22 Febbraio 2022 – Le dichiarazioni del Consigliere Duilio Cangiari, diffuse nei giorni scorsi a mezzo stampa, contengono alcune inesattezze che debbono necessariamente essere rettificate, con la stessa modalità, per ristabilire con trasparenza e chiarezza (caratteristiche del quotidiano operare del nostro ente) la verità dei fatti e per far comprendere ai lettori che è sì importante proporre e suggerire, ma che è altrettanto rilevante approfondire le argomentazioni ed informarsi in modo adeguato prima di scrivere per scongiurare una informazione distorta e fuorviante che può arrivare alla cittadinanza creando malcontento ed ingiustificato allarmismo. Se è vero infatti che nel territorio del Comune di Montecchio Emilia insiste il complesso delle cosiddette “ex-Cave Spalletti”, per il quale gli strumenti di pianificazione territoriale (PTCT e PTA) prevedono la possibilità, ma non l’obbligo, di una conversione in bacino irriguo, è altrettanto vero che, fin dal lontano 2003, è iniziato il riempimento delle ex-Cave, ora completato. Per cui la realizzazione di un invaso risulta ormai non più praticabile. Per contro c’è ancora una cava in produzione, che si prevede venga svuotata in non meno di 10 anni. Per cui attualmente il sito non è utilizzabile, né è ipotizzabile di avviare un’attività di progettazione stante il periodo di tempo necessario per poter disporre del terreno. Si fa inoltre presente che gli uffici tecnici del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, unitamente a quelli del Consorzio della Bonifica Parmense ed in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Autorità Distrettuale del Fiume Po-MiTE ed AIPo sono al lavoro con staff di ingegneri, progettisti e tecnici esperti per individuare tutte le misure strutturali e gestionali, senza tralasciarne alcuna, finalizzate a ridurre il pesante deficit idrico della Val d’Enza così come previsto dalla Regione nel Documento conclusivo del Tavolo Tecnico sull’Enza di giugno 2018. A questo proposito si fa presente che il recente Decreto del Ministero della Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile n. 517 del 16 dicembre 2021 ha inserito il progetto per la Rifunzionalizzazione della Traversa di Cerezzola dell’ammontare di oltre 12 milioni di euro che prevede anche la realizzazione di un piccolo invaso oltre che la messa in sicurezza del nodo idraulico e delle infrastrutture limitrofe. Rimarcato con decisione questo percorso procedurale, molto preciso e pragmatico, che non vive di proposte estemporanee, ma di strade percorribili in conformità con le norme vigenti nel nostro paese, spiace rilevare che il Consigliere Cangiari, facendo parte del Cda del Consorzio, prima di esternare sui giornali in merito alla possibilità di utilizzo ai fini irrigui dell’ex-Cava Spalletti, ad oggi inesistente, non abbia ritenuto opportuno rivolgersi alla struttura della bonifica per conoscere se e come il Consorzio abbia trattato la questione. Cogliamo l’occasione per riconfermare la disponibilità della governance e dello staff tecnico dell’Emilia Centrale a rispondere ad ogni quesito sia utile ad alimentare la conoscenza corretta dell’argomento affinché notizie inesatte e fuorvianti possano condizionare in modo errato la nostra comunità che attende risposte che il Consorzio sta individuando. Purtroppo i cambiamenti del clima stanno incidendo su una mancanza strutturale di opere in grado di incrementare la resilienza dei territori in tutto il paese e il Consorzio sta da tempo pianificando molteplici interventi che necessitano però di rispettare gli iter legislativi tutt’ora vigenti nel nostro ordinamento. E proprio in quest’ottica anche la correttezza informativa diventa elemento imprescindibile per tutti

Grazie al PSR frane della Regione ER di oltre 3 milioni di euro 14 territori reggiani e 13 modenesi hanno beneficiato di indispensabili opere di messa in sicurezza. Tra i comuni coinvolti oltre ai due capoluoghi: Baiso, Casina, Castelnovo Monti e Toano, ma anche Frassinoro, Pavullo, Palagano, Serramazzoni, Sassuolo, Polinago e Lama Mocogno. Oltre a Palanzano, nel Parmense

10 Febbraio 2022 – Prevenzione al dissesto idrogeologico, contrasto ai movimenti franosi in varie località dei comprensori montani gestiti, tutela delle aree agricole del nostro appennino e difesa delle comunità che vivono e abitano la montagna: l’Emilia Centrale ha terminato 28 interventi (su un totale di 31 finanziati: gli ultimi tre saranno completati al termine della stagione invernale) per la messa in sicurezza del territorio e la sistemazione idraulico-agraria nell’ambito del PSR, Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, strumento di governo dello sviluppo del sistema agroalimentare regionale finanziato dalla Regione Emilia-Romagna per oltre 3 milioni e mezzo di euro e che ha visto l’ente di bonifica attuare i lavori per la salvaguardia del potenziale agricolo di 45 aziende, poste in area collinare e montana, per complessivi 160 ettari suddivisi tra le province di Reggio Emilia (14 interventi su 80 ettari per oltre un milione e 800 mila euro), Modena (13 interventi su 57 ettari per un milione e 100 mila euro) e Parma (4 interventi in 23 ettari per 579 mila euro).

A sovrintendere il lungo elenco dei lavori il Settore Montagna del Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale, coordinato da Angela Tincani, le cui squadre hanno eseguito differenti tipologie di intervento: dalla realizzazione di opere drenanti e fossi a cielo aperto per le corrette regimazioni idrauliche di superficie; alla fabbricazione di opere di sostegno in cemento armato e in gabbioni; alla costruzione di canalizzazioni per le acque superficiali.  Tutte azioni più che mai strategiche e capillari, portate a termine con l’importante obiettivo di operare in prevenzione per consolidare quei movimenti franosi attualmente non silenti impedendone una possibile completa riattivazione che avrebbe certamente costituito un serio danno al potenziale agricolo locale.

Forte soddisfazione espressa dal presidente dell’ente consortile, Marcello Bonvicini: “Siamo orgogliosi dell’attuale operatività, specie in una fase così complessa come quella che attraversiamo oggi e che vede risorse ingenti, ma tempistiche strette. Il Consorzio è impegnato su più fronti, sia sotto il profilo della pianificazione che dell’emergenza e gli sforzi di tutti i membri del personale sono tesi al raggiungimento degli obiettivi prefissati: vorrei ringraziarli per i loro sforzi, così come ringrazio la Regione Emilia-Romagna che, con il suo fattivo contributo, ci consente di essere ancora più vicini ai territori collinari e montani, oltre che alle comunità che ivi conducono la loro vita”.

Questo l’elenco dei territori in cui sono stati effettuati gli interventi. In provincia di Reggio Emilia: Baiso, Casina, Castelnovo ne’ Monti, Toano; in provincia di Modena: Frassinoro, Lama Mocogno, Palagano, Pavullo nel Frignano, Polinago, Prignano, Sassuolo, Serramazzoni; in provincia di Parma: Palanzano.

Nelle foto due interventi effettuati dall’Emilia Centrale nell’ambito del PSR – Programma Sviluppo rurale finanziato dalla regione Emilia-Romagna. I lavori in un’azienda di Rola, nel territorio di Toano (RE) e l’intervento a protezione di un’area agricola di Montegibbio a Sassuolo (MO)

[LINK YOUTUBE: https://youtu.be/gfsiNC_USdE – Le suggestive immagini realizzate da drone che ritraggono uomini e mezzi a lavoro durante un momento dell’intervento di un’area agricola di Case Gatti, frazione del Comune di Toano (RE)

Note oltre i Confini
Affetti, sentimenti e stati d’animo dalla tradizione vocale a quella strumentale

Sabato 12 febbraio 2022 ore 20,30
Palazzo delle bonifiche – Reggio Emilia, Corso Garibaldi n. 42
G. Bietti e Quartetto Noûs. Musiche di J. Haydn e W. A. Mozart

locandina e libretto febbraio-aprile

Note oltre i Confini
Affetti, sentimenti e stati d’animo dalla tradizione vocale a quella strumentale

Venerdì 11 febbraio 2022 ore 20,30
Palazzo delle bonifiche – Reggio Emilia, Corso Garibaldi n. 42
G. Bietti Musica e Natura

locandina e libretto febbraio-aprile

Uomini e mezzi dell’Emilia Centrale già operativi per liberare l’area prima dell’avvio del prelievo irriguo

1° Febbraio 2022 – Come ogni anno nei periodi di magra (invernale ed estiva) si ripresenta puntuale l’insabbiamento a ridosso degli impianti idrovori di Boretto (RE).

Complice il drastico calo di portata del Fiume Po e la scarsa piovosità (da circa due mesi), riemerge l’imponente quantità di detriti che costringono il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale ad una lotta contro il tempo per liberare l’area prima dell’avvio del prelievo irriguo più corposo a beneficio delle aree agricole produttive delle province di Reggio Emilia, Modena e parte del Mantovano. 

Ormai la criticità è manifesta da tempo, il problema ha assunto caratteri endemici causando non pochi disagi e costi ulteriori e il tutto è stato ripetutamente segnalato nel corso del tempo agli organi idraulici che hanno competenza diretta sul Grande Fiume. Lo staff tecnico dell’Emilia Centrale, per consentire il migliore esercizio per il prelievo irriguo e di quello scolante in caso di precipitazioni, sta provvedendo “in house” ad eseguire un intervento di rimodellazione di un tratto anche dell’alveo del Canale Derivatore (Parmigiana/Moglia).

L’intervento consiste nella rimozione dei materiali di sedimentato in alveo a partire proprio dal manufatto della Chiavica di derivazione dal fiume Po, fino all’ex impianto idrovoro Boretto Vecchio; il volume di materiale da esportare, a seguito di rilievo plano-altimetrico, e stato stimato in 16.000 metri cubi.

[una immagine dell’attuale situazione in cui versa l’area dell’impianto]

 

Tra i primi enti con funzione pubblica a rendere prassi consolidata la misurazione delle emissioni generate dalle proprie attività a servizio del territorio la Bonifica ha registrato confortanti performances 2020 secondo l’indagine redata sulla base degli indicatori ISPRA e Special Report on Renewable Energy Sources and Climate Change Mitigation, Intergovernmental Panel on Climate Change 2012

18 Gennaio 2022 – L’attenzione doverosa e crescente ai livelli di emissioni di anidride carbonica prodotta nello svolgimento delle proprie funzioni e rilasciate in atmosfera sono state al centro di un approfondito focus di studio che il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale ha realizzato utilizzando il sistema di rilevazione Eciweb3, una delle piattaforme di analisi più qualificate del settore. La sensibilità verso i temi ambientali e le più stringenti normative comunitarie alla costante ricerca di un antidoto maggiormente efficace per la mitigazione delle ripercussioni territoriali più negative causate dal cambiamento del clima sta conducendo molte imprese private a misurarsi periodicamente con il bilancio della Co2 e il Consorzio, tra i primissimi in Italia, ha voluto intraprendere la strada virtuosa del monitoraggio analitico delle proprie emissioni nel generale quadro dei molteplici utilizzi di energia.

Dopo una serie di iniziali progetti sperimentali, avviati dal 2013, oggi il bilancio di emissioni in atmosfera è stato redatto su base annuale ma, grazie al sistema informatico specializzato nella raccolta di questa tipologia di dati, in un futuro molto ravvicinato sarà possibile scattare la fedele fotografia di Co2 prodotta anche su base mensile inserendo e comparando le statistiche di quanto registrato in un macro-database in cloud che consentirà di poter agire operativamente per migliorare le performances aziendali.

Come comprensibile le funzioni dell’ente di bonifica annoverano una svariata serie di attività che riguardano l’impiego della risorsa idrica nell’area servita dalle canalizzazioni consortili (2500 km) e di conseguenza anche la quantità di acqua e la relativa energia impiegata ed utile per il sollevamento/ prelievo e la distribuzione alle colture tipiche può fluttuare a seconda delle necessità del territorio e dell’andamento climatico globale; nonostante queste variabili, spesso sconosciute e dunque prevedibili solo a ridosso degli accadimenti lo staff tecnico, grazie allo studio approfondito dei big data in piattaforma, è riuscito a stabilire un trend decisamente positivo che, proprio in corrispondenza di questa analisi molto più completa e strutturata rispetto alle precedenti, ha fornito risultati del tutto soddisfacenti. Come base sono state considerate le risultanze dei consumi energetici raccolti per la matrice degli impatti ambientali: energia elettrica per il funzionamento degli impianti idrovori di sollevamento per l’irrigazione e per lo scolo delle acque, i carburanti di alimentazione degli autoveicoli di sorveglianza e per i mezzi d’opera della manutenzione della rete dei canali consortili, l’energia elettrica per lo svolgimento delle attività di pianificazione di ufficio, infine l’energia per il riscaldamento dei locali consortili in tutto il comprensorio Emilia Centrale.

Ciò che emerge dai dati raccoltiha sottolineato il direttore del Consorzio Domenico Turazza è una linea di tendenza costantemente indirizzata al miglioramento dei risultati. Nel 2020 abbiamo ridotto del 50% il livello di emissioni in atmosfera rispetto al 2017, anche se naturalmente in queste analisi va considerato l’andamento altalenante degli impieghi a seconda dei bisogni delle aree gestite, aree che anche in contesti di emergenza hanno potuto contare sulla risorsa trasportata dalla nostra bonifica”.

Tecnicamente il Consorzio tiene a precisare che il calcolo dell’energia impiegata dall’ente è stato realizzato utilizzando i fattori di conversione ufficiali riportati nel Rapporto di ISPRA 317/2020 e all’interno dello Special Report on Renewable Energy Sources and Climate Change Mitigation, Intergovernmental Panel on Climate Change 2012.

La situazione climatica globale e le continue e gravi emergenzeha evidenziato il presidente dell’Emilia Centrale Marcello Bonvicini impongono a qualsiasi tipo di attività di ricercare la migliore delle prestazioni possibili per poter garantire il proprio contributo all’ambiente in cui si opera, lavora e soprattutto si vive alla ricerca di una condizione di maggiore salubrità. Il Consorzio utilizza l’energia, come detto, in relazione al bisogno del territorio e del settore agricolo in primis e credo che questo tipo di attenzione, indipendentemente dalle possibili variazioni stagionali, sia un traguardo cui tutti gli enti con funzione pubblica dovrebbero ambire quanto prima”.

 

Versione con elementi grafici