oncologica
In mostra a Palazzo Prampolini in Via Garibaldi dal 18 Marzo al 30 Aprile gli scatti di Gabriele Savi. I proventi, in accordo con Grade Onlus, sosterranno il progetto Pet puzzle

Sabato 18 marzo alle ore 16,00 sarà inaugurata la mostra fotografica “La ferrovia nel paesaggio della Bonifica”, a cura del fotografo Gabriele Savi. La mostra sarà visitabile dal 18 marzo fino al 30 aprile 2017 presso il Salone “Natale Prampolini” all’interno del palazzo del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, a Reggio Emilia in corso Garibaldi 42. L’iniziativa è organizzata dal Consorzio per la Bonifica dell’Emilia Centrale e Grade Onlus e ha lo scopo di valorizzare il ricco patrimonio storico- ferroviario della regione Emilia-Romagna, nell’ottica della costituzione di un vero e proprio nucleo di rotabili storici Fer atti al servizio, a partire dal treno con locomotiva a vapore, restaurato dall’Act di Reggio Emilia circa 25 anni fa. La mostra conta su 35 scatti di rotabili ferroviari storici in carico di Fer/Tper e Trenitalia, ripresi proprio nei paesaggi tipici e rappresentativi della nostra pianura, in particolare nelle province di Reggio Emilia e Parma e al confine con il mantovano nell’area del Po. Le immagini sono state scattate tra il 2005 ed il 2010. Tra gli elementi più interessanti oltre alle locomotive ci sono automotrici, carrozze d’epoca che hanno contribuito, proprio attraverso le ferrovie regionali (poi confluite in FER), a influenzare il tessuto sociale e produttivo della regione in un viaggio lungo oltre 130 anni. Tra i vari soggetti immortalati da non perdere è la locomotiva a vapore CCFR7 delle ferrovie reggiane, una rarità per gli appassionati e cultori della materia: un gioiello del 1907 che ancora oggi ci affascina con le sue volute di bianco vapore, le ruote rosse ed il fischio acuto e potente. In Italia, da alcuni anni a questa parte, c’è una nuova sensibilità in merito alla storia delle ferrovie, anche attraverso il ripristino di convogli ferroviari d’epoca e la Regione Emilia-Romagna, depositaria di una storia dei trasporti ferroviari di grande interesse, si è inserita in questo percorso e sta facendo la sua parte. L’autore delle foto è il quarantenne Gabriele Savi, ingegnere e storico delle ferrovie italiane; la sua attività di ricerca si incentra principalmente sulle ferrovie locali di Reggio Emilia e sulle produzioni ferroviarie delle Officine Reggiane. Ha all’attivo oltre venticinque pubblicazioni sulle maggiori testate nazionali di storia e tecnica del trasporto ferroviario. Le fotografie esposte saranno messe in vendita ad offerta libera (offerta minima 25 euro) ed i proventi, in comune accordo con il direttore di Grade Onlus Roberto Abati, andranno a finanziare il progetto Pet puzzle, ovvero la ricerca di fondi sul territorio per l’acquisto di una apparecchiatura Pet (Positron Emission Tomography): si tratta di una metodica di diagnostica per immagini che consente di individuare precocemente i tumori e di valutarne la dimensione e la localizzazione. la Fondazione Grade Onlus si pone come capofila nella raccolta di 2 milioni di euro in 3 anni per l’acquisto di una nuova Pet da donare all’Arcispedale Santa Maria Nuova – Irccs di Reggio Emilia. L’autore delle foto desidera in questo modo ringraziare l’equipe ematologica dell’Ospedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia, diretta dal Dott. Francesco Merli, di cui in passato è stato paziente.

Programma iniziativa

 

Nelle medie del periodo è già operativa da giorni l’imponente derivazione dal Po ora si attivano anche le derivazioni secondarie dai fiumi Appenninici. La prolungata mancanza di piogge , criticità ormai endemica degli ultimi anni, potrebbe creare disagi nel lungo periodo.

Reggio Emilia -16-3-2017 – Le sollecitazioni che arrivano al Consorzio di bonifica dal composito universo agricolo rappresentano periodicamente, nei fatti, un ponte che unisce nel quotidiano diverse realtà che hanno l’obiettivo di mettere a profitto gli importanti valori territoriali del nostro comprensorio. Pertanto ogni segnalazione viene sempre considerata e valutata con la massima attenzione perlopiù in una fase di straordinaria gestione commissariale come quella che sta temporaneamente interessando l’ente consortile. Oggi più di ieri le criticità climatiche, palesi e tangibili, conseguenze dirette e non preventivabili degli stravolgimenti metereologici che interessano tutto il pianeta, obbligano il Consorzio di bonifica ad interpretare diversi ruoli attivi, per essere pronto a qualsiasi tipologia di necessità incombente; ad essere flessibile, ad operare con celerità per risolvere le problematiche che si manifestano e soprattutto per agire preventivamente per la salvaguardia diffusa del territorio in cui opera ed in particolar modo per il sostegno essenziale delle produzione tipiche che stanno alla base del nostro agroalimentare. Nei giorni scorsi abbiamo iniziato, in via anticipata, a rilasciare acqua invasando la nostra capillare ed estesa rete irrigua dapprima attivando l’imponente derivazione dal fiume Po a Boretto, mentre le altre derivazioni sono tutt’ora in via di attivazione. Ad oggi sono stati già immessi nei nostri canali irrigui 115.000 metri cubi d’acqua e con questa modalità contiamo di soddisfare con certezza le 36 richieste irrigue attualmente pervenute finora al nostro Centro Operativo, per un totale di circa 176 ettari, di cui 26 in Provincia di Reggio Emilia e 10 nel modenese, per alcune delle quali attualmente è iniziato il prelievo irriguo. Come detto la rete irrigua consortile (che ha pure funzioni scolanti) ha dimensioni davvero imponenti – comprendendo circa 2.500 km di canali e 70 impianti di sollevamento – con un volume di invaso di circa 15 milioni di metri cubi d’acqua. Tra le altre cose segnaliamo che in questo periodo sono in corso anche alcuni importanti lavori di pubblica utilità sulla stessa rete dell’ordine di circa 20 milioni di euro la cui anticipata sospensione esporrebbe il Consorzio alla minaccia di danni economici per i vincoli contrattuali con le imprese ma in ogni caso questi interventi, che comunque interessano in sistema irriguo, non avranno un particolare impatto sulla continuità delle forniture di acqua. Complessivamente il Consorzio sta facendo il possibile per far fronte , in modo puntuale e regolare, alle esigenze di approvvigionamento irriguo dei propri consorziati agricoltori delle provincie di Reggio Emilia, Modena e Mantova, così come avvenuto in altre campagne irrigue di anni precedenti particolarmente siccitosi.

 

 

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Il video

Il nuovo modello di recupero e riutilizzo delle acque reflue per produzioni vegetali di qualità è stato ideato e concretizzato insieme a CRPA, IREN e Regione Emilia Romagna
Reggio Emilia 23/2/2017 – Finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma Life Plus Ambiente (LIFE11 ENV/IT/000156), il pro-getto ReQpro interessa la provincia di Reggio Emilia. Obiettivo di ReQpro è stato quello di contribuire alla protezione della risorsa acqua, attraverso un efficiente recupero e riutilizzo ai fini irrigui delle acque reflue, in parziale sostituzione delle acque superficiali e di falda. Tale traguardo è stato raggiunto sviluppando uno specifico modello di recupero e riuso per irrigare colture agrarie di pregio. Le attività di progetto sono condotte presso il depuratore urbano gestito da IRETI, (azienda multiservizi partner in ReQpro operante nell’area agricola a valle del depuratore) le acque sono state distribuite e gestite per l’uso irriguo dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale. Acque che proprio ai fini irrigui non hanno rappresentato un modesto contributo aggiuntivo, ma un vero e proprio “serbatoio” strategico di risorsa utilissimo in periodi siccitosi come si sono dimostrati quelli vissuti negli ultimi anni. Il quantitativo di risorsa recuperata e distribuita dal Consorzio grazie a questa azione virtuosa che oscilla tra i 3,5 milioni e i 5milioni di mc, una quantità di acqua paragonabile a quello di una diga di medio-grandi dimensioni.
Fase operativa:
L’impianto è entrato in funzione nella primavera 2016.
In fase di avvio sono state svolte da IRETI (società che gestisce l’impianto di trattamento) le analisi delle acque reflue trattate, per stabilirne l’idoneità all’uso irriguo secondo certificati parametri di conformità alla legge.
Completato questo passaggio doveroso e obbligatorio, a partire dalla metà di Aprile 2016 è iniziata l’immissione delle acque nella rete irrigua.
L’immissione dell’acqua reflua trattata e, di conseguenza, il suo riuso irriguo, è stato regolato dall’Accordo di programma, siglato da: Regione Emilia-Romagna, Amministrazione provinciale di Reggio Emilia, Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti, IREN Acqua Gas S.p.A. (ora IRET) e Consorzio di Bonifica dell’Emilia.
Obiettivi:
L’Accordo ha definito i valori-soglia che le acque affinate dovevano rispettare per poter essere immesse nella rete ai fini irrigui e ha regolato le modalità del monitoraggio delle acque e di gestione delle eventuali non conformità.
Il riuso ai fini irrigui delle acque reflue ha contribuito ad aumentare la disponibilità di acqua per l’irrigazione, contenendo la necessità di prelevare per questo fine acque di falda di elevata qualità e diminuendo i costi energetici per il sollevamento delle acque di superficie.
Si è favorito la destinazione ai fini produttivi di una risorsa altrimenti destinata allo scarico in acque di superficie.
Uso in campo delle acque trattate e monitoraggio del trattamento terziario
Gli obiettivi del progetto sono stati raggiunti attraverso il monitoraggio puntuale sia dell’impianto di trattamento terziario sia dell’uso in campo delle acque recuperate.
In particolare, il Consorzio di bonifica Emilia Centrale ha prodotto nel corso della stagione irrigua 2016 una serie di analisi integrative sulle acque in uscita del depuratore, incrementando i normali autocontrolli, è hanno riguardato 3 punti localizzati nei canali Pistarina e Argine con una cadenza mensile, al fine di garantire l’idoneità per il riutilizzo delle acque reflue ai fini irrigui, in conformità alle normative nazionali e regionali in materia.
É stato pertanto organizzato un sistema di gestione e tracciabilità delle acque reflue depurate all’interno del bacino di utenza, al fine di ottimizzare l’uso irriguo e di conoscere in tempo reale le aziende, appezzamenti e le colture che utilizzano le acque depurate, informandone gli utenti.
Allo stesso modo sono stati verificati gli effetti ambientali e agronomici dovuti al riutilizzo irriguo delle acque reflue su un ampio spettro di colture, foraggere e non, presenti nel bacino di distribuzione delle acque;
Infine il progetto ha previsto una dettagliata valutazione economica dei costi che il trattamento terziario e il riuso irriguo comportano, includendo nella valutazione anche i benefici ambientali e le problematiche relativa alla “accettabilità sociale” che una innovazione di questo tipo necessariamente comporta.
L’impianto a pieno regime ha trattato circa 40mila m3 di acqua al giorno, pari a una quantità variabile che oscilla tra 3,5 e 5 milioni di m3 prodotti nel corso dei 120 giorni nei quali si articola generalmente la stagione irrigua, in grado di soddisfare potenzialmente tutti gli ettari irrigabili nel bacino considerato.
Il bacino di utilizzazione delle acque recuperate
L’area potenzialmente interessata all’immissione delle acque depurate è situata nella pianura a nord del depuratore di Reggio Emilia, ha una superficie di circa 2mila ha e più di 80 km di canali.
Le colture irrigue prevalenti sono i rinnovi estivi (mais, sorgo e pomodoro), le foraggere poliennali (medicaio e prato stabile), vigneti e alcune orticole (melone e cocomero).
Il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale aveva proceduto già nel 2013, primo anno del progetto, alla definizione del bacino di utenza: delineando l’area, le aziende, le superfici, le colture e descrivendo il reticolo di canali.
Le dieci aziende interessate hanno messo a disposizione gli appezzamenti, 15-20 complessivamente per ogni anno, sui quali sono stati effettuati nel corso del 2016 i monitoraggi ambientali e agronomici.
Le colture irrigate e controllate sono state mais, pomodoro, prato stabile, erba medica, barbabietola, melone e anguria, irrigate con tecniche a diversa efficienza dell’acqua utilizzata, come lo scorrimento, l’aspersione e l’irrigazione a goccia.

 

Si sono conclusi da poco i lavori di “Ristrutturazione rete irrigua consortile. 3° lotto funzionale” finanziati dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per un importo complessivo di € 4.072.046,77.
I lavori hanno riguardato la sostituzione di numerose strutture irrigue realizzate negli anni ’50 e ’60, costituite soprattutto da canalette prefabbricate in conglomerato cementizio, con tubazioni interrate in bassa pressione. Le nuove condotte permettono una più efficiente distribuzione e ottimizzazione dei tempi d’irrigazione, evitando dannose perdite d’acqua causate spesso dalla vetustà dei materiali. La rimozione degli ostacoli rappresentati dalle canalette, spesso emergenti dal terreno, permette così migliori lavorazioni agricole e inoltre riduce i costi delle manutenzioni eseguite periodicamente dal Consorzio.
In sintesi sono state realizzate 34 nuove tubazioni per una lunghezza complessiva di oltre 28 km, sono a disposizione delle utenze agricole più di 450 prese irrigue.

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“Paesaggi digitali” in bonifica: incontro tra cultura, scienza e tecnologia applicata. Tra gli altri interventi delle Università Cà Foscari , Alma Mater e Modena Reggio Emilia.

Reggio Emilia – 10 Febbraio 2017 – Tre Università tra le più importanti realtà accademiche del nostro paese come Cà Foscari di Venezia, Alma Mater Studiorum di Bologna e quella di Modena-Reggio Emilia si sono date appuntamento insieme all’Istituto A.Cervi e alla Biblioteca Archivio Emilio Sereni, per approfondire all’interno della Sala Prampolini del Consorzio dell’Emilia Centrale le ultime frontiere dell’innovazione tecnologica applicata alla corretta e sostenibile gestione del nostro terrotorio. La full-immersion organizzata dalla bonifica locale ha proposto ai numerosi presenti molteplici modelli virtuosi in grado di integrare e concertare insieme i diversi aspetti paesaggistici, geografici, idrografici, economici e storici che incidono sugli equilibri territoriali di ogni area considerata. Modelli virtuosi che rappresentano oggi anche la nuova frontiera della sostenibilità che rispetta la natura e al contempo consente all’uomo di migliorare lo sviluppo e la salvaguardia dei propri spazi di vita e lavoro. Tra i casi esaminati presentati dai relatori ha acquisito evidenza per il comprensorio Reggiano e Modenese ( gestito dal Consorzio dell’Emilia Centrale) l’avanzato sistema integrato digitale di Telecontrollo di ultimissima generazione utilizzato ora dall’ente per il monitoraggio complessivo e in tempo reale – ( situato in unica sede operativa in Corso Garibaldi 42 a Reggio Emilia) dei flussi delle acque nella fittissima rete di bonifica di oltre 3000 km che si interseca con gli alvei naturali. “ Il nuovo telecontrollo – ha commentato il Commissario Straordinario del Consorzio Emilia Centrale Franco Zambelli – rappresenta una costante garanzia di sapere quel che accade nel momento in cui accade in modo da poter incidere con profitto a seconda delle necessità nelle diverse zone sia per quanto attiene alla sicurezza idraulica sia per la distribuzione irrigua della risorsa alle colture”.

Particolarmente interessanti i progetti e le relazioni interattive presentati dai docenti delle Università e dagli esperti intervenuti: Antonio Canovi (Atelier Paesaggio della Bonifica), Sergio Teggi Università di Modena “ Il telerilevamento per la caratterizzazione del territorio”, Matteo Proto (Università Alma Mater Bologna) “Paesaggi fluviali della Pianura Padana”, Francesco Visentin (Università Cà Foscari di Venezia) “Progetto EU.WAT.HER “Nuove tecnologie per il recupero dei fiumi e dei canali minori”, Valentina Greco (Alma Mater Bologna) “ Visualizzare Ravenna”, Tommaso Barbieri (Università di Modena Reggio Emilia) “ A scuola con il GIS”, Gabriella Bonini (Istituto Alcide Cervi) “A scuola di paesaggio”. Infine l’ing. Paola Zanetti – Direttore Operativo Ambiente e Gestione Idraulica del Consorzio Emilia Centrale – ha illustrato in modo dettagliato il “Governo idraulico e telecontrollo: il sistema informativo territoriale di CB Emilia Centrale ”. Il convegno è stato introdotto dal Direttore del Consorzio Emilia Centrale Domenico Turazza.

 

Si sono recentemente conclusi i lavori urgenti di ripristino della conduttura di scarico dell’invaso denominato Burraccione in località Ghiardo di Bibbiano, finanziati con risorse della Protezione Civile a seguito delle eccezionali avversità atmosferiche verificatesi tra il 27 Febbraio ed il 27 Marzo 2016, affidati attraverso un Accordo di Programma con il comune di Bibbiano al Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale per quanto attiene la progettazione, l’affidamento e la direzione dei lavori. Oltre 30 ha a Sud dell’area industriale del Ghiardo conferiscono le acque piovane nell’invaso che a sua volta recapita nel vicino Torrente Quaresimo. Mediante video ispezione si è constatato come un lungo tratto della preesistente tubazione di scarico sia collassata impedendo di fatto il regolare allontanamento delle acque meteoriche e diffusi allagamenti. E’ stata posata pertanto una nuova condotta della lunghezza di circa 160 metri realizzata con tubi corrugati in polietilene Ecopal del diametro interno di 800 mm e successivo adeguamento del fosso di scarico con protezioni spondali eseguite mediante posa di massi da scogliera. Quanto sopra ha consentito la messa in sicurezza di una vasta area comprensiva anche della viabilità di collegamento tra la S.P. Reggio-Ghiardo-Bibbiano con la S.P. Reggio-San Bartolomeo-Montecavolo.

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