Stanno proseguendo i lavori di adeguamento della tubazione del Cavo Bagnoletto sottopassante il canale irriguo dei Ronchi ,in Via Bigi a Massenzatico di Reggio Emilia . Il Consorzio ,in economia con proprio personale e mezzi meccanici , realizza un nuovo manufatto , di dimensioni maggiori , per migliorare lo scolo della zona a sud di Massenzatico .L’opera prevede la rimozione di una parte vecchia , la posa del tubo nuovo in polipropilene , e raccordi murari in opera . Nelle foto si possono vedere le varie fasi di cantiere .

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Nelle medie del periodo è già operativa da giorni l’imponente derivazione dal Po ora si attivano anche le derivazioni secondarie dai fiumi Appenninici. La prolungata mancanza di piogge , criticità ormai endemica degli ultimi anni, potrebbe creare disagi nel lungo periodo.

Reggio Emilia -16-3-2017 – Le sollecitazioni che arrivano al Consorzio di bonifica dal composito universo agricolo rappresentano periodicamente, nei fatti, un ponte che unisce nel quotidiano diverse realtà che hanno l’obiettivo di mettere a profitto gli importanti valori territoriali del nostro comprensorio. Pertanto ogni segnalazione viene sempre considerata e valutata con la massima attenzione perlopiù in una fase di straordinaria gestione commissariale come quella che sta temporaneamente interessando l’ente consortile. Oggi più di ieri le criticità climatiche, palesi e tangibili, conseguenze dirette e non preventivabili degli stravolgimenti metereologici che interessano tutto il pianeta, obbligano il Consorzio di bonifica ad interpretare diversi ruoli attivi, per essere pronto a qualsiasi tipologia di necessità incombente; ad essere flessibile, ad operare con celerità per risolvere le problematiche che si manifestano e soprattutto per agire preventivamente per la salvaguardia diffusa del territorio in cui opera ed in particolar modo per il sostegno essenziale delle produzione tipiche che stanno alla base del nostro agroalimentare. Nei giorni scorsi abbiamo iniziato, in via anticipata, a rilasciare acqua invasando la nostra capillare ed estesa rete irrigua dapprima attivando l’imponente derivazione dal fiume Po a Boretto, mentre le altre derivazioni sono tutt’ora in via di attivazione. Ad oggi sono stati già immessi nei nostri canali irrigui 115.000 metri cubi d’acqua e con questa modalità contiamo di soddisfare con certezza le 36 richieste irrigue attualmente pervenute finora al nostro Centro Operativo, per un totale di circa 176 ettari, di cui 26 in Provincia di Reggio Emilia e 10 nel modenese, per alcune delle quali attualmente è iniziato il prelievo irriguo. Come detto la rete irrigua consortile (che ha pure funzioni scolanti) ha dimensioni davvero imponenti – comprendendo circa 2.500 km di canali e 70 impianti di sollevamento – con un volume di invaso di circa 15 milioni di metri cubi d’acqua. Tra le altre cose segnaliamo che in questo periodo sono in corso anche alcuni importanti lavori di pubblica utilità sulla stessa rete dell’ordine di circa 20 milioni di euro la cui anticipata sospensione esporrebbe il Consorzio alla minaccia di danni economici per i vincoli contrattuali con le imprese ma in ogni caso questi interventi, che comunque interessano in sistema irriguo, non avranno un particolare impatto sulla continuità delle forniture di acqua. Complessivamente il Consorzio sta facendo il possibile per far fronte , in modo puntuale e regolare, alle esigenze di approvvigionamento irriguo dei propri consorziati agricoltori delle provincie di Reggio Emilia, Modena e Mantova, così come avvenuto in altre campagne irrigue di anni precedenti particolarmente siccitosi.

 

 

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Il nuovo modello di recupero e riutilizzo delle acque reflue per produzioni vegetali di qualità è stato ideato e concretizzato insieme a CRPA, IREN e Regione Emilia Romagna
Reggio Emilia 23/2/2017 – Finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma Life Plus Ambiente (LIFE11 ENV/IT/000156), il pro-getto ReQpro interessa la provincia di Reggio Emilia. Obiettivo di ReQpro è stato quello di contribuire alla protezione della risorsa acqua, attraverso un efficiente recupero e riutilizzo ai fini irrigui delle acque reflue, in parziale sostituzione delle acque superficiali e di falda. Tale traguardo è stato raggiunto sviluppando uno specifico modello di recupero e riuso per irrigare colture agrarie di pregio. Le attività di progetto sono condotte presso il depuratore urbano gestito da IRETI, (azienda multiservizi partner in ReQpro operante nell’area agricola a valle del depuratore) le acque sono state distribuite e gestite per l’uso irriguo dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale. Acque che proprio ai fini irrigui non hanno rappresentato un modesto contributo aggiuntivo, ma un vero e proprio “serbatoio” strategico di risorsa utilissimo in periodi siccitosi come si sono dimostrati quelli vissuti negli ultimi anni. Il quantitativo di risorsa recuperata e distribuita dal Consorzio grazie a questa azione virtuosa che oscilla tra i 3,5 milioni e i 5milioni di mc, una quantità di acqua paragonabile a quello di una diga di medio-grandi dimensioni.
Fase operativa:
L’impianto è entrato in funzione nella primavera 2016.
In fase di avvio sono state svolte da IRETI (società che gestisce l’impianto di trattamento) le analisi delle acque reflue trattate, per stabilirne l’idoneità all’uso irriguo secondo certificati parametri di conformità alla legge.
Completato questo passaggio doveroso e obbligatorio, a partire dalla metà di Aprile 2016 è iniziata l’immissione delle acque nella rete irrigua.
L’immissione dell’acqua reflua trattata e, di conseguenza, il suo riuso irriguo, è stato regolato dall’Accordo di programma, siglato da: Regione Emilia-Romagna, Amministrazione provinciale di Reggio Emilia, Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti, IREN Acqua Gas S.p.A. (ora IRET) e Consorzio di Bonifica dell’Emilia.
Obiettivi:
L’Accordo ha definito i valori-soglia che le acque affinate dovevano rispettare per poter essere immesse nella rete ai fini irrigui e ha regolato le modalità del monitoraggio delle acque e di gestione delle eventuali non conformità.
Il riuso ai fini irrigui delle acque reflue ha contribuito ad aumentare la disponibilità di acqua per l’irrigazione, contenendo la necessità di prelevare per questo fine acque di falda di elevata qualità e diminuendo i costi energetici per il sollevamento delle acque di superficie.
Si è favorito la destinazione ai fini produttivi di una risorsa altrimenti destinata allo scarico in acque di superficie.
Uso in campo delle acque trattate e monitoraggio del trattamento terziario
Gli obiettivi del progetto sono stati raggiunti attraverso il monitoraggio puntuale sia dell’impianto di trattamento terziario sia dell’uso in campo delle acque recuperate.
In particolare, il Consorzio di bonifica Emilia Centrale ha prodotto nel corso della stagione irrigua 2016 una serie di analisi integrative sulle acque in uscita del depuratore, incrementando i normali autocontrolli, è hanno riguardato 3 punti localizzati nei canali Pistarina e Argine con una cadenza mensile, al fine di garantire l’idoneità per il riutilizzo delle acque reflue ai fini irrigui, in conformità alle normative nazionali e regionali in materia.
É stato pertanto organizzato un sistema di gestione e tracciabilità delle acque reflue depurate all’interno del bacino di utenza, al fine di ottimizzare l’uso irriguo e di conoscere in tempo reale le aziende, appezzamenti e le colture che utilizzano le acque depurate, informandone gli utenti.
Allo stesso modo sono stati verificati gli effetti ambientali e agronomici dovuti al riutilizzo irriguo delle acque reflue su un ampio spettro di colture, foraggere e non, presenti nel bacino di distribuzione delle acque;
Infine il progetto ha previsto una dettagliata valutazione economica dei costi che il trattamento terziario e il riuso irriguo comportano, includendo nella valutazione anche i benefici ambientali e le problematiche relativa alla “accettabilità sociale” che una innovazione di questo tipo necessariamente comporta.
L’impianto a pieno regime ha trattato circa 40mila m3 di acqua al giorno, pari a una quantità variabile che oscilla tra 3,5 e 5 milioni di m3 prodotti nel corso dei 120 giorni nei quali si articola generalmente la stagione irrigua, in grado di soddisfare potenzialmente tutti gli ettari irrigabili nel bacino considerato.
Il bacino di utilizzazione delle acque recuperate
L’area potenzialmente interessata all’immissione delle acque depurate è situata nella pianura a nord del depuratore di Reggio Emilia, ha una superficie di circa 2mila ha e più di 80 km di canali.
Le colture irrigue prevalenti sono i rinnovi estivi (mais, sorgo e pomodoro), le foraggere poliennali (medicaio e prato stabile), vigneti e alcune orticole (melone e cocomero).
Il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale aveva proceduto già nel 2013, primo anno del progetto, alla definizione del bacino di utenza: delineando l’area, le aziende, le superfici, le colture e descrivendo il reticolo di canali.
Le dieci aziende interessate hanno messo a disposizione gli appezzamenti, 15-20 complessivamente per ogni anno, sui quali sono stati effettuati nel corso del 2016 i monitoraggi ambientali e agronomici.
Le colture irrigate e controllate sono state mais, pomodoro, prato stabile, erba medica, barbabietola, melone e anguria, irrigate con tecniche a diversa efficienza dell’acqua utilizzata, come lo scorrimento, l’aspersione e l’irrigazione a goccia.

 

“Paesaggi digitali” in bonifica: incontro tra cultura, scienza e tecnologia applicata. Tra gli altri interventi delle Università Cà Foscari , Alma Mater e Modena Reggio Emilia.

Reggio Emilia – 10 Febbraio 2017 – Tre Università tra le più importanti realtà accademiche del nostro paese come Cà Foscari di Venezia, Alma Mater Studiorum di Bologna e quella di Modena-Reggio Emilia si sono date appuntamento insieme all’Istituto A.Cervi e alla Biblioteca Archivio Emilio Sereni, per approfondire all’interno della Sala Prampolini del Consorzio dell’Emilia Centrale le ultime frontiere dell’innovazione tecnologica applicata alla corretta e sostenibile gestione del nostro terrotorio. La full-immersion organizzata dalla bonifica locale ha proposto ai numerosi presenti molteplici modelli virtuosi in grado di integrare e concertare insieme i diversi aspetti paesaggistici, geografici, idrografici, economici e storici che incidono sugli equilibri territoriali di ogni area considerata. Modelli virtuosi che rappresentano oggi anche la nuova frontiera della sostenibilità che rispetta la natura e al contempo consente all’uomo di migliorare lo sviluppo e la salvaguardia dei propri spazi di vita e lavoro. Tra i casi esaminati presentati dai relatori ha acquisito evidenza per il comprensorio Reggiano e Modenese ( gestito dal Consorzio dell’Emilia Centrale) l’avanzato sistema integrato digitale di Telecontrollo di ultimissima generazione utilizzato ora dall’ente per il monitoraggio complessivo e in tempo reale – ( situato in unica sede operativa in Corso Garibaldi 42 a Reggio Emilia) dei flussi delle acque nella fittissima rete di bonifica di oltre 3000 km che si interseca con gli alvei naturali. “ Il nuovo telecontrollo – ha commentato il Commissario Straordinario del Consorzio Emilia Centrale Franco Zambelli – rappresenta una costante garanzia di sapere quel che accade nel momento in cui accade in modo da poter incidere con profitto a seconda delle necessità nelle diverse zone sia per quanto attiene alla sicurezza idraulica sia per la distribuzione irrigua della risorsa alle colture”.

Particolarmente interessanti i progetti e le relazioni interattive presentati dai docenti delle Università e dagli esperti intervenuti: Antonio Canovi (Atelier Paesaggio della Bonifica), Sergio Teggi Università di Modena “ Il telerilevamento per la caratterizzazione del territorio”, Matteo Proto (Università Alma Mater Bologna) “Paesaggi fluviali della Pianura Padana”, Francesco Visentin (Università Cà Foscari di Venezia) “Progetto EU.WAT.HER “Nuove tecnologie per il recupero dei fiumi e dei canali minori”, Valentina Greco (Alma Mater Bologna) “ Visualizzare Ravenna”, Tommaso Barbieri (Università di Modena Reggio Emilia) “ A scuola con il GIS”, Gabriella Bonini (Istituto Alcide Cervi) “A scuola di paesaggio”. Infine l’ing. Paola Zanetti – Direttore Operativo Ambiente e Gestione Idraulica del Consorzio Emilia Centrale – ha illustrato in modo dettagliato il “Governo idraulico e telecontrollo: il sistema informativo territoriale di CB Emilia Centrale ”. Il convegno è stato introdotto dal Direttore del Consorzio Emilia Centrale Domenico Turazza.

 

Giovedì 9 febbraio 2017
“Sala Natale Prampolini”, Palazzo delle Bonifiche, Corso Garibaldi 42, Reggio Emilia

ore 11,30 Presentazione della nuova sala di telecontrollo
ore 14,30 Seminario “Analisi geostorica e telerilevamento ambientale”

Incontro al Consorzio dell’Emilia Centrale di tre eccellenze universitarie che presenteranno modelli di sviluppo sostenibile che guardano al futuro. Il Consorzio reggiano presenterà le funzioni di pubblica utilità dell’innovativodell’innovativo sistema digitale di Telecontrollo che monitora e gestisce i flussi delle acque
Tre Università tra le più importanti del nostro paese (Cà Foscari di Venezia, Alma Mater Studiorum Bologna e quella di Modena e Reggio Emilia), l’Istituto A.Cervi , la Biblioteca Archivio Emilio Sereni, numerosi esperti di nuove e avanzate tecnologie applicate alla corretta e sostenibile gestione del territorio – nel rispetto e nella conoscenza approfondita della storia e delle tradizioni locali- , si confronteranno Giovedi 9 Febbraio 2017 negli spazi della Sala Natale Prampolini presso il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale in Via  Garibaldi 42 a Reggio Emilia. La giornata di approfondimento su queste importanti tematiche ambientali e paesaggistiche vedrà la presentazione di alcuni modelli virtuosi che rappresentano oggi la nuova frontiera della sostenibilità che rispetta la natura e al contempo consente all’uomo di migliorare lo sviluppo e la salvaguardia dei propri spazi. Tra questi cases-study eccellenti che saranno presentati dai relatori acquisirà grande rilevanza per il comprensorio Reggiano e Modenese gestito dal Consorzio dell’Emilia Centrale l’innovativo Telecontrollo di ultimissima generazione utilizzato dall’ente che coglierà proprio l’occasione di questo incontro per mostrare a Stampa e Cittadinanza le nuove funzioni integrate e l’utilità della gestione digitale degli equilibri dei flussi delle acque nella fittissima rete di bonifica che si interseca con gli alvei naturali.

programma

 

 

Oltre all’esecuzione di lavori in appalto, l’ufficio tecnico del Consorzio di Bonifica presta la propria professionalità ai comuni del comprensorio montano che ne fanno richiesta, tramite la costituzione di un Ufficio Tecnico Consortile, forma di cooperazione prevista dalla normativa statale e regionale in materia di lavori pubblici.
La strada comunale Corneto – Stiano era stata interessata nell’inverno 2015 dall’attivazione di un movimento franoso che ne minacciava l’interruzione. Il dissesto che ha coinvolto la strada è presumibilmente formato da due frane coalescenti che hanno coronamenti distinti e che confluiscono nella medesima zona di accumulo, determinando in questo modo una vasta area soggetta a franosità.
Appena ottenuti i necessari finanziamenti, il Comune di Toano si è immediatamente attivato con il Consorzio di Bonifica per la sottoscrizione di una convenzione per la progettazione, direzione lavori e coordinamento della sicurezza delle necessarie opere di messa in sicurezza per il consolidamento del corpo stradale per un fronte di m 44.50 costituite da una paratia di pali trivellati in cemento armato di profondità variabile da m 6.50 a m 9.60 e dall’esecuzione di n. 13 tiranti in acciaio della lunghezza di m 25.00.
L’esecuzione dell’intervento ha comportato un iter progettuale ed esecutivo complesso che ha visto impegnate diverse figure professionali tra geologi, ingegneri e geometri.
A partire dalle fasi iniziali è stato predisposta un’ indagine geologica che ha consentito la progettazione delle opere in cemento armato, dimensionate tenendo conto della classe sismica del territorio (Classe2).
Durante la fase di esecuzione delle opere in cemento armato sono stati effettuati i controlli di accettazione ed i prelievi dei materiali da fare testare in laboratorio. Successivamente all’esecuzione dei tiranti di ancoraggio, concluso il tempo di maturazione, è stato eseguito il loro collaudo.
Terminate l’acquisizione dei dati tecnici delle varie parti strutturali, si è proceduto al collaudo statico dell’intera opera.
Per il monitoraggio dell’opera è stato realizzato un inclinometro che potrà fornire dati su eventuali spostamenti dovuti a riattivazioni del movimento franoso.
In questo modo l’opera di consolidamento è stata progettata e realizzata per una vita nominale minima di 50 anni, secondo la normativa vigente.

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Proseguono le attività di sostituzione tubazioni di mandata delle pompe per il sollevamento acqua presso gli impianti irrigui di Santa Croce e Pratazzola.
Lavorazioni che consistono nell’apertura e messa in sicurezza degli scavi, recupero e demolizione delle tubazioni esistenti, posa di nuove tubazioni in acciaio zincato di diametro 1000mm e 1400mm per uno sviluppo complessivo di circa 20m lineari per impianto.
Interventi preventivi finalizzati a migliorare l’efficienza degli impianti irrigui, realizzati con personale e mezzi Consorziali.
Negli ultimi 3 anni presso gli impianti del canale 5° sono stati realizzati sei interventi analoghi.

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Gli interventi di manutenzione in montagna garantiscono la sicurezza delle comunità e delle attività economiche locali. Il Consorzio Emilia Centrale nel 2017 effettuerà oltre 40 interventi per oltre 2,6 milioni di euro
Il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale venerdì 27 gennaio 2017 ha presentato gennaio alla cittadinanza, ai sindaci dei Comuni coinvolti e alla stampa una ricca e dettagliata mappa del territorio collinare e montano reggiano, modenese e parmense in cui effettuerà una lunga serie di interventi volti ad arginare preventivamente il grave e progressivo fenomeno del dissesto idrogeologico. Una quarantina di interventi per un valore complessivo di 2,6 milioni di euro che andranno a consolidare il territorio e che , nei fatti, rappresentano il miglior alleato anche delle amministrazioni locali dell’Appennino in questo periodo in costante lotta con le sempre più frequenti erosioni del loro territorio e le non ingenti disponibilità di bilancio. Così quest’anno il Consorzio dell’Emilia Centrale ha voluto anticipatamente rendere noto l’elenco delle aree più fragili, individuate anche di concerto con i Comuni e le comunità locali, su cui già da questi giorni ha iniziato ad opere. I lavori riguardano varie tipologie di adeguamenti come la sistemazione dei terreni sottoposti alla minaccia costante dei movimenti franosi, il consolidamento dei versanti, la regimazione delle acque di superficie, la risagomatura dei fossi di scolo fondamentali in caso di piogge improvvise o sovradimensionate, la pulizia degli alvei dagli accumuli di vegetazione fanghi, risistemazione delle strade di bonifica che presentano cedimenti strutturali , adeguamenti dei reticoli, delle sponde arginali e dei manufatti.
Nell’insieme insomma un’infinita opera di generale cura del nostro territorio collinare e montano che ha grandi e costanti bisogni di attenzione per scongiurare quello che purtroppo in molteplici occasioni si trasforma in tutto il paese in emergenza. La scarsa manutenzione infatti è una delle prime cause dell’aggravarsi delle condizioni morfologiche di un territorio appenninico già di per sé vulnerabile e il protrarsi dell’incuria, unita agli effetti dei repentini cambiamenti climatici, si trasforma in una minaccia che incombe costantemente su persone e attività economiche.
Ecco le aree dove il Consorzio dell’Emilia Centrale interverrà nel corso dell’anno 2017 all’interno del suo esteso comprensorio:
REGGIO EMILIA: Albinea, Quattro Castella, Vezzano sul Crostolo, Baiso, Casalgrande, Castellarano, Scandiano, Viano, Canossa, San Polo, Carpineti, Casina, Castelnovo ne’ Monti, Ventasso (Municipalità di Busana, Collagna, Ligonchio, Ramiseto, Toano, Vetto , Villa Minozzo. MODENA Fiorano Modenese, Frassinoro, Montefiorino, Palagano, Prignano sul Secchia, Sassuolo , Pavullo nel Frignano, Lama Mocogno, Polinago, Serramazzoni. PARMA: Palanzano, Tizzano Val Parma, Monchio delle Corti. Un lungo elenco che ha visto anche numerosi incontri sul territorio tra cui quelli più recenti in termini cronologici a Pavullo nel Frignano e Montefiorino.
Gli interventi sono stati individuati grazie ai molteplici sopralluoghi svolti dallo staff del Consorzio e dalle segnalazioni delle Amministrazioni locali che nel corso dell’incontro nella sede reggiana hanno ribadito la stretta vicinanza del Consorzio dell’Emilia Centrale ai loro territori.
Al termine dell’incontro il Commissario Straordinario Emilia Centrale Franco Zambelli insieme al direttore Domenico Turazza hanno ringraziato i sindaci per la collaborazione e per aver testimoniato che il Consorzio è interlocutore affidabile, capace e rapido nell’esecuzione delle opere progettate.

 

 

 

 

 

 

 

 

Annunciato anche lo stato di salute complessivamente positivo delle acque destinate all’irrigazione dei canali reggiani: la mappa dettagliata raccolta dagli studenti in collaborazione con il Consorzio dell’Emilia Centrale e ARPAE sarà presentata a breve
Oltre cento studenti dell’istituto Antonio Zannelli hanno partecipato attivamente alla mattinata che l’Istituto agrario reggiano ha ospitato grazie alla collaborazione con il Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale, l’ANBI Emilia Romagna e il Canale Emiliano Romagnolo. L’occasione propizia è stata la presentazione del progetto regionale multidisciplinare delle bonifiche Acqua e Territorio Lab: un excursus tra innovazione tecnologica applicata al risparmio idrico in agricoltura, storia e funzioni dei Consorzi nella difesa e sviluppo del nostro territorio. Dopo l’intervento della dirigente scolastica Rossella Crisafi che ha ribadito la stretta e fattiva sinergia che l’istituto mantiene con il Consorzio dell’Emilia Centrale e ARPAE nell’ambito del progetto sulla “qualità delle acque irrigue erogate dalla bonifica” , si sono alternati alla cattedra il direttore generale dell’Emilia Centrale Domenico Turazza , il tecnico consortile Aronne Ruffini , la responsabile del progetto di ANBI ER Patrizia Narducci e Gioele Chiari del CER. Particolarmente interessante e approfondito lo spazio che il docente coordinatore delle attività didattiche su queste tematiche Daniele Galli ha dedicato all’intenso lavoro congiunto che i suoi studenti stanno portando avanti con impegno insieme al Consorzio e ad ARPAE per la valutazione dello stato di qualità agroambientale delle acque irrigue distribuite dall’Emilia Centrale alle colture tipiche del nostro comprensorio d nei mesi più caldi dell’anno.
L’ANBI Emilia Romagna insieme al CER ed ai suoi laboratori scientifici che costantemente operano sulla ricerca applicata sul risparmio di acqua in agricoltura stanno riscuotendo particolare consenso con l’iniziativa Acqua e Territorio Lab , una iniziativa che anno dopo anno consolida e diffonde le attività dei Consorzi e il contributo fattivo portato da questi enti all’innovazione tecnologica a supporto delle imprese agricole regionali. Per quanto concerne i dati tecnico-scientifici sullo stato di salute dei canali reggiani i primi risultati degli esami effettuati paiono essere positivi e pianamente in linea con quelli divulgati lo scorso anno, anche se la mappa dettagliata sarà diffusa congiuntamente da Istituto Zanelli, Emilia Centrale e ARPAE tra due mesi circa.

 

 

Sono stati ultimati i lavori di regimazione di acque superficiali in località Chiozza e Cà de Caroli in comune di Scandiano. I lavori sono stati eseguiti per ripristinare condizioni di sicurezza idraulica in entrambe le frazioni, in seguito al verificarsi di fenomeni di allagamento in occasione di piogge molto intense. I lavori in località Chiozza sono consistiti nella riapertura ed allargamento del Rio del Brolo nel tratto a valle del sottopasso della SP 467 , sino all’immissione nel tombamento di attraversamento di via Brolo di Sotto. I lavori in località Cà de Caroli hanno riguardato la pulizia da rovi, piante secche, detriti e la riapertura ed allargamento del corso di acque pubbliche nel tratto compreso tra il tombino di attraversamento di Via Strucchi e il tombamento in località Case Nuove, a monte di Via Ubersetto.

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