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RIABILITAZIONE DELLA PRESA IRRIGUA DI BORETTO

STORIA DELLA PRESA
La derivazione irrigua dal fiume Po a Boretto, comune ai Consorzi Associati Parmigiana Moglia-Secchia e Bentivoglio-Enza, (ora Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale), Agro Mantovano- Reggiano e Revere (ora Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po), consente l’irrigazione di una vasta area agricola vocata a coltivazioni di pregio nelle province di Reggio Emilia, Modena e Mantova.
La presa irrigua fu realizzata negli anni 30 del XX° secolo e fu progettata per consentire un prelievo a gravità dell’acqua di Po. Il dimensionamento dell’opera, eseguito in relazione alle quote ed alle portate dell’epoca, si rivelo’ ben presto inadeguato alle modifiche che il letto del fiume subì per effetto che le opere di sistemazione idraulica e le massicce attività estrattive produssero sul trasporto solido e sulle quote dell’alveo.
I primi problemi si verificarono già alla metà degli anni 40’ per arrivare ai primi anni ’50 con l’impossibilità di derivare a gravità l’acqua di prelievo.
Fu quindi realizzato un primo impianto di sollevamento che dovette pero’ essere riadeguato già nel 1976, a causa del progressivo abbassamento del livello di magra del Fiume Po.
Il nuovo impianto, dotato di 28 elettropompe ad elica di tipo tradizionale, garantì un buon prelievo fino al 1990 , quando si raggiunse un nuovo minimo del livello del Po.
Nel 1996 fu quindi completato un ulteriore intervento di adeguamento dell’impianto, con la sostituzione di tutte le elettropompe con nuove pompe sommergibili di capacità di aspirazione al livello minimo di 14.00 m s.l.m.
Purtroppo le crisi idriche dovute ai noti cambiamenti climatici non si sono arrestate, così da pervenire alle drammatiche situazioni verificatesi nell’estate del 2003 e ripetutasi durante l’estate del 2017.

INTERVENTI DI ADEGUAMENTO ESEGUITI
I problemi maggiori che si verificano durante l’utilizzo delle elettropompe sono dovuti ai fenomeni di insabbiamento nella camera di aspirazione. La presenza di grossi quantitativi di sabbia provoca minor efficienza, maggior usura e frequenti rotture delle pompe, con conseguenti danni economici e minor efficienza del servizio irriguo. Per questa ragione ogni anno, durante la stagione irrigua, vengono eseguiti interventi di dragaggio della sabbia.
All’inizio della stagione irrigua la quota di sabbia misurata a ridosso dell’impianto supera spesso il valore di m 15,00 quando le pompe garantiscono la massima efficienza su un fondo posto a quota 11,50. 
Per consentire un maggiore controllo del fenomeno di insabbiamento e diminuire gli interventi di dragaggio ad impianti avviati, è stata realizzata un’opera di presidio alle camere di aspirazione delle pompe mediante l’esecuzione di una paratia ottenuta con l’infissione di un palancolato metallico di altezza m 15,00 e della lunghezza di m 98 posto sul fronte dei sedimenti (lato Fiume).
Gli interventi di “Riabilitazione della presa irrigua” saranno completati dall’ abbassamento della quota di pescaggio delle elettropompe che passerà dalla quota attuale di 11,50 m slm a 10,50 m slm a lavori ultimati

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